Messier 17, una rosa nel cielo notturno

Creato il 23 settembre 2015 da Media Inaf

La regione di formazione stellare Messier 17. Crediti: ESO

Questa nuova immagine della regione di formazione stellare Messier 17, dai colori rosati, è stata ottenuta dal WFI (Wide Field Imager) montato sul telescopio da 2,2 metri dell’MPG/ESO all’Osservatorio dell’ESO di La Silla in Cile. È una delle immagini più nitide che mostrino l’intera nebulosa e non solo ne rivela l’intera estensione ma conserva la finezza dei dettagli in tutto il paesaggio cosmico di nubi di gas, polvere e stelle appena nate. L’immagine deriva dal programma Gemme Cosmiche dell’ESO.

La nebulosa qui riprodotta ha probabilmente ricevuto nel corso degli anni più nomi e nomignoli di tutti gli altri oggetti del suo tipo. Anche se è ufficialmente conosciuta come Messier 17, i suoi soprannomi più usati sono la Nebulosa Omega, la Nebulosa Cigno, la Nebulosa “Checkmark” (segno di spunta, in inglese), la Nebulosa Ferro di Cavallo e – per non far mancare nulla neppure agli amanti del mare – la Nebulosa Aragosta. La nebulosa deve il suo nome ufficiale al cacciatore di comete Charlese Messier che la incluse come diciassettesimo oggetto nel suo famoso catalogo astronomico nel 1764. L’astronomo Jean Philippe de Chéseaux scoprì l’oggetto nel 1745, ma la sua scoperta non ebbe la dovuta attenzione. Di  conseguenza, Messier riscoprì l’oggetto indipendentemente e lo catalogò quasi vent’anni dopo. Ma anche con un nome così prosaico come Messier 17, questa nebulosa fiorita è sempre affascinante.

Messier 17 si trova a circa 5500 anni luce dalla Terra, vicina al piano della Via Lattea nella costellazione del Sagittario. L’oggetto occupa una grande porzione di cielo – le nubi di gas e polvere che lo compongono si estendono per circa 15 anni luce. Questo materiale alimenta la produzione di nuove stelle e il grande campo di vista di questa immagine rivela molte stelle, sia di fronte, che dietro o all’interno di Messier 17.

La nebulosa appare come una complessa struttura di colore rosso, con sfumature tendenti al rosa. Il colore è un’indicazione della presenza di idrogeno gassoso incandescente. Le stelle blu dalla vita breve, appena formate in Messier 17, emettono radiazione ultravioletta a sufficienza per riscaldare il gas fino a farlo risplendere intensamente. Nella zona centrale i colori sono più chiari, alcune parti appaiono addirittura bianche. Questo colore bianco è reale  – risulta dalla combinazione della luce del gas più caldo con la luce stellare riflessa dalla polvere.

Il gas della nebulosa dovrebbe avere più di 30 000 volte la massa del Sole. La nebulosa contiene anche un ammasso stellare aperto formato da 35 stelle, noto come NGC 6618. Questo nome a volte viene usato per descrivere l’intera zona di formazione stellare. Il numero totale di stelle nella nebulosa è molto più alto – ci sono quasi 8000 stelle nel centro e molte altre si stanno formando nelle regioni esterne.

Tra tutto questo sfavillare roseo, la nebulosa mostra una rete di regioni più scure: polvere che oscura la luce. Questo materiale schermante comunque emette luce e – anche se queste zone sono scure nell’immagine in luce visibile – appaiono brillanti se osservate con una telecamera infrarossa.

Per saperne di più:

Leggi QUI il comunicato stampa in italiano dell’ESO

Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf