Il boss, ultimo esponente della sua famiglia a guidare il cartello locale, aveva 2 taglie sulla sua testa: una statunitense, di 5 milioni di dollari, e una messicana, di 30 milioni di pesos (2,5 milioni di dollari Usa). Levya, soprannominato “El H”, è stato catturato in un ristorante di mare del Guanajuato, ma viveva a Querétaro, dove si spacciava per un ricco finanziere che si occupava di vendere immobili e opere d’arte. La sua vera identità verrà accertata con degli esami medici.
Levya era rimasto l’unico a guidare il cartello della sua famiglia, dopo la morte del fratello Arturo, detto “El Barbas”, deceduto nel 2009 in uno scontro a fuoco con la polizia. Gli altri 2 fratelli, Carlos e Alfredo, vennero arrestati nel 2009 e 2008. Il cartello dei Levya aveva perso vigore con la morte di Arturo e la secessione dal potente cartello di Sinaloa; negli ultimi anni aveva stretto legami con gli esponenti dei cartelli colombiani.
La cattura di Beltran rappresenta quindi il colpo di grazia per il cartello di Querétaro, soprattutto dopo l’arresto del suo esponente numero 2 lo scorso aprile a Città del Messico: il quarantenne Arnoldo Villa Sánchez.
Il governo di Henrique Peña Nieto mette in lista un’altra vittoria importante contro il narcotraffico messicano, dopo quella di febbraio dovuta alla cattura del leader del cartello di Sinaloa: Joaquin “El Chapo” Guzmán. Altri arresti eccellenti ci sono stati l’anno scorso: quello del capo de “Los Zetas”, Miguel Ángel Trevino Morales, detto “El 40”, e del boss del cartello del Golfo: Mario Armando Ramírez Trevino.