Meschinità al potere

Terminati (praticamente per tutti i conoscenti della ‘povna) gli esami di Stato, conclusi gli altri (pochi) adempimenti, la ‘povna ed Esagono tornano a occuparsi insieme della commissione tosta (con grande gioia di lei che, nel periodo della maturità, a prendersi da sola tutta la baracca sulle spalle le veniva anche un po’ male). Mancano ancora diversi tasselli (perché il provveditorato, dopo le accelerate di Maria Chiara, l’anno scorso, adesso accumula di nuovo ritardi su ritardi, che scoperta), in ogni caso c’è da mandar via un paio di moduli, e anche da pianificare il futuro con anticipo (ché quando poi arriveranno, finalmente, i dati, saranno sostanzialmente contestuali alle scadenze). Così l’altro giorno si sono sentiti per una seduta telefonica di classi di concorso e di tabelle. “E queste ore come le rigiriamo?”; “Ma, se ci danno questo, facciamo così, altrimenti spostiamo queste nelle atipiche”. “Buona idea, hai ragione, si può fare”.
“Sarebbe opportuno passare da scuola e sistemare i modelli A, che vanno rimandati subito” – ha glossato Esagono, volgendo al termine.
“Hai ragione, tanto dobbiamo solo confermare numero e sesso degli alunni. Quando vogliamo fare, la settimana prossima?”.
“Sì, ma non ti preoccupare, le mando io, senza che tu debba venire apposta”.
“Esagono, ci mancherebbe, in commissione siamo entrambi [e pure DaddyLongLegs, ma tanto lui a questo punto dell'anno è già disperso]!”.
“Lo so, ‘povna, che non ti sottrai, tranquilla. Ma tanto dal 7 al 12 sono vicario, al posto di Barbie, a scuola ci sono comunque: dicevo solo di dosare le forze, e mantenere la tua disponibilità per quando sarà davvero necessaria”.
Ma la ‘povna già è pronta a commentare la notizia:
“Vicario? Wow: promozione sul campo…”.
“Sfotti, sfotti: in realtà è solo rottura di palle”.
“Ma… la Compaesana mi diceva che, per lo meno, qualche soldo te lo danno”.
“Taci, ‘povna, che è meglio”.
“Spiegati”.
“Era pagato, effettivamente, fino all’anno scorso. Quest’anno, no. Ed è per questo che sono stato coinvolto”.
“Nel senso…”
“Nel senso che, cito le parole della Compaesana testualmente, mi ha telefonato e mi ha detto: ‘Fino all’anno passato il vicariato, al posto della preside, era a pagamento, e quindi ce lo dividevano io ed El Greco. Ma adesso che si deve fare gratis non ci stiamo, non sarebbe giusto: e dunque nella funzione vanno coinvolti anche tutti gli altri vice-presidi, così almeno si divide”.
Quello che ha detto a Esagono, la ‘povna non li ripete qui, perché al turpiloquio c’è un limite. Ma la cosa incredibile, come commentava lui, non è nemmeno questa.
“Il bello è, ‘povna, che mentre me lo diceva, era perfettamente convinta di stare applicando una giustizia ovvia – non si è nemmeno resa conto di quanto fosse insultante, quello che sentenziava”.
E alla ‘povna, che la Compaesana la conosce, non è restato che annuire, mesta. Prendendo atto di quanto, e profondamente, nella scuola ancora alberghi questo senso consunto di importanza, di raccattare il fondo del barile per quattro euro di incentivo, una capacità di elargire dispettucci in nome di una gerarchia fittizia, la volontà miope di portare avanti, sempre e soltanto, ottusamente, l’affermazione piccina della meschinità al potere.