Mio sms: "Ehi, ehi, sveglia, voglio fare l'amore".
Suo sms: "Ma sei fuori, è tardi, non ho voglia. Stavo andando a dormire e poi non è il momento".
Mio sms: "Sì, lo è: sono mezza sbronza e ho pensato che non voglio più aspettare, posticipare, dare tempo, attendere che i dubbi, le paure, i problemi collaterali o pure quelli nostri si risolvano. Tanto non si risolvono".
Suo sms: "Ah, ecco, sei sbronza, questo chiarisce tutto. No, guarda, lasciamo proprio perdere, io vado a letto".
Mio sms (chilometrico e appassionato): "Non ho detto che sono sbronza, sono solo brilla - quel tanto che basta per essere veramente lucida, e quindi per non aver più voglia di posticipare, per essere stufa di pensieri stupidi. Non ti ho già dimostrato d'essere diversa dalla norma e di amarti di amore ben più libero e complice verso la drammaticità della vita in sé? Di quella cosa senza senso che siamo obbligati a portare avanti malgrado l'insoddisfazione quotidiana, l'insofferenza verso modelli che non condividiamo, la ricerca irrisolta di soluzioni alternative? Non vale la pena fare l'amore in sé e fregarcene di ciò che sarà perché domani potremmo anche essere morti e neanche aver goduto questo, che era una cosa intensa e bella?".
Suo sms: "Sei qui sotto?".
Mio sms: "Sì".
Suo sms: "Sali, và".
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