Durante tutto il mio percorso di formazione mi hanno insegnato che un Mental Coach deve saper vedere il miglioramento che può raggiungere la persona che ha davanti e aiutarla a CREDERE in quel cambiamento.
Un Mental Coach ti deve spronare, pungolare, motivare, incitare… deve accrescere la tua autostima, deve aiutarti ad andare oltre alla fatica, deve farti sentire al 110%, deve aiutarti a creare un Action Plan per raggiungere i tuoi obiettivi e soprattutto deve farti sentire speciale, aiutandoti ad anticipare mentalmente il tuo successo tirando fuori il tuo Cuore.
Sicuramente tra queste cose non c’è il dirti: “Mi spiace ma non ce la farai”.
E invece io credo che sia uno degli strumenti di Mental Coaching più potenti, che un Mental Coach possa utilizzare.
Ma, come dice il nonno di SpiderMan…
Eh già, non ne si può abusare… anzi, lo si può utilizzare solo in circostanze davvero più uniche che rare, è un po’ come il bottone rosso da schiacciare solo in caso di emergenza.
Il tutto parte con un dialogo interno del tipo: “Ah no? Stai a vedere” e quando il Mental Coach si accorge di quel dialogo (di solito è ben visibile dalla fisiologia della persona), gli deve porre la domanda finale:
“Ok, lo vuoi fare lo stesso?”
Questa domanda rappresenta uno sparti acque, un SI come risposta sta ad indicare la piena consapevolezza che da lì non si torna più indietro… si va solo avanti!
Ed è da quel punto che il Mental Coach torna ad assumere il ruolo di cui abbiamo parlato sopra, aiutandoti ad andare avanti verso l’obiettivo.
Pensaci: quanto è forte il fare qualcosa quando qualcuno ti dice che è IMPOSSIBILE??!
Come credi che si sia sentito Roger quando frantumò il “Mi dispiace non ce la farai” che gli avevano detto? E soprattutto quanto di quella prestazione fu dettata dalla determinazione mentale del “Ora ti faccio vedere io”?
Probabilmente la stessa determinazione che convinse Colombo (Cristoforo, non li Tenente) a salpare per le Indie andando verso Ovest, sicuro del fatto che, essendo la terra rotonda sarebbe “sbucato” ad Est… piccolo particolare, la terra era considerata da tutti PIATTA!!!!
Questo per dire che se sei un Mental Coach, quando senti che chi hai di fronte ha bisogno di non “avere una via di fuga” e farlo totalmente concentrare sul COME LO FACCIO e non più sul LO FACCIO/NON LO FACCIO, fai queste 2 cose:
- Guardalo fisso negli occhi;
- Digli “Mi dispiace, ma credo proprio che tu non ce la possa fare… è impossibile”!
Nel dirglielo, concentrati sulla sua fisiologia e nota come probabilmente dopo un attimo di “sconforto” inizierà a fissare un punto e a fare dei “SI” con la testa e magari anche ad abbozzare un sorriso… si sta dicendo una cosa tipo “Impossibile eh… allora lo faccio!” , ecco quello è IL MOMENTO per fare queste 3 cose:
- Guardalo ancora più fisso negli occhi;
- Mettiti in una fisiologia potenziante;
- Chiedigli “Lo vuoi fare lo stesso vero?!”
Lui ti dirà di SI e da quel momento avrai la garanzia che ci metterà tutto sé stesso… ANIMA E CORPO.
Se non sei un Mental Coach, ma hai un grande obiettivo e senti la necessità di superare la soglia del non ritorno per concentrarti solo sul “vado avanti”, il mio consiglio è:
- Cerca persone che ti dicano “Non ce la farai”, magari anche qualcuno che non ti è proprio simpaticissimo (anzi!!!!), al quale SBATTERE in faccia il tuo successo una volta che lo avrai raggiunto.. con un bel “Visto??!!”;
E soprattutto renditi conto che quelle (o quella) persone sono pochissime rispetto all’oceano di gente che crede in te.
Accendi la fiammella con i “Non ce la farai”, dopodiché lascia che arda dentro di te il fuoco di tutti i “Ci credo” che troverai sulla tua strada!
Lance Armstrong ha detto:
…con l’amore e il sostegno degli amici e dalla famiglia sono tornato in bicicletta e ho vinto per 7 volte consecutive il Tour de France. Credo che se una persona non molla mai quando la situazione è dura, non avrà nulla di cui pentirsi per il resto della vita…
E se non bastasse, ecco l’esempio di alcune persone, che credo tu conosca, alle quali è stato detto “Non non ce la farai”:
A presto e Buone Feste.