Una sera, non molte lune fa, cercavo d'addormentarmi.Proprio non mi riusciva così, dopo una lunga giornata di lavoro, mi sonotrovata a girarmi e a rigirarmi inutilmente nel letto alla disperata ricercadel sonno dei giusti. Allo scopo di prender sonno mi sono imposta dimummificarmi e di chiudere gli occhi svuotando la mente, ma essendomiimmobilizzata in una posizione scomoda e scomposta... l'unico vantaggio che neho tratto è stato quello di fermare la circolazione del braccio sinistrocon annessi e fastidiosi formicolii di rito. Mi sono allora messa apensare a quello che avrei dovuto fare il giorno successivo aggiungendo allamia inquietudine notturna le ansie della giornata in arrivo. Il cuore iniziavaa battere più forte, gli occhi s'erano sbarrati e a un passo dall'alzarmi percontrollare l'agenda mi sono resa conto che l'unica soluzione accettabilesarebbe stata quella di scartare a priori - e per sempre - l'idea di portarmiil lavoro a letto. I minuti scorrevano, le lancette impietose continuavano ad avanzarenella loro corsa priva di ostacoli mentre io mi lasciavo scivolare la notte trale dita. Un folata di vento mi aveva fatto rabbrividire sotto le lenzuola;ecco, forse avevo bisogno di scaldarmi. Mi sono coperta meglio e ho iniziato aimmaginarmi un gregge di pecore compiacendomi in silenzio della mia diabolicaastuzia. Avrei contato qualche centinaia di pecore e in mezzo a tutta quellalana mi sarei illusa di sudare dal caldo. Così non fu, avendo trovatoesasperatamente noioso il computo degli ovini dopo solo pochi capi. Non rimanevache abbandonarsi alle sopravvalutate e inflazionate fantasie pre-morfeo nellequali una meravigliosa fanciulla - interpretata dalla sottoscritta, ovverol'autrice del vagheggiamento - viene puntualmente salvata dal misterioso etenebroso eroe con il quale vivrà per sempre felice e contenta. In una prima versionesperimentavo la paura di essere derubata da due malfattori prontamenteacciuffati dall'uomo dei miei sogni che poi mi aiutava a rialzarmi da terrapresentandosi e restituendomi la borsetta. Oppure mi dimenticavo il giornale inedicola e il suddetto eroe mi inseguiva per rimediare alla mia sbadataggine. Inuna variante sul tema, più hollywoodiana, mi salvava da esplosioni e malfattoriarmati fino ai denti. Ma tutta questa azione non faceva che eccitare la miamente imbevuta di adrenalina, invece che assopirla. Così ha abbandonato ancheil sentiero delle illusioni romance-action a favore di più sobrie valutazioni geometriche. Avevoinfine pensato che perdermi in calcoli e noiose considerazioni tecniche potessefavorire l'arrivo di Morfeo. Allora, se in una vasca miscelo 50 litri d'acqua a60° e 30 litri a 18° quale sarà la temperatura finale dell’acqua? Ebbene, èstato in questo modo che ho rivalutato l'importanza delle scuole secondarie diprimo livello e constatato il pessimo stato in cui stagnava la mia memoria.Innervosita per non essere riuscita a risolvere il problema, mi sono alzata evestita. Quella notte non s'avea da dormì.