Tra l’altro l’edizione italiana del DVD è in offerta.
“Memories of a murder” è un film, diretto da Bong Joon-ho, che ricorda molto, a grandi ed approssimative linee, “Zodiac” di David Fincher. Si tratta di una caccia ad un serial killer tanto efferato quanto inafferrabile.
In “Memories of a murder” non c’è, però, il classico inseguimento di tracce e scoperta degli indizi. Non si lancia alcuna sfida al pubblico ad indovinare il colpevole come avviene nei classici thriller.
Gli indizi in “Memories of a murder” sono tutti sbagliati e i sospettati sono tutti innocenti.
Come nel film americano, si racconta l’indagine in sè e la narrazione si sposta sull’asse indagatori – indagati, mostrando le debolezze e le approssimazioni nell’agire dei primi e lo squallore dei secondi che, pur innocenti, sembrano più carnefici mancati per caso che vittime di polizia incompetente.
Il film è dominato da una atmosfera di malsano abbandono, una aurea di predestinato e ineluttabile fallimento delle indagini che è ancora più crudele dei delitti commessi, forse proprio perché mostrato come inevitabile.
La sequenza di una scena del crimine presa d’assalto dai poliziotti che contaminano in modo goffo le prove è quasi simbolica di questa atmosfera.
Lo sguardo sulla polizia coreana è impietoso; ad esempio è il poliziotto “intelligente” di città ad essere costretto a fabbricare le prove false pur di chiudere il cerchio delle indagini che non portano da nessuna parte.
Il film è dominato da una atmosfera di crudo realismo e noir in cui è il registro grottesco a prevalere con panoramiche sulle campagne coreane e plumbee camere da interrogatorio.
In questa sospensione “Memories of a murder” spiazza e infastidisce senza mostrare scene cruente.
E’ evidente la lettura politica, come si sottolinea in alcune recensioni, ma il film funziona magnificamente anche prescindendo da questa.
Di seguito il trailer.