Metal Gear Solid V: The Phantom Pain – Anteprima

Da Videogiochi @ZGiochi
Anteprima del 09/04/2014

PS3 - PS4 - Xbox 360 - Xbox One Livello di Attesa
8.82
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Genere: Avventura, Azione, Sparatutto

Sviluppatore: Kojima Productions

Produttore: Konami

Distributore: Halifax

Lingua: Inglese (sub ITA)

Giocatori: 1

Data di uscita: 2015

PS4XONE

EUR 69,10EUR 69,10

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È con un certo timore reverenziale che mi appresto a scrivere questa anteprima di Metal Gear Solid V, il prossimo capitolo della saga stealth forse più famosa di sempre, capace di creare un hype esagerato riguardo al suo gameplay, alla trama di gioco, ed al riscontro che avrà al momento dell’uscita nei negozi. Come saprete, The Phantom Pain è stato preceduto da pochi giorni da Ground Zeroes, un prologo che ha dato già un’idea di molte delle features del prodotto finale, sebbene, vista l’uscita ancora lunga da attendere del quinto capitolo, le sorprese non sono certo già finite. Per comodità abbiamo deciso di dividere questo articolo in due parti ben distinte: Ciò che sarà e Ciò che potrebbe essere, in maniera da indicare precisamente sia gli elementi di gioco noti e confermati, sia quelli che potrebbero benissimo essere, come non essere, parte integrante dell’imminente e nuovo Metal Gear Solid.

Ciò che sarà

Cercando di esaminare questo titolo in maniera completa ed esaustiva, partiamo dalla trama. Si sa che Ground Zeroes è ambientato nel 1975, vede come protagonista Big Boss, ed ha come scopo quello di salvare la rediviva Paz e Chico. Senza spoilerare niente è oramai assodato, grazie ai primi video usciti su internet, che The Phantom Pain sarà ambientato 9 anni dopo il rocambolesco finale del prologo. In questi nove anni Snake (che dopo l’occhio ha perso anche il braccio sinistro) è rimasto in coma, fino al momento in cui, risvegliatosi, scapperà dall’ospedale aiutato da un misterioso uomo bendato, pieno di rabbia e vendetta. Il suo amico Kaz non se la passa certo meglio, essendo rimasto prigioniero in Afghanistan, e verrà tratto in salvo proprio da Big Boss che ritroverà il suo braccio destro orribilmente mutilato. Pare insomma che tutta la trama si svolgerà attorno alla volontà dei tre (tra questi c’è anche il solito Ocelot) di vendicarsi dei torti subiti, attraverso un cambiamento di personalità drastico, che farà indubbiamente riflettere e pensare, e che darà un punto di vista definitivo sulle vicende che porteranno poi al riallacciamento della trama principale: Metal Gear 1.

A livello di gameplay le novità proposte sono tantissime. Innanzitutto un open world, per la prima volta nella storia della saga, che avrà come centro la nostra nuova base operativa, attraverso la quale potremo raccogliere uomini, risorse e mezzi. La personalizzazione promessa a riguardo è notevole, di natura sia militare che estetica. Un ciclo completo giorno/notte, che influenzerà il comportamento delle guardie e dei soldati, portando ad una notevole personalizzazione degli approcci di battaglia, garantendo una sfaccettatura senza confronti con gli altri titoli. Il giorno porterà meno zone per potersi nascondere ed un maggior numero di ostili in pattuglia, ma la notte per contro avrà una scarsa visibilità, nonché una maggiore attenzione da parte dei piantoni. Insomma, ogni mappa, ogni missione, ogni situazione sarà un’esperienza a sé, garantendo una cura per la tattica e per la pianificazione nuove ed innovative. La gestione delle azioni di gioco è liberamente rimessa al giocatore, fermo restando la linea narrativa forte e vincolata ovviamente alla trama decisa da Kojima. Il gameplay stesso è stato rivitalizzato con delle modifiche che si sono fatte notare già in Ground Zeroes. Stiamo parlando dell’aggiornato CQC, il sistema di combattimento corpo a corpo, attraverso il quale potremo anche interrogare i nemici ed ottenere informazioni (l’interrogatorio prevederà anche la scelta dei toni da usare nei confronti del malcapitato), lo slow motion, con il quale reagire rapidamente in determinate situazioni (disattivabile dal menu opzioni), nonché la nuova salute in stile FPS. A questo aggiungiamo la complessità di fondo data dal grande armamentario a disposizione, dalle implementazioni open world e dai numerosi mezzi pilotabili e di supporto.

Tecnicamente poi, e su questo ci sono pochi dubbi, già Ground Zeroes aveva stupito per la cura dei dettagli, la grande forza narrativa dei doppiatori e delle fisionomie dei personaggi, tutti ben caratterizzati, la fisica di gioco e la grande IA, forse non eccelsa, ma capace di dare filo da torcere. Caratteristica che è ben lungi dall’essere completa: i nemici in The Phantom Pain saranno ancora più intelligenti, faranno caso ai rumori ed alle trasformazioni del mondo di gioco, cambiando spesso giro di ronda e comportandosi in maniera tendenzialmente autonoma.

Ciò che potrebbe essere

Cosa potrebbe essere il nuovo Metal Gear Solid? Potrebbe essere un grande successo, ma anche una grande delusione. Premesso che le notizie di cronaca sono quelle del paragrafo precedente, ci siamo riservati un piccolo spazio di elucubrazione, in merito a quelle che sono le potenziali evoluzioni del prodotto.

Innanzitutto il gameplay: già dal terzo titolo della saga si è notato un certo passaggio, forse fisiologico, forse commerciale, verso un approccio meno stealth e molto più action/FPS. Ovviamente non ci si trovava di fronte a Call of Duty, ma indubbiamente spesso anche solo la scelta tra doversi nascondere o compiere una mattanza comporta un impoverimento del genere. Questo per vari motivi: la libertà di scelta non è “meglio” a priori, soprattutto se risulta improbabile rapportata alla realtà. Snake potrebbe benissimo trovarsi di fronte a diverse scelte di infiltrazione, ma non dovrebbe poter scegliere tra “non farsi vedere” o “uccidere tutti indenne”. Eppure nel quarto episodio ci siamo ritrovati questo tipo di bivio. Il sistema open world, messo insieme ad una rigenerazione della vita automatica, ad un grande armamentario, a decine di mezzi a disposizione, potrebbe sfociare in una scorciatoia verso l’azione pura. La qual cosa non è certo negativa, ma porterebbe Metal Gear Solid verso un genere lontano dai suoi inizi. Allo stesso tempo però Konami si è sforzata più volte nel garantire un’esperienza strategico/tattica raffinata e completa, pertanto non potremo saperlo se non in sede di recensione.

Dal punto di vista della trama ci potrebbero essere delle riserve, soprattutto vista la strana piega di eventi che Kojima sta introducendo nel già complesso mondo di gioco. Questo abuso di prequel, sequel, spin off e compagnia cantando ha reso la storyline un po’ troppo caotica e confusa. Detto sinceramente, sarà difficile riuscire a mettere la parola fine alla caratterizzazione psicologica del personaggio Big Boss, una figura tanto carismatica quanto mutante. Sarebbe anche il caso di dare soddisfazione ai fan e di completare il cerchio, anche in merito alle vicende dell’originario protagonista della serie: Solid Snake. Ma si tratta certo di considerazioni che fanno parte di una critica quasi estetica, parlando di fatti anche qui gli autori hanno assicurato: meno filmati, narrazione più serrata e spettacolare, alta giocabilità. Nonostante la durata esigua, Ground Zeroes è stato fedele a questa politica, e ciò fa ben sperare per il seguito. Tecnicamente poi, nulla da segnalare: il lavoro svolto finora è stato eccelso, quanto visto in filmati e materiale provato non lascia dubbi sul fatto che il prodotto sarà di grande impatto e qualità, caratteristiche queste che non hanno mai abbandonato la saga.

IN CONCLUSIONE
Metal Gear Solid V: The Phantom Pain sarà sicuramente un titolo che farà parlare di sé. Tecnicamente abbiamo già visto in Ground Zeroes che Konami & Co. non hanno perso la mano, ma certo il tanto atteso ambiente open world si presta a variazioni di gameplay e di approccio che difficilmente potranno essere previste prima della recensione finale. L'hype è indubbiamente altissimo, la trama promettente ed adrenalinica. Certo, i rischi che il titolo possa perdere la strada maestra verso un calderone di gameplay troppo diversi non sono da sottovalutare, ma nel complesso non possiamo che aspettarci grandi cose.

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