Il romanzo inizia dove il precedente terminava. Rudy Turturro, dopo un periodo sul pianeta natale, decide di cercare nuovamente l'avventura, e si fa imbarcare su una nave AES in cerca di brividi, e nuove ricette da cucinare. Come nel precedente romanzo, Rudy trova pane per i suoi denti. Contagiato da un terribile virus che succhia le sue energie, ma gli fa vivere in sogno delle esistenze incredibili, il cuoco passa da pianeta in pianeta, fino al giungere su un Porto Pazzo, dove decide di rimanere per qualche tempo in "convalescenza" e diventare cuoco di uno dei bordelli del posto.
Questo libro mi ha divertito. Lo stile è allegro, spensierato, divertente, proprio come nel primo libro di Mongai. Però non mi ha catturato come il precedente. Per due terzi del libro mi sono chiesto perché fosse intitolato Memorie di un cuoco di bordello spaziale. Poi finalmente Rudy arriva al Porto Pazzo, e diventa cuoco del fantomatico bordello... ma non ci rimane molto. Passano un pugno di pagine ed eccolo che si imbarca su una AES a fare il cuoco per alieni-ox. E da quella nave sbarca su una base Zingara per trovare un passaggio verso la Terra... ma non lo trova, e rimane senza soldi. Ecco... la lettura di questo romanzo lascia un senso di incompiutezza che spiazza.