Dopo le anticipazioni di qualche giorno fa , ecco la prima ricetta letteraria. Per cominciare andiamo sui classici: quello che vi presento oggi è un piatto unico (o un secondo molto ricco), tratto da un libro di Isabel Allende, un must per chi cerca il giusto connubio tra letteratura e arte culinaria. Si tratta di Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci, a metà tra una raccolta di racconti e un libro di cucina, in cui l'autrice cilena gioca con ironia sul piacere dei sensi, infarcendo ogni pagina con un pizzico di civetteria e una spolverata di sensualità.
In un periodo in cui i romanzi erotici stanno conquistando tutte le classifiche, questo libro del 1977 si pone con malizia e garbo e ci conduce per mano tra i piaceri della vita: l' amore e il cibo. Impreziosito con illustrazioni, disegni e font aggraziati che poco hanno del ricettario, Afrodita è un intreccio di ricordi, tradizioni e citazioni legate al cibo e al suo potere afrodisiaco. A una prima parte più narrativa, dove si riflette sulla stretta relazione tra gastronomia e lussuria, segue una carrellata di ricette, estrapolate dai vari appunti della madre Panchita e suddivise tra salse, antipasti, zuppe, entrées, piatti forti e dolci, che giocano con i sensi, primi fra tutti vista e olfatto.
L'autrice anticipa già nelle prime pagine la sua dichiarazione d'intenti: "I cinquant'anni sono come l'ultima ora del pomeriggio, quando il sole tramontato ci dispone spontaneamente alla riflessione. Nel mio caso, tuttavia, il crepuscolo mi induce al peccato. Forse per questo, arrivata alla cinquantina, medito sul mio rapporto con il cibo e l'erotismo, le debolezze della carne che più mi tentano, anche se, a ben guardare, non sono quelle che più ho praticato. [...] Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l'amore che ho lasciato correre. [...] Non posso separare l'erotismo dal cibo e non vedo nessun buon motivo per farlo; al contrario, ho intenzione di continuare a godere di entrambi fino a quando le forze e il buon umore me lo consentiranno. Da qui nasce l'idea di questo libro, un viaggio senza carta geografica attraverso le regioni della memoria sensuale, là dove i confini tra l'amore e l'appetito a volte sono talmente labili da confondersi completamente".
Le melanzane dello sceicco
Inserita tra i piatti forti, "è un'antica ricetta stimolante che tutti i grandi amatori devono assolutamente conoscere. È per due persone, ma è meglio prepararne il doppio". Ideale per i vegetariani, la consiglio anche a chi non ama molto la cipolla: la caramellatura in padella la rende assolutamente digeribile e molto gustosa.
Gli ingredienti
1 melanzana grande (o 2 medie) - se avete poco tempo vanno bene anche quelle surgelate, già grigliate
1 cipolla
4 cucchiai di olio EVO
2 pomodori
1 spicchio d'aglio - io preferisco lo scalogno
un pizzico di chiodi di garofano in polvere - se avete quelli interi potete tritarli o ridurli in polvere con un mortaio
1 cucchiaino di zucchero
3 cucchiai di grana padano o pecorino grattuggiato
sale, pepe, burro qb - lo so, nella foto manca il burro!
Preparazione
Tagliate la cipolla a fettine trasparenti e tritate l'aglio, facendoli soffriggere insieme all'olio d'oliva. Unite poi i chiodi di garofano in polvere, lo zucchero, il sale e il pepe. Coprite la padella e fate cuocere a fuoco basso per 3 minuti.
Nel frattempo tagliate a rondelle le melanzane (se usate quelle surgelate fate prima!) e i pomodori, e accendete il forno alla massima potenza (230°C va benissimo).
Imburrate una pirofila e iniziate a disporvi uno strato di melanzane che cospargerete con una parte del trito di aglio e cipolla, il formaggio grattuggiato e uno strato di pomodori, poi proseguite ancora con il resto della cipolla e infine ancora una spolverata di formaggio. Infine sparpagliate qualche ricciolo di burro, ricoprite la teglia con un foglio di alluminio e infornate.
Impostate il timer (o guardate l'orologio) e dopo mezz'ora togliete la stagnola; lasciate la teglia nel forno caldo per altri 10 minuti, così che le melanzane si possano ammorbidire. L'autrice consiglia di servire il piatto con un po' di riso: vi suggerisco il basmati, magari disposto con precisione grazie all'aiuto di un coppapasta nello stesso piatto.
Et voilà!
Nell'impiattamento devo ancora lavorare molto... La decorazione con la glassa d'aceto balsamico mi colava da tutte le parti e dovevo muovermi a fare la foto altrimenti sarebbe venuto un disastro. Non sono riuscita a sistemare quel "dei" così ve l'ho scritto sotto: il senso comunque c'è, e la buona volontà pure!
Io l'ho già preparata due o tre volte ed è entrata a pieno titolo nel mio ricettario personale. Facile da preparare, è ideale per un pranzo o una cena alternativa, buonissima anche il giorno dopo - senza il riso, ovviamente - riscaldata nel microonde. Fatemi sapere come viene, se provate a rifarla anche voi. E buon appetito!!