Secondo gli esperti, la menoraggia è clinicamente definita come una maggiore perdita di sangue che supera gli 80 ml per ciclo o, alternativamente, con mestruazioni che durano più di una settimana. Si noti che il periodo mestruale, in media, ha una durata di 21-35 giorni e 7 giorni per le perdite del flusso di sangue (25-80 ml).
Nella realtà è difficile misurare le perdite di sangue mestruale, e molte volte la diagnosi è basata sulla valutazione soggettiva da parte del paziente. E’ quindi probabile che i rari episodi di menorragia vengano confusi da alcune donne, anche se non comportano gravi rischi per la salute.
Cure e Rimedi Menorragia
Tuttavia, i pazienti che hanno perso più di 80 ml di sangue, soprattutto ripetutamente, sono a rischio di conseguenze mediche in quanto possono sviluppare anemia (carenza di globuli rossi sani) e carenza di ferro.
Sintomi menoraggia
La manifestazione più evidente della menorragia è il flusso pesante, che rende il paziente debole e richiede un cambiamento continuo degli assorbenti e tamponi durante il giorno. Inoltre il secondo sintomo più evidente è la durata del ciclo che in genere provoca un sanguinamento mestruale che dura oltre 7 giorni.
Alcune delle cause più comuni di questo problema sono:
- Squilibrio ormonale.
- Malattia infiammatorie pelvica (infezione dell’utero, tube di Falloppio, e le vicine strutture pelviche).
- I fibromi uterini (tumori non tumorali).
- Gravidanza anomala, come l’aborto spontaneo o ectopica (fuori dell’utero).
- Infezioni, formazione abnorme di tessuto o polipi nella cavità uterina.
- Malattie del sangue e disturbi della coagulazione.
- Elevato livello di prostaglandine (sostanze prodotte dal corpo con molte funzioni importanti per l’infiammazione e coagulazione).
- Alta concentrazione di endotelina (sostanze chimiche che aiutano a dilatare i vasi sanguigni nel corpo).
- Malattie del fegato, del rene o della tiroide.
Quali cure per la menorragia?
Recarsi da un ginecologo per effettuare esami fisici completi. I metodi per la diagnosi della menorragia sono:
- Analisi del sangue. Il loro scopo è quello di rilevare la concentrazione di ormoni o altre sostanze nel sangue.
- L’esame microscopico di cellule raccolte dalla cervice o nell’utero per scartare la presenza di tessuti anormali che possono alterare le mestruazioni.
- Ultrasuoni. Tecnica per ottenere immagini dal all’interno del corpo umano utilizzando onde sonore ad alta frequenza.
- Endometriale. Biopsia procedura nella quale i campioni di tessuto vengono rimossi dall’interno dell’utero (endometrio) per l’esame al microscopio.
- Hysteroscopy. Esame visivo della cervice e nell’utero per mezzo di uno strumento speciale (isteroscopio) per verificare la presenza di eventuali anomalie.
Quali rimedi per la menorragia?
Il trattamento della menorragia deve essere individualizzato dal medico in base agli esami svolti. E’ opportuno considerare anche:
- L’età della donna, salute generale, e la storia medica.
- Presenza di altre malattie mediche.
- Se il paziente vuole avere figli.
- Tolleranza dei farmaci specifici, procedure o terapie, e gli effetti negativi che potrebbero derivare.
Il trattamento può includere:
- Integratori di ferro quando la menorragia è accompagnata da anemia.
- I farmaci che inibiscono le prostaglandine, come i FANS, come l’aspirina, paracetamolo o ibuprofene, riducono crampi e sanguinamento.
- Contraccettivi orali perché inibiscono l’ovulazione.
- Ablazione endometriale, che è procedura di distruggere il rivestimento dell’utero (endometrio).
Nei casi gravi e dopo attenta valutazione può essere suggerita isterectomia che è la rimozione chirurgica dell’utero. Questo significa perdere la possibilità di avere figli.