Presso la nuova sede della Günter Grass Haus (aperta dall’ottobre scorso in Glockengießerstraße 21 a Lubecca) fra libri, oggetti e opere del celebre scrittore – oltre al Premio Nobel esposto nella sala di ingresso alla Casa Museo – sino al 6 gennaio 2013 è visitabile l’esposizione Menschen und Orte (letteralmente “Persone e Luoghi”) in cui vengono proposte alcune delle fotografie realizzate da Angelika Fischer dal 2002 in poi, in luoghi particolari in cui scrittori, artisti, intellettuali e scienziati del passato hanno soggiornato e creato, sofferto e vissuto. L’evento Menschen und Orte trova la sua naturale collocazione in questo luogo d’Autore per definizione come lo spazio espositivo ed il laboratorio privato del celebre scrittore tedesco. Con delle suggestive immagini in bianco e nero, soffermandosi sui dettagli (un paio di occhiali, la penna, la macchina da scrivere), oppure cogliendo l’insieme di un ambiente (scrittoi, librerie, finestre), Angelika Fischer rievoca lo spirito degli Atelier e delle abitazioni di noti personaggi del panorama letterario tedesco come Johann Wolfgang Goethe, Hermann Hesse, Hans Fallada, Arno Schmidt, Alfred Kubin, solo per citarne alcuni. I dettagli colti dalle sue fotografie raccontano il lato umano dell’Artista giustificando il titolo Persone e Luoghi solo all’apparenza contraddittorio; senza il bisogno di ritrarre nessuno, i vari oggetti rappresentati in questi scatti raccontano la persona durante il soggiorno in una determinata località, rivelando sfumature e particolari a volte anche inediti o dimenticati: Angelika Fischer definisce questo suo lavoro non a torto “Indirekte Porträts” (Ritratti indiretti).
E così esploriamo la vita di Hermann Hesse a Montagnola durante la stesura di tanti conosciuti romanzi: L’ultima estate di Klingsor, Il lupo della steppa, Siddharta, Il gioco delle perle di vetro; curiosiamo fra i luoghi in cui è nato l’intenso rapporto di amicizia fra Goethe e Charlotte von Stein: per il grande poeta questa relazione impossibile fu causa di dolore e rinuncia e nel 1786 rappresentò uno dei motivi principali della sua fuga in Italia. Nelle foto che riguardano Hans Fallada quasi lo vediamo rientrare al suo tavolo di lavoro: la tazza è ancora vicina alla macchina da scrivere come per rievocare la ferma decisione di non voler abbandonare il suo Paese soprattutto nei difficili e terribili anni del nazismo (a tal proposito colgo l’occasione per citare l’interessante volume Nel mio paese straniero pubblicato recentemente da Sellerio, in cui lo scrittore descrive le sue difficoltà durante gli anni del potere di Hitler. Questo documento è stato pubblicato per la prima volta in Germania solo nel 2009).
La stessa fotografa racconta dell’incanto che questi luoghi sono in grado di emanare e dell’incredibile forza con cui raccontano quella parte dell’esistenza spesso meno nota legata al silenzio e alle piccole abitudini quotidiane durante i periodi della creazione artistica. La foto rappresenta lo strumento chiamato a indagare il non detto e a trasmetterlo con veemenza grazie anche alla scelta del bianco e nero che restituisce intatto il fascino del passato. Il progetto si è man mano ampliato e si è avvertita la necessità di raccontare e riproporre i motivi e le circostanze che hanno legato questi celebri Artisti e Personaggi alle varie località; sono nate così le 27 monografie della collana Menschen und Orte della casa editrice AB Fischer esposte tutte in una teca all’interno della sala espositiva. Fra queste non si può restare indifferenti al lavoro Thomas Mann in Nidden località in cui egli trascorse le ferie estive con la famiglia e in cui scrisse la tetralogia Giuseppe e i suoi fratelli; anche a questo celebre figlio di Lubecca è stata dunque dedicata una sessione di immagini che non sono state però incluse in questa esposizione.
Per maggiori informazioni:
http://grass-haus.de/de/50/asid:83/ausstellung.html
http://www.edition-abfischer.de/