Mergellina, storia di una delle zone simbolo di Napoli

Creato il 14 ottobre 2015 da Vesuviolive

Siegue Mergellina, stanza dolcissima delle napolitane muse nella seconda metà del secolo decorso, che inspirò forti e laudevoli pensieri a quanti fecer dotta e conta la passata età. Quivi vicino è la villa di Virgilio, che prospettava le poetiche e pittoresche coste del Vesuvio, e di Sorrento, le quali inspirarono a lui quei solenni poemi, che rendon sì caro e venerato il nome suo e la sua tomba, la quale non molto lungi sorge come tempio d’inspirazioni, in cui trassero fra gli altri Dante, Boccaccio, e Petrarca”. Grazie a queste parole scritte da Giovanni Pagano a metà dell’Ottocento possiamo comprendere come era vista Mergellina. Situata nel quartiere Chiaia, ai piedi della collina di Posillipo, si estendeva intorno al porto, un tempo di pescatori e oggi prevalentemente turistico, e alla chiesa di Santa Maria del Parto. Quest’ultima fu fondata da Jacopo Sannazaro nel 1524 su una proprietà avuta in dono da re Federico d’Aragona. Alle spalle dell’altare maggiore del complesso religioso è situato il sepolcro del poeta napoletano commissionato dallo stessa Sannazzaro allo scultore fiorentino Giovanni Angelo Montorio.

A un quadro della chiesa di Santa Maria del Parto è legata anche una delle leggende napoletane più intriganti, quella del “Diavolo di Mergellina”. Il dipinto mostra san Michele nell’atto di uccidere il demonio avente testa di una donna. Matilde Serao narra che il cardinale Diomede Carafa si fosse innamorato di una certa Isabella che ricambiò il suo amore solo per un breve periodo. Quando la donna lo lasciò per un altro pretendetene, per non impazzire e liberarsi del dolore, Carafa fece dipingere il quadro da Leonardo da Pistoia.

Dipinto di Leonardo da Pistoia

Mergellina è stata da sempre decantata per la bellezza del panorama che offriva, anche se con il passare del tempo la sua struttura originale è stata notevolmente modificata. Inizialmente si affacciava direttamente sul mare, oggi invece è diventata una strada interna a causa delle numerose colmate, iniziate a fine Seicento, che hanno avanzato l’area costiera e che hanno reso possibile la costruzione di numerose residenze, prima nobiliari e poi cittadine. L’ultimo intervento è stato fatto prima della Seconda Guerra Mondiale e ha permesso il prolungamento di via Caracciolo fino a largo Sermoneta.

rampe di sant’Antonio

Tratto simbolo di Mergellina sono le cosiddette rampe di sant’Antonio, volute nel 1643 dal viceré Ramiro Nunez de Guzman, duca di Medina de Las Torres, che prendono il nome dalla seicentesca chiesa di sant’Antonio a Posillipo dalla cui sommità è possibile ammirare uno splendido panorama di tutta la città. Si accede alle rampe da piazza Sannazaro, dove oggi è situata la fontana della Sirena, realizzata dallo scultore Onofrio Buccini in collaborazione con Francesco Jerace. Lungo via Sannazaro è situata la fontana del Leone chiamata così perché l’acqua esce dalla bocca dell’animale di marmo posto in mezzo alla vasca. Da questa sorgente, costruita nel XVIII secolo in occasione del restauro del Casino reale, sgorgava un’acqua pregiata, fra le migliori per la sua leggerezza, originata dal colle di Posillipo. La fontana fu voluta da Ferdinando IV di Borbone per alimentare le Case Reali, anche se era utilizzata ugualmente dai cittadini della zona. A Mergellina si trova anche la funicolare che collega il lungomare con Posillipo Alto. Realizzata nel 1931 è stata l’ultima funicolare napoletana a essere stata costruita. Il suo percorso comprende le fermate di sant’Antonio, san Gioacchino, Parco Angelina e via Manzoni.

Fonti: Achille de Lauzières,Gaetano Nobile,Raffaele l’Ambra, “Descrizione della città di Napoli e delle sue vicinanze: divisa in XXX giornate”, Napoli, Gaetano Nobile, 1855; Giovanni Pagano, “Storia di Ferdinando II: re del regno delle due Sicilie dal 1830 al 1850”, Napoli, Cannavacciuoli, 1853; “Napoli e dintorni”, Milano, Touring club italiano, 2001;
Matilde Serao, “Leggende Napoletane”, Napoli, Pironti, 1911.

Questo articolo fa parte della rubrica de “I luoghi di Napoli“.