Quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi soprattutto dal punto di vista finanziario è l’ennesimo crash annunciato e frutto della politica monetaria e non convenzionale delle banche centrali e che rischierà di far crollare in contemporanea tutti gli asset finanziari, a partire dalle borse, dalle obbligazioni governative e societarie, fino alle valute e forse anche l’oro.
Vi salverà solo il cash. Mai nella storia finanziaria, così come accaduto in questi ultimi anni, ha visto un sistema finanziario internazionale inondato da così tanta moneta, che se in principio doveva servire per finanziaria la ripresa economica, ha poi ricoperto il ruolo principale di drogare i mercati finanziari fino ad arrivare all’assurdità economica di ricevere rendimenti negativi dalle obbligazioni statali.
Ora tutto è perfettamente in bolla e non sarà gioco facile per le banche centrali far credere che comunque è tutto sotto controllo. L’attuale situazione ricorda molto facilmente la prima grande depressione mondiale. Allora l’indice Dow Jones crollò del novanta per cento, toccando un minimo nel 1932, per poi rimbalzare fino al 1937, per poi sprofondare nuovamente del cinquanta percento, a cui poi lentamente seguì una nuova ripresa. Gli stessi governatori della Fed locale di Dallas e di St.Louis hanno rilasciato dichiarazioni in tal senso, aspettandosi una correzione finanziaria di una certa importanza.
Quando accadrà ? Nessuno potrà mai conoscere il giorno preciso ma è possibile intuire il comportamento silenzioso del mercato analizzandolo dal punto di vista tecnico ovvero dal movimento dei prezzi e del loro momentum. Volendo rappresentare meglio questo quadro e nel tentativo di anticipare prima che sia troppo tardi sul cosa sia possibile fare, si può notare come l’indice azionario tedesco, nel grafico sopra riportato, abbia raggiunto i massimi di prezzo di tutti i tempi e che il picco attuale dello scorso aprile 2015 sia per certi versi molto simile al picco del marzo 2000.
In entrambi i casi, ad un primo calo dei prezzi, si può osservare come anche l’importante indicatore di momentum (nella parte inferiore del grafico) abbia fatto registrare nel 2000 un flesso verso il basso, anticipando poi il patatrack: oggi sembra che stia per accadere la stessa cosa e servirà solo la conferma di un nuovo flesso verso il basso del momentum e del prezzo e il gioco è fatto. Del resto i mercati vivono purtroppo di avidità e di paura, e c’è chi purtroppo non vede l’ora che possa arrivare il prossimo crash affinchè poi le quotazioni ritornino a prezzi interessanti. La campanella non suona mai nei mercati finanziari e il rischio di una crisi veloce e importante (flash crisis) pare proprio alla porta.