Meniamo le mani - L'Ultimo Boyscout (di Tony Scott, 1991)

Creato il 04 dicembre 2013 da Frank_romantico @Combinazione_C

Quando i blogger si uniscono fanno macello... un po' come quando gli eroi del cinema della nostra infanzia (o adolescenza) iniziavano a spaccare tutto negli action movie tamarri che alcuni di noi ama(va)no con tutto il cuore. Ecco, amore: è proprio per questo che alcuni blogger si sono uniti in una nuova serie di speciali (ricordate i compleanni che festeggiamo insieme tutti i mesi?) che tratteranno il cinema per generi e macro-categorie. Si parte con uno speciale dedicato a quegli eroi di cui sopra. Il nome dello speciale? Meniamo le mani: omaggio all'eroe action. E, nella scelta del film (e del personaggio) da omaggiare, come potevo non pensare ad una pellicolare del compianto Tony Scott con il re dell'action Bruce Willis? E quale film ha fatto incontrare queste due spiccate personalità del cinema tamarro? L'Ultimo Boyscout ovviamente.
Joe Hallenbeck è un detective privato, ex poliziotto alcolizzato dalla vita privata disastrosa. Insieme ad un altro perdente, Jimmy Dix, ex giocatore di football, risolverà un complicato caso che lega le scommesse clandestine al mondo politico.

Siamo nel 1991, è meglio specificarlo. Siamo agli inizi degli anni '90, quindi il sacro spirito action anni '80 è ancora vivo, lì, che arde tanto nel regista (tra un Top Gun, un Giorni di Tuono e un Beverly Hills Cop II) quanto nel protagonista (totalmente immerso nella serie di Die Hard proprio in quegli anni). Un cinema tamarro, che non elemosina in trovate spettacolari al limite del credibile, in scene violentissime e in battute al fulmicotone. Potremmo riassumere così L'Ultimo Boyscout, un film che non ha certo nella trama o nella sceneggiatura i propri punti di forza ma nelle scelte del regista, un maestro indiscusso nel suo campo, e nelle forti personalità dei due protagonisti, un Willis ormai ultra collaudato e un Damon Wayans che si è sempre alternato tra comicità e azione in una filmografia poco conosciuta ma assolutamente copiosa.
Che poi, se vai a vedere chi è l'autore dello script (e anche del soggetto) trovi il nome di un certo Shane Black, per intenderci quello dei primi due Arma Letale e di Last Action Hero. Un nome che segna quel legame di continuità con il cinema di quegli anni. Siamo di fronte al tipico buddy movie, ma si tratta comunque di un cinema non convenzionale con due protagonisti fuorilegge, soli contro tutti, perdenti che provano a ribaltare la loro situazione ma non per un senso di giustizia comune(mente accettato) ma per risolvere i problemi che hanno con loro stessi: riabilitarsi agli occhi di chi li guarda come fossero spazzatura. 

Ma non è tanto la filosofia alla base del film a colpire quanto quell'alternarsi di ironia, battute spiazzanti, scene d'azione e una sorta di dramma violentissimo che tutti i personaggi sembrano portarsi addosso. Una malinconia (tipica del cinema di Scott) costante che si scontra con una spensieratezza liberatoria fino al lieto fine conciliante. Alla fine non c'è nulla di realmente originale ed è proprio questo il bello. Nel mezzo mazzate da orbi, inseguimenti a perdita di fiato, omicidi originalissimi e scene cult che nessuno potrà mai dimenticare:
"Joe, se acceleri ancora un po' torniamo indietro nel tempo!"
Questo è il cinema che mi manca tanto, un cinema in cui l'(anti) eroe diventa eroe divertendo e stupendo anche lo spettatore smaliziato. Ma forse di un livello superiore ai vari action movie con i Van Damme, i Norris e i Lundgren di turno. Che sono gli eroi di un passato che a volte ritorna, come in questa serie di recensioni che potete beccarvi su questi blog amici a partire da Il Cinema Spiccio di Frank Manila
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