Mentre i politici italiani non intendevano disturbare o interferire negli affari di Gheddafia (questa è stata Libia per quarant’anni), il macellaio di Sirte bombardava i suoi sudditi, bollandoli come ratti e drogati

Creato il 23 febbraio 2011 da Risibilmostra

Author James (Jim) Gordon from Manhattan, New York City, USA

Mentre i politici italiani non intendevano disturbare o interferire negli affari di Gheddafi, mentre altri ritenevano il rais garante della stabilità nell’area che si doveva salvaguardare a tutti i costi, il macellaio di Sirte bombardava i suoi sudditi, bollandoli come “ratti e drogati”, che manifestavano contro il regime, assoldava mercenari per diffondere il terrore e soffocare nel sangue la parola “libertà” insieme a chi la pronunciava. Guai a parlare di intervento! Gli esportatori di democrazia in Iraq sbavavano che la “democrazia non si esporta” seguendo alla lettera il principio di contraddizione che ha finito per sostituire l’obsoleto principio “di non contraddizione”, altri erano preoccupati per gli eventuali sbarchi di uomini in fuga (clandestini, secondo il Nuovo dizionario della lingua transpadano-italica) e chiedevano smistamenti in altri paesi europei in nome di un europeismo sempre insultato con pensieri, parole, opere e omissioni, l’Europa ha mostrato una prontezza e un’unità nel non muoversi da commuovere e spingere al mea culpa gli euroscettici. Intanto 10.000 (diecimila!) persone venivano massacrate e 50.000 mila ferite per ordine dell’amico degno di baciamano e di pubblici elogi.

Dopo gli sbarchi temuti, ciò che più preoccupa i nostri politici è l’eventuale creazione di un governo di fondamentalisti islamici. È strano che così fini strateghi e conoscitori della geopolitica non abbiano in alcun modo percepito che le cose per il macellaio Gheddafi si stessero mettendo male. Dov’erano i nostri servizi segreti? Gli italiani in Libia non avevano avvertito nulla? Qualcuno li aveva mai sentiti? Possibile che politici così accorti non abbiano visitato altro che la tenda del beduino assassino? Possibile che così strenui esportatori della democrazia non abbiano incoraggiato ed aiutato chi voleva ribellarsi al governo tirannico e sanguinoso? Con quale credibilità ora l’Italia e l’Europa potranno indirizzare verso la democrazia il post-Gheddafi? Quale democrazia? Quella europea che coccola e sostiene i dittatori sanguinari se possono essere economicamente utili, tranne poi, una volta caduti, biasimarli, additarli al pubblico ludibrio? La credibilità per un politico e per una politica democratica dovrebbe essere il primo obiettivo, sempre, anche quando si è costretti a trattare con dittatori. Non si può essere amico dell’assassino e solidale coll’assassinato. Almeno secondo logica, se esiste ancora.



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