MESSENGER, duro a morire

Creato il 29 dicembre 2014 da Media Inaf

Rappresentazione artistica della sonda Messenger in orbita attorno a Mercurio. Crediti: NASA

Sono solo pochi giorni che abbiamo dato addio alla sonda europea Venus Express precipitata sulla superficie del pianeta che ha esplorato per dieci anni, esaurita ormai qualsiasi forma di energia.

E stesso destino è quello che attende la sonda della NASA MESSENGER, che a marzo del prossimo anno avrà consumato tutto il propellente a disposizione e lascerà la sua impronta sulla superficie di Mercurio. Ma si sa, nella ricerca scientifica, nell’esplorazione spaziale, ogni secondo guadagnato può essere assai prezioso per conoscere meglio i corpi celesti che l’uomo studia avvalendosi delle sonde.

E così gli ingegneri del team hanno deciso di avvalersi del gas di pressurizzazione nel sistema di propulsione della navicella per permettere alla sonda MESSENGER di prolungare di un mese il suo studio sul pianeta più prossimo alla nostra stella. “MESSENGER ha praticamente esaurito il suo propellente liquido impedendo nuove manovre per mantenerlo in vita più a lungo, modificandone l’orbita” spiega l’ingegnere di sistema della missione, Dan O’Shaughnessy, della Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory. “Tuttavia, l’elio gassoso utilizzato per pressurizzare i serbatoi di propellente della sonda puà essere usato per continuare a fare piccoli aggiustamenti alla traiettoria”. Questo gas è certo meno efficiente, e in più o motori non sono ottimizzati per il suo utilizzo, ma è comunque efficace come propellente liquido per modificare la traiettoria del veicolo spaziale.

E’ la prima volta, per quanto ricordino gli ingegneri del team, che viene usato un simile espediente per prolungare l’esistenza della sonda, anche perché, fanno notare, è di solito più frequente che le sonde abbiano un problema tecnico piuttosto che essere fermate dalla fine del carburante.

Grazie a questo escamotage MESSENGER trascorrerà più tempo ad esplorare Mercurio da distanza ravvicinata. Dalla scorsa estate, infatti, è stata avviata una campagna di osservazione a bassa quota per acquisire immagini ad alta risoluzione di Mercurio. “Durante il periodo supplementare di operatività, fino a quattro settimane, la sonda misurerà le variazioni del campo magnetico interno di Mercurio a scale orizzontali più corte rispetto al passato”, aggiunge Haje Korth, responsabile del magnetometro a bordo della sonda.

Attualmente la sonda MESSENGER si trova in orbita a 101 km di altitudine. La prossima correzione avverrà il 21 gennaio prossimo, quando sarà scesa a 25 km di quota, per essere risospinta fino a 80 km.

Fonte: Media INAF | Scritto da Francesco Rea