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Menfi, presente al Ministero dell’Ambiente, si oppone alle trivellazioni in mare

Creato il 02 marzo 2015 da Comunalimenfi
Trivellazioni_Ministero_Menfi

Ambientalisti e ricercatori al cospetto della Commissone Via a tutela del mare

Anche il Comune di Menfi ha spiegato le perplessità in merito alle autorizzazioni per le trivellazioni petrolifere nel Canale di Sicilia, di fronte la nostra costa.

Giorni fa si è svolto un incontro al Ministero dell’Ambiente per esprimere le contrarietà delle ricerche petrolifere in mare. Riunione che si è svolta al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, convocata dal gruppo istruttore della Commissione Tecnica di verifica dell’Impatto Ambientale VIA-VAS in merito alla diffida sottoscritta anche dal Comune di Menfi avverso ad i permessi di prospezione di idrocarburi liquidi e gassosi nel Canale di Sicilia.

Presenti le rappresentanze di Greenpeace, Legambiente, FIPE, Confcommercio, Ente Bilaterale Turismo Sicilia, Comuni di Menfi, Noto, Pantelleria e Sciacca. A rappresentare il Comune di Menfi l’Assessore all’Ambiente Rosa Letizia Sanzone e l’architetto Domenico Calcagno dell’Ufficio Tecnico comunale.

Nel corso della riunione, il gruppo istruttore ministeriale ha comunicato di aver richiesto diverse integrazioni alla ditta proponente le attività di prospezioni in merito allo studio di impatto ambientale che risulta carente nella valutazione degli impatti sull’ecosistema marino.

Le Associazioni e le Amministrazioni comunali presenti, oltre “a ribadire a gran voce e all’unisono le criticità legate alle indagini sismiche su aree di estrema vulnerabilità ambientale e sismica, hanno rappresentato le legittime preoccupazioni per eventuali successive attività di trivellazioni petrolifere che inevitabilmente avrebbero refluenze negative sulle economie strategiche locali: il turismo sostenibile e la pesca”.

Nel Corso della riunione è stato evidenziato, inoltre, che lo studio di impatto ambientale della Schlumberger “presenta delle inesattezze scientifiche tali da ipotizzare il reato di falso ideologico che parrebbe essere l’elemento decisivo per scongiurare il rilascio dell’autorizzazione alle attività di ricerche petrolifere”. Questa ipotesi è stata avanzata dalla Lega Navale di Sciacca, tramite il presidente, il penalista saccense Aldo Rossi.


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