Meridione d’Inchiostro: Colpire al Cuore il Sud

Da Dietrolequinte @DlqMagazine

Meridione d’inchiostro è una raccolta di racconti curata da Giovanni Turi, edita da Stilo Editrice. Una raccolta meridionale, ma non solo per i meridionali. Nove testi brevi, i quali in questa brevità trovano una misura narrativa quasi sempre felice. Nove racconti, ognuno contrassegnato da una lettera, che sia la A di «afa insopportabile, di ambiente meraviglioso» o la «T come Taranto» o ancora la V «di vecchiaia e di vita nuova», ognuno contraddistinto dalla voglia di raccontare il Sud: una questione annosa, certamente, sollevata in primo luogo dal curatore nell’introduzione al volume, Il sogno e la realtà del Meridione, tra polvere e inchiostro; come narrare le infinite contraddizioni, tenendosi alla larga dagli stereotipi che finiscono per diventare modelli? Forse “semplicemente” dando un’opportunità ad autori che il Meridione lo conoscono perché è la loro terra d’origine, così ri-scrivendo e ri-descrivendo quelle polarità che conflagrano ogni giorno nelle terre della parte più bassa dello Stivale.

Si va dal simil-futuristico Acqua a perdere di Livio Romano al dolente e brevissimo affresco di Osvaldo Capraro, Il sopra e il sotto; dal “familiare” In viaggio con mio padre di Raffaele Nigro al serratissimo Se si sveglia è un miracolo di Andrej Longo. E pur tuttavia, a parere di chi scrive, un testo svetta sugli altri: Anna a Taranto, un sogno autunnale di Cosimo Argentina (Cuore di cuoio e Vicolo dell’acciaio, tra i suoi lavori): un visionario resoconto di un’insolita dis-educazione sentimentale; Anna, la co-protagonista insieme allo sperduto narratore, «ha nèi spersi sulla pelle da elfo magico» e seduce illuminata da una fotocopiatrice, nel contesto di una «geografia umana confusa o inospitale». Un gioiello vero e proprio; di quei racconti che dispiace finiscano e che non fanno quasi staccare gli occhi dalla pagina. Poco “realistico”, mi si potrà dire; sicuramente il più eterodosso della raccolta. Ma, in fondo, chi l’ha detto che abbiamo bisogno di realismo? E cosa è, poi, questo dannato realismo che tutti tengono in bocca come il tabacco da masticare?

Meridione d’inchiostro è una buona raccolta, un tentativo importante, per non dire encomiabile, di “colpire al cuore”, per l’appunto, una nazione nella nazione che ha bisogno di essere raccontata, ma anche, e questo non tanti l’hanno ancora compreso, di sentirsi raccontata.

Abbiamo intervistato Giovanni Turi, curatore della raccolta.

Giovanni, tu di professione fai l’editor, e quindi testi te ne passano per le mani: secondo te esiste una “questione letteraria meridionale”?

«Più che una “questione letteraria meridionale”, credo che semplicemente stia emergendo in tanti scrittori del Mezzogiorno il desiderio di raccontare la propria terra, di servirsi delle parole perché la bellezza non vada sprecata e perché i disagi e le problematiche non restino inespressi. Tutti abbiamo un immaginario del Sud che non sempre corrisponde alla realtà, il cinema l’arte la letteratura possono e devono aiutarci ad approssimarci all’essenza di questo spicchio d’Italia».

Com’è nata l’idea di Meridione d’inchiostro? E come è stata supportata?

«Sono sempre più numerosi gli autori meridionali conosciuti e apprezzati a livello nazionale, ma spesso percorrono il proprio itinerario culturale in solitudine: l’antologia voleva, tra le altre cose, essere un pretesto per creare tra loro dialogo e confronto, ma anche per cercare di ribaltare alcuni dei troppi cliché sul Sud, senza creare alcuna polemica (come invece stanno facendo altri giornalisti e scrittori). Sottolineo sempre che otto dei nove autori che hanno risposto al mio invito vivono nel Mezzogiorno e cercano ogni giorno di costruire qualcosa, di lasciare alle generazioni future qualcosa più di una speranza; ancora una volta ringrazio loro e l’editore che hanno creduto nel progetto».

Un aggettivo per definire la raccolta?

«Polifonica, dal momento che vi sono autori di generazioni diverse e che prediligono differenti stili letterari».

Una raccolta di racconti italiana che ti senti di consigliarci?

«Ho apprezzato diversi dei racconti contenuti in Baci scagliati altrove di Sandro Veronesi e credo siano molto interessanti anche gli ultimi pubblicati dalla Stilo: Sgualciti dalla vita di Niccolò Agrimi».


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