Mercanti di spezie

Creato il 04 novembre 2013 da Theartship

Per Artefiera nuove prospettive d’investimento in un’edizione 2014 che guarda all’Est, tra l’Europa e l’Oriente

Dal 24 al 27 gennaio si terrà la trentottesima edizione di Artefiera, ormai consolidata kermesse bolognese che quest’anno ospiterà circa 150 espositori, con un aumento del  15/20% rispetto al 2013. L’edizione 2014 avrà una gemella a Shangai nel settembre prossimo – Shangai Contemporary -, proponendo un progetto dalla forte attrazione sintetica, tarato sul mercato del collezionismo asiatico. Nella prospettiva di Guido Mologni, curatore dell’iniziativa d’Oriente, la struttura dei padiglioni è chiara: 5 zone -  100 gallerie d’arte, una Country Guest (forse Giappone o Corea) , uno spazio per Special Project (con progetti allestitivi affidati a curatori esterni), una Promising, sezione di giovani artisti under 35 e una grande Free Trade Zone, ibrido tra una casa d’asta e una fiera – per portare in fiera il mercato del collezionismo. Grande attenzione anche per la mostra Discovering Ink, in regime di coerenza con l’importanza che in Asia viene dato a questo medium.

Dopo il diniego del Motor Show 2014 è l’arte – con i suoi due direttori artistici Giorgio Verzotti e Claudio Spadoni  - che prova a fare reparto proponendo una manifestazione che affiancherà oltre alle ormai classiche sezioni – Arte moderna e Contemporanea, Solo Show e Under 35, Fotografia e Grafica d’autore, Conversations e Mostre -  una Special Focus Section – Il piedistallo vuoto – , selezione di 100 opere di grande formato provenienti dai Paesi dell’Europa dell’Est.  Una sfida quest’ultima affidata a Marco Scotini, curatore indipendente e Direttore di NABA di Milano: « Una ricchezza scoperta dopo lo scioglimento del blocco sovietico in particolare dentro le collezioni italiane (..) che permetterà di invitare a Bologna una costellazione di gallerie sorte nell’est europeo, moltiplicatesi negli ultimi due anni» ma anche « Le maggiori collezioni private:  Sandretto Re Rebaudengo , Collezione Trussardi, La Gaia di Torino, Collezione Maramotti, Unicredit, Antonio dalle Nogare, Gemma Testa, Collezione AGI Verona e Giorgio Fasol» ha detto oggi in conferenza stampa .

Ai tre curatori spetta il compito di gestire il volano di un’economia se fosse possibile ancor più volatile, diversificata e fluida, segmentata tra piccoli collezionisti e fast consumer, esperti compratori e nuovi boho chic (che investono in futures cioè nella giovane arte contemporanea, nei multipli, nella fotografia e grafica d’autore).

Una fiera che non vuole essere solo mercato ma che nelle parole di Claudio Spadoni punta ad un criterio che «Io credo debba essere quello della ricerca della qualità», impostando la fiera  «Con un approccio curatoriale, con il diritto di invitare delle gallerie» ha aggiunto Verzotti.

Tra le importanti collaborazioni torna la Artcity realizzata dal MamBo e da Istituzione Bologna Musei, che punta quest’anno a celebrare il maestro Giorgio Morandi, scomparso cinquant’anni fa «Il valore di Morandi diceva il Longhi l’avremmo conosciuto tra cinquant’anni»  ha detto Gianfranco Maraniello.

Altra novità di quest’anno è la collaborazione con la fiera Mia di Milano che tenta la collaborazione tra una fiera specialistica e una più generalista.

Misurare i flussi di mercato dell’arte italiana in primis ma anche internazionale, proponendo un modello espositivo in cui alla fiera mercato si affiancheranno tavole rotonde, party e visite guidate, pare essere l’ottica all’interno della quale inserire l’iniziativa, con l’obiettivo di differenziare l’offerta sostenendo a un tempo anche il mercato dei piccoli collezionisti. Una percezione che punta a formare il gusto più che la moda e che pare all’oggi essere «Uno degli ultimi sistemi, modi, mezzi, per contrastare e salvare l’identità delle gallerie, quel luogo in cui i collezionisti dibattevo di arte e cultura, dove si formava il gusto e non la moda del fatto artistico (Massimo di Carlo presidente di ASCOM) ».

Le intenzioni, le collaborazioni e i numeri di Artefiera fanno ben sperare anche se il polso della situazione potrà essere valutato scientemente solo all’apertura nel 2014.

Certi che qualche rischio vada corso, per evitare che questa manifestazione così ricca di stimoli e di potenzialità finisca per essere solo un luogo di transito e si appiattisca come mercato “secondario” resta implicito il monito di riprendersi con veemenza il carisma culturale che le spetta.


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