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Merita Cremona il titolo di capoluogo di Provincia? I dubbi salgono. Dibattiti e sfoghi su Facebook. Il parere di un giovine casalasco e di un cremonese. Dure condanne contro la vuota autoreferenzialità di Cremona

Creato il 19 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Che cos’è Cremona? Il laboratorio di scarto per gli esperimenti ambientali del Pdl. Si cerca di vedere finché la gente sopporta le peggiori porcherie del “normale vivere contemporaneo”. Qual è il grado d’accettazione del cittadino che tutto subisce? Senza cercare situazioni estreme, l’italianissima Cremona (cittaduzza, vecchia, antica, bella pure, con tante piccole imprese e solo due grandi aziende e tante liti politiche) è un buon test.

Comunque ventidue commenti su Facebook, partiti dal Casalasco e poi capaci di coinvolgere persino un cremonese e un soresinese e altri ancora non sono malaccio, per attaccare Cremona, che ormai perde prestigio da tanti, davvero tanti anni. Gli attacchi sono tanti, non tutti ambientalisti come il mio, tuttavia le idee che circolano sono acri, duri i giudizi, eppure in sintonia con molti cremonesi, da quanto se ne sente passeggiando qua e là, fra un ritrovo e l’altro. I giovani scappano e non tornano più. E da pendolari Comune e Provincia, per non parlare della Regione, li prendono a calci. Ecco l’intervento di Nazzareno Condina, cronista dell’Inviato speziale e soprattutto leader incontrastato di Sportfolio (Casalmaggiore) firmatosi dapprima Astolfo su Cremonaoggi.it e poi lanciatosi nel suo volo d’ippogrifo anche su Facebook.

Quando i cremonesi smetteranno di pensarsi al centro dell’universo e metteranno un po’ di giudizio nei loro pensieri, forse sarà tutto diverso. Conosco Mantova, per vicinanza e pure per lavoro ed ho lavorato per sette anni (7) a Cremona città, a volte pure di domenica. Solo chi conosce le due realtà sa che non ci sono paragoni che tengano in quanto a vitalità, iniziative, spirito, cultura ed inventiva. Stamattina (ieri per chi legge, ndr)

Merita Cremona il titolo di capoluogo di Provincia? I dubbi salgono. Dibattiti e sfoghi su Facebook. Il parere di un giovine casalasco e di un cremonese. Dure condanne contro la vuota autoreferenzialità di Cremona

Il Comune di Cremona vuole salvare o no questo panorama? Da certi orientamenti malVezzici pare di no

ho letto le reazioni sul quotidiano La Provincia dei sindaci di frontiera. Come volevasi dimostrare il Casalasco pensa a Mantova più che a Cremona, e qualche ragione c’è. Disfattisti e paesanotti, come qualcuno ci ha chiamato sul sito di cremonaoggi? Direi realisti – più realisti del re in questo caso – e cittadini più di quanto lo siano i tre quarti della borghesia rurale arricchitasi cremonese. Nel casalasco siamo parmensi, mantovani e cremonesi e un po’ reggiani e forse nell’ordine stesso in cui ho nominato le province. Essere solo cremonesi ha sepolto da tempo il capoluogo della provincia. Il cremonese di città, chiuso da secoli nei propri confini, è cresciuto col mito della centralità della città. E la città, chiusa nella sua percezione immutabile di grandeur ha perso treni ed occasioni importanti. Oggi la volontà di Cremona di porsi al centro di una nuova entità provinciale fa sorridere. Nessun mantovano accetterà mai di essere in parte cremonese mentre i cremonesi di frontiera, molti di loro a partire dai sindaci, un po’ mantovani lo si sentono da sempre. Ci sarà una qualche ragione pure in questo. Ah già, ma come faccio a spiegarlo a chi si sente al centro dell’universo?…

(Astolfo-Cremonaoggi)

Moriremo casalaschi, così come siam nati. Un po’ cremonesi, un po’ mantovani e un po’ parmensi e reggiani. Moriremo da uomini di confine, lontani dal capoluogo di provincia, con le nostre terre e la nostra golena, le nostre trasferte in terre a noi vicine, il nostro caldo e le nostre zanzare, il nostro essere (in questo diversi da tanti cremonesi di città) più aperti a ciò che ci circonda. Non mi interessa morire cremonese, Lorenzo. Come dice giustamente Giuseppina bisognerebbe attingere al meglio da ognuno. Per noi casalaschi è sempre stato possibile, visto che cremonesi sino in fondo non lo siamo mai stati a partire dall’ospedale. A Cremona questo non importa: leggo di dibattiti assurdi, in cui i cittadini pensano ad un’unione delle province con Cremona caput mundi. E’ la mentalità tipicamente cremonese che mi è anni luce lontana. Quella di credersi il centro dell’universo, quella di pensare che Mantova possa unirsi e delegare tutto a Cremona, in nome di una centralità che è paradossale, se non geograficamente per tutto il resto. Io non so come morrai tu. Io morrò Nazzareno Condina, altre categorie mi interessano relativamente poco. Se dovessi scegliere, francamente opterei per Parma o Mantova più che per Cremona. Ma è una questione puramente soggettiva. Qui bisogna ragionare in maniera oggettiva, e non per campanile. E, se leggi i vari dibattiti che sono presenti on line, in pochi lo fanno. Cremona è una città per tanti lati vecchia e stanca. Ferma nel suo immobilismo che è forma mentis. Una città rurale imborghesitasi nella sua volontà di non cambiare. Una città che si sente superiore a tutto il resto che la circonda tanto da chiudersi a riccio di fronte a ciò che di buono gli altri esprimono. Nessuno parla di unione e di divisione delle mansioni: che so, vigili del fuoco, prefettura e polizia a Cremona, Uffici provinciali e Carabinieri a Mantova. E’ una divisione fatta così, per come mi viene in mente ma è mai possibile che i cittadini – o tanti di loro – di fronte ad un cambiamento oramai pressoché inevitabile, non siano disposti a rinunciare a nulla?

Nazzareno Condina (da Facebook, l’Astolfo che va sulla luna è proprio lui)

Un cittadino cremonese ha poi aggiunto, sempre su Facebook,  parlando della nuova Provincia e della Grande Mantova, un parere meritevole di lieta considerazione sulla tristissima condizione di Cremona:

“Solo vorrei precisare che i cremonesi vivono una grandeur immaginaria e autoreferenziale in tutto il mondo ci considerano una depressa e arretrata città di provincia non Lugano per intenderci , detto questo però che puoi farci ? i cremonesi possono vivere nel goffo ricordo di personaggi assurdi come farinacci. L’agricoltura ormai è un costo sociale europeo null’altro”.

Molto condivisibile! Da tanti anni l’Europa propone all’agricoltura di cambiare. Risposta: no, da vecchi cocciuti quali son essi. Prima o poi parleranno i merkati con la voce del padrone e saranno guai. Già lo sono per altre vie anche peggiori.

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