Una settimana. Mancano sette, miseri giorni al mio trionfale rientro in terra ispanica. Alla scoperta del Grande Nord Ignoto. Al re-incontro (foss'anche solo metaforico) con gli occhi azzurri di Dani Martín. Gli eventi sono cosí epocali che il Destino sembra fare di tutto per accelerarne l'arrivo. Dove per “di tutto” si intende, prevalentemente, anticiparmi l'orario del volo d'andata. Keep Calm and le maschere di ossigeno scenderanno automaticamente dall'apposito scomparto. Ché c'ho proprio bisogno di respirare un po'.
Voglio dire: io di Volotea amo tutto. Il logo che fa tanto tovaglietta da pic nic. La strategia imprenditoriale. La gentilezza e l'efficienza con cui ti trattano sui social. Adoro il loro essere, a conti fatti, itañoli. I prezzi bassi. Il fatto che ti attribuiscano un posto numerato nel momento stesso in cui fai il check in-online, rendendo ancor piú inutile la fastidiosa abitudine del viaggiatore medio a mettersi in coda per l'imbarco un'ora prima. In genere sbuffando perché la hostess non arriva, peraltro. Che ti verrebbe da dirgli: “ Ovvio che non arriva, testina! Ma tu le leggi le carte d'imbarco o le usi per farci gli origami?” (il tutto con la voce della Litizzetto, soprattutto al momento di pronunciare “testina”). Comunque. Mi piace, di Volotea, anche e soprattutto la facilitá con cui prenoti i voli da Internet, senza dover fare slalom tra infiniti pop-up che ti propongono servizi aggiuntivi.
Robe tipo: “Ok, vuoi comprare un biglietto aereo. Ma giá che ci sei, perché non approfitti dell'offerta e ti compri un orso bianco peluche formato naturale? Una macchina? Una bicicletta a motore? Un bazooka giocattolo? Un unicorno? Eh? Sei proprio sicuro di non volere l'unicorno? Perchéééé non vuoiiii il dannato unicornoooo? Daiii, per piacere. Piango. Sú. Comprati almeno un'aragosta viva da addentare in viaggio, no?”. Insomma, se ancora non si fosse capito, sono fan di Volotea. Ribadiamo il concetto, graffittiamolo sui muri, quel che volete. 'Sta cosa di spostarmi il volo ad ore antelucane, peró, NON me la dovevano fare. Certo, mi fa piacere arrivare a Bilbao prima del tempo (Bilbao ricorda un po' Billboard, vero? E anche Bilboa. Cosí, per dire); Ma il fatto é che, tutto ad un tratto, mi son trovata ad affrontare un dilemma amletico: svegliarsi alle quattro del mattino per arrivare in aeroporto per tempo o svegliarsi alle 5 del mattino per arrivare in aeroporto in extremis? Ci ho pensato sú circa 10 secondi. Dopodichè ho aperto la pagina di Booking [nota soluzione ai Problemi del Mondo] e mi sono messa a cercare stanze singole in alberghi nelle prossimitá del terminal. Un'ora in piú di sonno val bene la spesa, capirete anche voi.
Comunque. Mancano sette, miseri, giorni a qualcosa che aspetto da un bel po'. E il problema é che sono preda di una pericolosissima miscela di sensazioni contrastanti. Di quelle che potrebbero portarmi a scoppiare in lacrime come una bimbaminkia D.O.C. Ai primi accordi di Caminar. O, in alternativa, a picchiare qualcuno. Ad aggravare il tutto, pare che Mr.Ciuffo abbia radunato in un solo concerto tutte le canzoni che per me hanno un significato particolare. Dico “pare” perché di video sto cercando di guardarne il meno possibile. Si sa, Youtube prima di un live é come le medicine: fa bene, ma se appena esageri arrivano gli effetti collaterali. Peró so di Una Foto en Blanco y Negro. De La suerte de mi vida. Di Vuelve (e-e-e-) e di qué caro es el tiempo. E c'ho giá un brivido all'interno del cuore.
So anche che buona parte dei musicisti della sua band é alquanto avvenente, ma quello é un altro discorso. Nonché un punto a favore della prima fila (vedere in seguito, alla voce “conflitti interiori”). Un attimo ci penso, e l'astinenza da concerto emerge con tanta forza che potrei vendermi l'anima pur di seguire tutto il tour. L'attimo dopo mi passa la voglia, ancora preda della strana lotta che ho ingaggiato con me stessa, dove crescere vorrebbe dire capire che é solo musica. E viverla meglio. Alla lontana. Senza stress. Un giorno sono talmente esaltata che mi organizzo -incoerente – per l'accampamento pro-prima fila. Perché un concerto lontana dalla transenna non é la stessa cosa. Perché ho bisogno di vicinanza e forse anche di occhiolini. Ma il giorno dopo ricordo e ribadisco il mantra assurdo dell'estate passata. “Voglio diventare Indie!”, dicevo benedicendo la tranquillitá. Un bicchiere in mano, niente corse, niente tende, niente file: non é forse questo, il Paradiso? E poi ricordo i volti. Non vedo l'ora di rivederli. Di sentirmi parte del loro mondo, che é in parte quello in cui sono cresciuta. E poi ripenso alla nausea che mi danno quelle invidie. Le lotte tra i gruppetti. Il clima piú amaro, astioso e terribile che io abbia mai visto all'interno di un gruppo di fan. Non voglio trovarmici in mezzo, cazzo, non mi piace piú. E' troppo inevitabile il confronto con l'allegria del fanclub italiano (e non lo dico perché sono di parte!) o di un'altra community musicale che mi sono trovata a frequentare da un po' in qua. Lí c'é gioia, c'é unitá, c'é affetto. Ed é cosí che dovrebbe essere, tra chi condivide una passione. Non una sfida perenne per reclamare dediche piú fighe ed attenzioni. Morale: sono cosí presa dalle mie paturnie da aspirante bipolare che non ho ancora organizzato niente di utile o concreto (a parte progettare un provino per Homeland). Dico sul serio: non ero cosí impreparata a un viaggio da quando sono andata a Salonicco. E, considerando l'influenza intestinale epica che m'ero presa in quelle circostanze, direi che non é un buon segno. Peró, dai, forse sono troppo dura con me stessa. In fondo una lista delle cose da fare in quest'ultima settimana l'ho stilata. Dice piú o meno cosí: PRE-CONCERTO (<3 Billboard!! <3 <3) TO DO LIST:- Bandiera (é verde-grigio-rossa, forse é il caso di lavarla?) ---> naa, fa piú vissuto- Custodia cd (senza cd, che magari lo perdi) - Cercare Guida/Mappa (Aeroporto?!?) - Comprare caramelle alla fragola (lunga storia)- Decidere se provare i Pintxos subito o aspettare che arrivi Céline. Considerato che non so manco come raggiungere l'hotel o come contattare parte della gente che dovrei vedere, ho giusto il vaghissimo sospetto di avere un problema con le prioritá.