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Mental training e punti di vista: ma chi l’ha detto che c’è un limite per fare cose grandi ...

Creato il 19 settembre 2011 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Mont Ventoux: salita che sfiderebbe il più bravo atleta con il miglior mental trainerHo avuto l’ispirazione di scrivere questo articolo grazie ad uno sportivo che seguo da poco in mental training. Mi ha contattato qualche mese fa, dicendo che “si vergognava” di avermi contattato perché una persona “come” lui solitamente non dovrebbe pensare all’allenamento mentale (e non solo) per migliorare nel proprio sport e che forse stava perdendo il suo tempo.

Questa persona sta investendo molto per diventare forte nel tennis: ha trovato un maestro molto in gamba che lo segue a livello tecnico/tattico e atletico, ha iniziato a fare mental training e si allena quasi ogni giorno.

Si comporta da atleta professionista, ha un grande entusiasmo e una voglia di migliorare incredibili e quando gioca a tennis è la persona più felice del mondo, ma pensava di non meritarsi questo, perché secondo alcune persone a 50 anni è “ridicolo” pensare di poter ottenere qualche risultato nello sport.  Queste persone credono che ci sia una soglia oltre cui non si può andare, e che se non ti sei giocato le tue carte quand’era il momento, è inutile giocarsele ora, meglio stare seduti davanti alla televisione a guardare qualche bel programma “spazzatura”, di cui sfortunatamente c’è una vastissima scelta!

Conosco delle persone che sono dei grandissimi esempi di eccellenza sportiva grazie ad un’altra mia passione (sì, ne ho un’altra oltre al mental coaching!): spesso durante la bella stagione organizzo dei viaggi che prevedono l’attività giornaliera con le bici da corsa nei luoghi più belli del mondo. La scorsa settimana, ad esempio, mi trovavo sul Mont Ventoux, famosa tappa del Tour de France, pendenza media 7,5% con picchi del 15% per una salita lunga 20 km… insomma, non proprio una passeggiata… Pedalare lì è incredibile. Quando arrivi sulla cima ti sembra di aver conquistato il mondo!

Le persone che partecipano a questi viaggi sono solitamente americani e tipicamente avanti con l’età.

Ad esempio, in un viaggio che ho fatto recentemente, avevo un gruppo di persone di 70 anni, ex compagni del College, amici da una vita. Immagina cosa significa per il loro fisico pedalare sul Mont Ventoux!

Credimi se ti dico che in bici riuscivo a malapena a stargli dietro. Non sono certo un fenomeno ma me la cavo, e comunque ho 40 anni in meno di loro!!

Uno di loro è l’attuale coach della squadra di football americano di cui è stato in gioventù un glorioso quarterback , un altro è l’attuale campione in carica USA nello squash (ovviamente della sua categoria).

Pensa: ha 70 anni e detiene un titolo nazionale. Sicuramente non è come vincere il titolo nazionale professionistico, ma sono convinta che la passione, l’impegno e la soddisfazione che ci stanno dietro siano le medesime. E cos’è lo sport se non questo?

Da loro ho imparato che a 70 anni è ancora possibile essere incredibilmente sportivi, farò di tutto per essere come loro quando avrò la loro età. Niente mai, finché sono in salute, mi impedirà di dedicarmi allo sport, è troppo bello! Non mi interessa se mi daranno della vecchietta decrepita!

Molti di loro avrebbero potuto pensare che in gioventù hanno perso il loro “treno”, che non sono potuti diventare famosi, che è “inutile” affannarsi tanto in allenamenti e competizioni.

Ma quelli che pensano così non hanno capito veramente cos’è lo spirito sportivo.

Non si tratta sempre di vincere o perdere, non si tratta della medaglia o di fama, credo che lo sport sia altro. Lo sport è passione, spirito di sacrificio, disciplina, salute, amore verso se stessi. La vittoria più grande, quella che premia di più, è lo sforzo che si compie per raggiungere il proprio obiettivo.

Ed anche se il tennista cinquantenne che seguo in mental training non potrà mai diventare come Nadal, di sicuro può diventare il migliore della sua categoria. Non riceverà una medaglia d’oro, ma la soddisfazione sarà di platino!!!

Silvia Pasqualetti
Di Silvia Pasqualetti


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