Era novembre quando lessi su un noto sito, che propone scambi culturali in Europa e non, di un progetto sui diritti umani. Si trattava di scambiare informazioni sullo sviluppo dei diritti umani all’interno del nostro Paese per poi confrontarci con i ragazzi di altri Paesi partecipanti.
Paesi partecipanti: Azerbaijan, Italia, Armenia, Russia, Lituania, Turchia e Ucraina.
Beh, che dire? Ovviamente ci si è divertiti parecchio e si è fatto tutto tranne che parlare dei diritti umani… l’associazione turca che aveva organizzato il progetto non era poi così organizzata! Amo la Turchia e i turchi, però c’è da dire che a livello di organizzazione son proprio messi male!
Avevamo tantissimo tempo libero, nessuna considerazione per i vegetariani (nel ristorante dell’ hotel), nessuno che parlava inglese ma tanta curiosità di conoscerci e tanti gentili sorrisi.
Un giorno siamo stati portati presso l’ufficio del sindaco di Mersin (città dello scambio). Ci ha un po’ raccontato su cosa si basa l’economia di Mersin (turismo e coltivazione di arance e limoni proprio come la mia Sicilia) qualche notizia storica e qualche interessante illustrazione di un particolare tipo di tartaruga che si trova solo a Mersin. Ovviamente ci è stato offerto il classico çay e “cezerye” dolce tipico della città fatto principalmente di carote, buono!
Abbiamo visitato anche Tarsus, Kız Kalesi ed il centro di Mersin. Mi stupisce come in un luogo così antico non ci sia traccia di storia.
A Tarsus c’è il “famoso” arco da dove passò Cleopatra, la Chiesa di San Paolo (che ha decisamente deluso le mie aspettative) e il giardino dove San Paolo meditava.
Kiz kalesi è un posto meraviglioso in cui rilassarsi. Ci sono delle rovine che se fossero in Italia sarebbero sicuramente più considerate. Sono lasciate a sé stesse. Purtroppo in Turchia (da quello che ho potuto vedere) non c’è tanta considerazione per il “reperto storico”. Viene considerata “pietra vecchia” di cui non prendersi cura. Spero possa cambiare presto questo atteggiamento.
Tra il gruppo si è creata una bella armonia solo negli ultimi giorni purtroppo. Mi spiego meglio: in Lituania, Russia, Ucraina e Azerbaijan parlano tutti il russo quindi si parlava sempre in russo con l’inevitabile esclusione di noi italiani.
Parlavano il russo perché il livello di inglese dei ragazzi era basso. Solo alcuni Russi e Lituani erano in grado di parlarlo bene.
Nonostante i problemi di lingua, sin dalle primissime ore ho legato molto con gli Azeri. Sarà la “semplicità dei Mediterranei”…. Non abbiamo tanto bisogno di una lingua comune, il modo di essere è così simile.
Atteggiamenti , attenzioni, cortesie ed educazioni sono molto simili.
Nella quasi totale anarchica organizzazione del progetto abbiamo avuto modo di imparare balli popolari di ogni Paese. Mi ha stupito notare quanto le danze azere son vicine al flamenco. Ma su questo devo ancora far delle ricerche!
L’unico neo dell’esperienza che ha lasciato un po’ l’amaro è stato vedere come ragazzi giovani istruiti non riescano a passare oltre le questioni storiche.
Tutto il gruppo degli azeri odiava il gruppo armeno. Non sono mancate discussioni sfociate in litigi.
In ogni caso il mio “friends network” si è ampliato molto! Non capita tutti i giorni di conoscere in Italia ragazzi armeni, azeri e turchi; mentre è sicuramente più facile incontrare russi,ucraini e lituani.
Andrò a trovare tutti pian piano!
Questa è una breve sintesi di quei giorni. Il resto è tra i ricordi, foto, risate e chiacchiere in riva al mare e sotto il sole di Mersin.
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