della mia infanzia non ricordo i giocattoli..o meglio, ne ricordo veramente pochi, credo quelli con i quali giocavo più spesso. nello specifico: una geisha con i capelli raccolti ed il kimono, un cicciobello di colore e la signora bice, da me inseparabile: una buffa bambola di pezza con le gambe spropositamente lunghe ed un paio di occhiali senza vetro di forma rettangolare.
poi nulla.
ma i ricordi del pane e zucchero della nonna, delle ore e dei giorni passati nel giardino della zia in mezzo ai gerani, delle passeggiate sulla spiaggia e delle uscite serali mano a mano con lo zio ho dei ricordi indelebili.
allora mi vien da scrivere che i bambini non hanno bisogno di oggetti quanto di gesti per crescere bene.
in primis il tempo che a loro si dedica, giocando, cantando o pasticciando con i materiali più improbabili.
e poi l'amore, quallo vero ed incondizionato, che non si compra ma che ha un valore inestimabile. l'amore per la vita, per la natura, per il prossimo. la generosità, il piacere del dare senza aspettarsi di ricevere, la spiritualità delle piccole cose e la condivisione di momenti irripetibili.
ma anche la stabilità, la sicurezza, l'accoglienza, sempre. alle mie figlie insegno l'uguaglianza, anche nella diversità, cerco di infondere loro la curiosità che si traduce in creatività, l'onestà che fa di loro delle persone integre. cerco di trasmettere loro valori che non hanno nulla a che fare con le etichette, che non si trovano nei negozi e che si acquisiscono per piccoli passi, questi piccoli traguardi che formano le anime e le fanno anime belle. scrivo questo perchè non riesco a condividere l'arrivismo di certe persone che si proiettano nei propri figli e li costringono a ritmi incalzanti pur di farli apparire dei piccoli geni. geni sì, ma bambini, piccoli esseri umani che si accontenterebbero di poco se non fossero costretti a dare più di quanto effettivamente sono in grado di dare. vorrei dire a questi genitori che forse si son dimenticati di quando erano bambini....
buon fine settimana!