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Mentre l'Italia aumenta l'Iva, la Cina ha deciso di tagliarla per continuare a crescere!

Creato il 07 giugno 2012 da Albertofattori
(Pubblicato su Affari Italiani il 6 giugno 2012)
Alla luce degli interventi in materia fiscale previsti in Italia e il prossimo aumento dell'Iva, prima che sia troppo tardi, forse sarebbe opportuno per i nostri governanti considerare con maggiore attenzione il messaggio in controtendenza che arriva in questi giorni dalla Cina.
Infatti, mentre l'Italia era concentrata su come fare cassa attraverso una sempre maggiore pressione fiscale, i cinesi erano impegnati a testare esattamente il contrario, attraverso un esperimento partito da Shanghai basato sulla riduzione dell'Iva ad un gruppo di imprese pilota. I risultati sembrano essere stati più che lusinghieri, tanto che ora si pensa ad una estensione dell'approccio a livello nazionale.
L'esperienza di Shanghai, che ha visto coinvolte da marzo oltre 129.000 aziende dei trasporti, costruzioni, ricerca e sviluppo, ICT, prodotti culturali, servizi finanziari e consulenza, si basava su un principio di "tassazione differenziata". Si passava così dal 17% per l'affitto di immobilizzazioni materiali, all'11% per i trasporti e le costruzioni, per finire al 6% per quelli che erano stati definiti "servizi moderni".
"Il progetto pilota ha funzionato senza problemi ed evidenti sono i primi effetti connessi alla sua applicazione," hanno dichiarato le autorità cinesi dopo l'ultima sessione di verifica di questi giorni a Shanghai. "In media, il programma ha ridotto il carico fiscale per le industrie che vi hanno partecipato e contribuito a stimolare uno dei nostri settori più critici: quello dei servizi."
La nuova Iva sperimentata a Shanghai, a differenza della tassazione tradizionale, presenta il grande vantaggio che tiene conto del fatturato delle aziende a prescindere dai costi operativi sostenuti per le loro attività. Questo nuovo metodo consente quindi alle aziende di rivendicare il "credito d'imposta a monte", come ad esempio le spese per macchinari, carburante ed altri beni e servizi soggetti ad IVA.
Dalle analisi fatte in questi giorni, il progetto pilota ha contribuito a rafforzare la competitività delle aziende coinvolte e al rafforzamento del terziario avanzato, per anni schiacciato dalle basi stesse dell'economia cinese, dedicata all'industria ed all'esportazione.
Va sottolineato come questa di Shanghai rappresenti solo una delle azioni in cantiere di un più esteso piano di riduzione del carico fiscale sui cittadini e le imprese che verrà introdotto nei prossimi mesi.
L'obiettivo è quello di aiutare la crescita del mercato interno, favorire i consumi e contribuire al volano economico che possa portare la Cina ad una sempre maggiore indipendenza dall'export.
Un messaggio chiaro, corredato da risultati sul campo che forse potrebbe indicare una rotta ben diversa da quella che invece sembra essere stata scelta dal Governo italiano, un approccio che rischia solo di "strozzare" il sistema imprenditoriale italiano, contribuendo non poco ad una complessiva perdita di competitività del sistema Paese nel suo assieme.
Il dubbio a questo punto appare legittimo: non è che l'Italia stia imboccando la strada sbagliata?

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