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Meteo matto da legare: calura e temporali potrebbero fare a gara per tutta l’estate

Creato il 11 luglio 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Tutti pazzi per l’africano, l’anticiclone-burlone che dal giugno di quest’anno è stato risucchiato in un vortice mediatico da guinness dei primati con nomi altisonanti che sbancano la (fanta)storia e la mitologia: da Scipione l’Africano (forse “Annibale” avrebbe suonato meglio, dato che non si capisce perché mai Publio Cornelio avrebbe dovuto invadere l’Italia), al traghettatore Caronte (il cui collegamento storico con il settore africano è ignoto), per arrivare alla fase in corso, ribattezzata “Minosse” dopo che il Vaticano ha tossicchiato significativamente esprimendo il proprio disappunto per “Lucifero”. Non mancano le rivisitazioni meteo-marxiste («un anticiclone si aggira per l’europa») e di questo passo poco manca per ritrovarcelo anche protagonista di qualche greatest-shit estiva, pompata a pieni woofer sulle spiagge adriatiche.

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Scipione l’Africano non ne può più delle maledizioni e minaccia querele

Eppure, il caldo africano ha già fatto concretamente sentire la propria presenza negli anni scorsi, quando non godeva di tutta questa attenzione e tutt’al più circolava sulle bocche di pochi appassionati dei siti meteo con il nome di “Gobbo d’Algeri” o “anticiclone africano”, mentre per tutti gli altri era semplicemente il “caldaccio afoso”: quello che passando sul mediterraneo si satura di talmente tanta umidità da innalzare anche di 2-3 °C l’indice di calore percepito (e di 2-3 litri quello di sudorazione). Almeno da una decina d’anni, e con punte ben più bollenti di quelle attuali, l’anticiclone ha ripetutamente fatto visita all’Italia ed alla pianura padana. «Era lui il responsabile dell’afoso agosto d’inizio millennio, sempre lui ha riarso la pianura padana nell’estate del 2003 ed ancora lui  ha causato il protrarsi dell’estate 2011 sino ai primi d’ottobre» commenta Massimo Mazzoleni, del sito Centrometeolombardo.it. E’ un quadro al quale ci dovremo abituare? «Difficile dirlo per ora – prosegue il metereologo – anche se è innegabile che ormai il caldo africano torna puntualmente a farci visita anche se con modalità differenti». Per quanto riguarda la nostra pianura, spiega Mazzoleni, «quando la campana dell’alta pressione posiziona la propria cresta ad occidente della penisola, questo determina un ulteriore aumento delle temperature. Quando invece l’asse della campana si colloca a ridosso della penisola questo effetto al nord non si crea». Esagerazioni mediatiche a parte dunque, la situazione estiva nell’area mediterranea pare sempre più governata da un caldo subtropicale che non fa certamente bene alla salute, con lunghe fasi asciutte, latitanza dell’anticiclone delle Azzorre (quello meno “bollente”) e diminuzione del numero di temporali. Per la fine della settimana è atteso un break, con possibile decorrenza già da venerdì sera, in cui fresche correnti atlantiche dovrebbero tener compagnia all’Italia almeno sino a sabato 21. Poi? Si vedrà. «Anche se – conclude Mazzoleni – l’altalenarsi di fasi anticicloniche a fasi perturbate potrebbe caratterizzare tutta la stagione estiva».

Michele Scolari

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