Perché al di là degli odori o delle solitudini, che - beninteso - anche negli umani possono esserci, come pure delle reali prospettive sessuali, che sono il vero motore di quel torcicollo compulsivo (ragione per cui lo si vede accadere con una frequenza direttamente proporzionale al concentrato di ormoni nel sangue), il gesto lo si riscontra anche a fronte di una totale omissione di queste. Perché se il cane si volta per concedere al suo istinto di annusare una possibilità ludica o biologica, l'essere umano è disposto a correre il rischio di strappo muscolare anche nella piena consapevolezza che quel gesto non potrà mai essere dotato di un'autentica aspettativa reale. D'altro canto l'apparente vacuità e insipidezza dell'atto non è sufficiente a far desistere da quello che sembra l'ennesimo paradosso del comportamento umano. Ma in questo caso l'apparente stravaganza è in realtà anche sinonimo di qualcosa di unico e bellissimo, un'attitudine straordinaria del tutto distintiva, trattandosi in ultima analisi non solo del nutrimento di una pura fantasia, sia essa geometrica (ortogonale), religiosa (missionaria), ippica (!), o quella che volete voi, ma anche addirittura della mirabile coltivazione tutta umana (ma anche un po' marziana) della fantasia di una fantasia.
Se poi, più prosaicamente, vi trovaste anche solo nella condizione di aver bisogno di un (valido) alibi al gesto, ora ne avete uno. Ringraziatemi.