"Merry Xmas!"... "Merry Xmas!", mi ripete di nuovo la ragazza russa, stretta nel suo cappuccio di pelliccia, i jeans attillati e le scarpe coi tacchi alti che passeggia sulla neve di Kaļķu iela ad abbordare qualche turista. "Where do you come from?". "Es dzīvoju šeit", le rispondo in lettone sorridendole, per declinare con cortesia.
Riga in un tardo pomeriggio prenatalizio si confonde in luci morbide che si schiacciano sul bianco della neve. Il mercatino natalizio di Doma Laukums è pieno di odori e storie. E' proprio come ti aspetti che sia, ogni natale che passi qui, e come ti immagini che sia, ogni natale che la vita non ti porta qua. C'è ogni tipo di animale, alberello, campanella fatta di pan di zenzero, e il miele di acacia, e il "karst vins" per riscaldarsi, i guanti e i maglioni di lana. Ci sono quei bambini con le gote rosse e i ciuffi biondi che spuntano dai cappellini di lana, ed è ancora uno stupore vedere come i tuoi figli gli assomiglino tanto, e come quello piccolo ogni tanto ti chieda teju, piparkuku, o una fetta di bumbierite. E i tronchi di pino portati in giro per Vecriga da un corteo di elfi pagani in maschera, i discorsi beneauguranti, jauns spēks, veselība, il rogo in piazza, la musica che batte, quell'ingenua felicità che si nutre del poco della terra, della neve, dell'odore del pino che brucia.
E' tutta una mescolanza di lingue, e di sapori, e di profumi, e di colori poi che non riesci a fissarli tutti.
E come se non bastasse, il mio ipod in questi giorni suona quella musica ebraico etiopica degli Idan Raichel Project, che ho scovato da quel prezioso scrigno di Giusi, e che non finirò di ringraziare. Per non parlare poi di Trollope e del suo Barsetshire, che mi accompagna nelle sere quando fuori il bianco diventa ombra cinerea.
Nella foto una composizione di pan di zenzero in uno dei mercatini del centro di Riga.