Quelli che scelgono di comprare auto nuove a metano potrebbero avere presto una brutta sorpresa. Questo modello di alimentazione, opzionato da molti per lo scarso costo del gas, è entrato nel radar delle nuove tasse europee sui combustibili.
All’ombra del Semestre Europeo dell’Italia c’è il rischio che l’UE effettui dei rincari, sebbene graduali, sul metano. Il rischio, quindi, che si possa verificare un calo delle performance di vendita per le auto alimentate con questo gas, c’è ed è evidente nel caso in cui la tassazione aumenti.
Se ci dovessero essere dei rincari su il metano, le vendite potrebbero calare dopo il boom d’inizio 2013. Dopo la “sbornia” d’incentivi del 2009 (quando la quota di mercato per quest'alimentazione sfiorò il 6%, con vendite persino in Sardegna, dove è impossibile rifornirsi di gas naturale), si era rapidamente ricaduti ai livelli precedenti (a cavallo del 3%), per tornare sopra il 5% lo scorso anno. I primi quattro mesi del 2014 hanno fatto segnare un 4,2%, probabilmente per l'attesa non tanto degli incentivi (partiti a inizio maggio e durati pochi giorni a causa dell'esiguità della dotazione finanziaria), quanto per l’arrivo di nuovi modelli di auto a metano dotati, soprattutto, di motori turbo che permettono a questo genere di vetture ibride, il cui difetto principale sono sempre le scarse performance al volante, di essere pari, o quasi, alle macchine a benzina in termini di accelerazione e velocità massima.
Eppure se l’UE deciderà di alzare le accise sul metano, e si tratta di un rumors confermato da più parti in quel di Bruxelles, la quota di mercato delle vetture alimentate a gas potrebbe tornare rapidamente sotto il 3%, perdendo il vantaggio competitivo dello scarso costo di questo propellente.