Merry Go Round

Creato il 05 maggio 2015 da Athos Enrile @AthosEnrile1

E’ di fresca uscita l’album omonimo dei Merry Go Round, band toscana le cui fondamenta vengono gettate una trentina di anni fa e, dopo lunghe modellature e progressioni, trova oggi una dimensione probabilmente unica nel panorama musicale italiano. Quarantasette minuti di musica dal sapore antico suddivisi su undici tracce, rilasciate in formato “moderno”, ovviamente, ma con un prossimo contenitore perfetto per la proposta, il vinile. Tipicità di Black Widow. Parto per una volta dall’art work, perché la musica dei MGR non può essere fruita se non in modo globale, ed è sufficiente aprire a metà il booklet annesso al CD per intuire che cosa si potrà trovare all’interno, quali le atmosfere e le sonorità: l’ambientazione psichedelica da cui è avvolta la band è il preludio ad un ascolto molto preciso, e i giri di giostra assumono un profumo conosciuto. Suoni vintage, amori analogici, strumentazione che ha una data di origine conosciuta e che riporta ai giorni in cui un hammond ed un leslie convivevano col moog ed il mellotron, per la felicità di una moltitudine di anime. Non ho idea di quale potrebbe essere la reazione di un giovane, magari curioso, al primo tocco con sonorità tipiche di un epoca non vissuta in prima persona, ma è certo che la musica dei MGR è in grado di scuotere le teste e i cuori di chi ha percorso i seventies sul versante rock. La tipologia di formazione suggerisce il sentiero da visitare, perché quando l’amore per un certo tipo di strumentazione -e tecnologia- incontra una vocalist come Martina Vivaldi, si arriva alla sintesi e alla caratterizzazione del genere, e non credo esistano etichette, più o meno fantasiose, che possano definire correttamente la band… meglio utilizzare le tante componenti a disposizione e sarà sufficiente un indizio qualsiasi lasciato sul campo per trovare una cornice al quadro musicale dipinto dai MGR. Sono molti gli accostamenti che emergono, e le cover inserite nel disco -tre- raccontano di affinità con artisti come Auger, Driscoll, Atomic Rooster, ma personalmente ho trovato una discreta identità con una band storica, per certi versi sottovalutata dall’aristocrazia musicale ai tempi in cui era in auge, gli Uriah Heep, e chiudendo gli occhi ho più volte visto materializzarsi davanti a me le tastiere di Ken Hensley. Ho il rammarico di aver perso il loro recente concerto genovese, perché chi era presente mi ha raccontato meraviglie che solo certi live possono offrire, ma il lavoro in studio riesce a dare una idea precisa della filosofia musicale del quintetto toscano. L’intervista a seguire permette di entrare un po’ in profondità e completare un mosaico davvero ricco e colorato. In casi come questi mi riesce difficile mantenere assoluta obiettività, perché la musica dei MGR ha un grande potere, quello di riportarmi indietro nel tempo, e il viaggio a ritroso ha più a che fare con i sentimenti che con la razionalità, ma… cosa si può chiedere di più alla musica! Grande album… grandissima band!
L’INTERVISTA
Potresti sintetizzarmi la vostra storia musicale, il percorso e l’evoluzione?
Sintetizzare 25 anni in poche righe non è facile. Comunque il tutto ruota intorno alla sala prove pontederese di Stefano Gabbani, che ha visto cronologicamente nascere prima gli "Storks" -gruppo beatgaragepunk- poi "BootHill Five" -gruppo freakoutpsych- successivamente "Standarte", noto gruppo progressive ed infine i Mgr, con componenti delle varie formazioni e l'aggiunta della cantante Martina Vivaldi.
Avete punti di riferimento precisi, comuni alla band?
Qualcuno ci ha accomunato a band come Atomic Rooster, Affinity, Indian Summer... direi che il paragone umilmente ci può stare, ma il nostro punto di riferimento principale è il gusto per i suoni datati che ricordano il periodo in cui le band si esprimevano senza l'aiuto di diavolerie elettroniche o altri marchingegni digitali.
Come definireste la vostra musica a chi non ha mai avuto l’occasione di ascoltarla?
Definire o classificare la musica con le parole è sempre riduttivo e limitato. Non ricordo bene chi, ma qualcuno ha definito il nostro disco "musica analogica". Ecco questo è proprio la quintessenza di quello che puoi percepire ascoltandoci; ed è anche un grande complimento per noi!
Come è avvenuto l’incontro con Black Widow, label che ha prodotto il vostro album omonimo?
Stefano e Michele, già componenti di Standarte, conoscevano da tempo Massimo Pino e Alberto, avendoci lavorato assieme per diversi anni. Quando abbiamo registrato il nostro primo demo lo abbiamo girato subito a loro: "Che dite  pubblichiamo qualcosa?", ci hanno risposto, così è nata la collaborazione. Alcuni pezzi sul disco sono addirittura attinti da quel demo.
Le sonorità che proponete favoriscono un salto a ritroso nel tempo: come avete scelto i tre brani di non vostra creazione, rivisitati nel disco?
Un omaggio a Julie Driscoll era nell'ordine naturale delle cose visto l'evidente somiglianza timbrica con Martina. Idem per i galletti atomici visto che il modo di suonare di Michele ricorda un pò quello di Crane. Per Free Ride la cosa è andata un pò diversamente, ovvero Stefano ha praticamente imposto a tutti la cover senza possibilità di controbattere, ma alla fine ha avuto ragione perchè è un pezzo nelle nostre corde.
Ascoltandovi, all’impatto, ho ripensato a quando da adolescenti, eravamo storditi da brani di cui non capivamo una parola: che importanza date alla liriche? Può essere la sola musica la “portatrice di messaggio”?
I brani nascono sempre da un'idea di fondo e sono costruiti e modellati intorno a questa. Alcune volte vengono fuori spontaneamente come riff musicali, più volte nascono da un testo preciso che qualcuno di noi scrive. La musica, almeno la nostra, non porta nessun messaggio, casomai analizza le cose, le commenta e dà dei suggerimenti, poi ognuno può trarre da ciò quello che vuole. Diamo molta importanza ai testi, tanto che li abbiamo inseriti in un libretto all'interno del disco: tante volte qualche adolescente non ne capisse il significato...
Cosa significa vedere i Merry Go Round su di un palco?
Significa fare un tuffo nel passato, se chiudi gli occhi puoi assaporare i suoni e le vibrazioni di qualche decennio fa, se poi li apri puoi vedere l'istrionica Martina che si muove armoniosa cantando sul palco... assolutamente da vedere!.
Mi parlate del fantastico artwork che avete utilizzato per l’album?
Bello vero? Frutto del lavoro del nostro grafico Alberto Boldrini sotto la supervisione di Stefano, un parto lungo e travagliato, ma che ha dato buoni frutti. Anche l'interno è tutto da scoprire, così come il vinile che uscirà in due versioni  differenti. Un grazie alla BW che ci ha dato carta bianca e ci ha stimolato a fare il massimo.
E’ prevista un’uscita in vinile quindi?
Certo, credo uscirà ai primi di giugno.
Cosa potrebbe esserci dietro all’angolo di casa “Merry…”
Non ricordo quale filosofo greco asseriva che il passato non esiste perchè ormai trascorso, come il futuro perché ancora da venire, così anche noi cerchiamo di vivere al meglio il presente e lasciarci trasportare dal destino. Nessuno sa cosa potrebbe esserci dietro l'angolo, ma noi sappiamo che dobbiamo andare avanti e fare ciò che più ci piace.
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TRACK LIST: 1. DORA’S DREAMS 2. AFTER  3. AUTUMN’S DAYS 4. POISON IVY 5. FREE RIDE 6. CHANGELING 7. TO DIE OF FEAR 8. INDIAN ROPE MAN 9. IN SEARCH OF LOST TIME 10. MESMERIZED WORLDS CD Bonus track: FRIDAY THE 13TH   Martina Vivaldi: Vocals  
LINE UP: Renzo Belli: Electric Guitar Sandro Vitolo: Electric Guitar Michele Profeti: Hammond Organ, Mellotron, Moog Stefano Gabbani: Bass Guitar Sandro Maccheroni: Drums


BIO Sono nati come Storks, nel 1985, a Pontedera (Pisa). La loro musica è Psychedelic Progressive con selvatici tocchi di rhythm & blues. Dopo un demo-tape intitolato "Feeling Crawly",  la band partecipa a molti concerti e apre per i Pretty Things a Firenze, nel 1988. Nel 1990 Michele Profeti e Stefano Gabbana si uniscono a Daniele Caputo formando il leggendario gruppo di Psych-Prog chiamato Standarte. Nel 2012 tutti i membri tonano insieme con l'aggiunta di un secondo chitarrista, Sandro Vitolo, e una nuova cantante, l'esplosiva Martina Vivaldi... una sorta di Janis Joplin che incontra Lynda Hoyle... MERRY GO ROUND sono nati. Le tastiere vintage (originali Mellotron, Hammon Organo e Moog) rendono il loro sound affascinante, chitarre elettriche duellano su un ritmo psico-blues, la loro musica vi conquisterà: un'immersione in una vera e propria atmosfera anni '70 Psych-Prog. Per i fan degli Affinity, Julie Driscoll, Manfred Mann, Beggars Opera, Indian Summer, Still life …

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