“Non diventiamo geishe per perseguire il nostro destino, diventiamo geishe perché non abbiamo altra scelta.”
Non avrei mai detto o pensato quanto misteriosa ed imprevedibile poteva esser l’aura che circondava l’esistenza di una geisha.
Non era per lei (come sottolinea il libro) provare sentimenti od avere desideri. La geisha era un’artista che fluttuava,danzava nel mondo e lo intratteneva.
Il resto era ombra, era segreto.
La protagonista è Sayuri, prenderà questo nome dopo esser stata prima di tutto Chiyo, una bambina venduta dal proprio padre ad una Okiya (abitazione “familiare” di geishe) dove viene educata rigidamente, costretta a frequentare una scuola per conoscere l’arte della danza, apprendere la cerimonia del thè e il portamento che una vera geisha è tenuta a tenere.
Sayuri però ha un unico scopo per alleggerire il peso del destino che le hanno imposto, incontrare il direttore generale.
Un uomo che anni prima era stato così gentile con lei, l’unico a porle un po’ di cortesia ed a offrirle qualche moneta.
E da quell’istante la piccola Chiyo giurò a se stessa che sarebbe diventata la geisha privata di quel direttore generale. Sarà proprio quest’ultimo che le cambierà il corso degli eventi indicandole una via d’uscita, nonostante la Seconda guerra mondiale che da li a poco avrebbe messo in ginocchio l’intero paese.
Nel romanzo Sayuri racconta il tutto con una saggezza di chi ormai ha percorso gran parte della sua vita. Mentre Arthur Golden con la sua trama precisa ci permette di entrare e conoscere un universo ormai scomparso, rendendoci partecipi delle numerose tradizioni giapponesi cosi diverse dalle nostre.
Lo consiglio? …sì! Termino riportando una frase del romanzo che secondo me racchiude il tutto.
“Non diventiamo geishe per perseguire il nostro destino, diventiamo geishe perché non abbiamo altra scelta.”
Written by Benedetta De Bonis