Meteorologia: quando il caldo dà alla testa

Creato il 10 agosto 2010 da Mcg

Le anomalie di temperatura sulla Russia nel periodo compreso fra il 1° ed il 7 agosto: molto vasta l'area del dove le temperature hanno largamente superato i 9 gradi sopra la norma. Fonte NOAA.

26 Agosto 2006, tre giorni di canicola convinsero i meteorologi ad annunciare che l'estate appena iniziata sarebbe stata la più calda da mille anni. Incredibile mi dissi, faticano a prevedere il tempo all'interno della settimana (previsioni a medio termine) ma sono pronti a dichiarare il tempo dei successivi 87 giorni (stagionali). Un giorno dopo gli stessi scienziati corressero il tiro, chissà con quali strumenti, comunicando che l'estate sarebbe stata comunque caldissima ma "solo" degli ultimi 600 anni. Un anno più tardi sempre a cavallo del solstizio, nuova canicola e nuovo proclama: questa volta sarebbe stata l'estate più calda degli ultimi 200 anni. Per bacco! Ma se l'ultima era la più calda degli ultimi 1000 600 anni come poteva essere quella successiva degli ultimi 200? Inutile dire che né l'una né l'altra furono estati tremendamente calde, almeno considerando la media nazionale.Innanzitutto va precisato che non abbiamo modo di individuare la temperatura media di mille anni fa, né tanto meno di 600 o 200.  Il primo termometro fu inventato da Galileo Galilei agli inizi del '600 (quindi 400 anni fa), ma fu con Fahrenheit, un secolo più tardi, le misurazioni vennero correlate ad una scala. Ad ogni modo la meteorologia è una scienza decisamente giovane, quindi i dati a nostra disposizione sono riferiti ad un periodo relativamente recente.

Twenty-year smoothed plots of averaged ring-width (dashed) and tree-ring density (thick line), averaged across all sites, and shown as standardized anomalies from a common base (1881-1940), and compared with equivalent-area averages of mean April-September temperature anomalies (thin solid line)

Ovvio che ci siano metodi che permettano di verificare l'andamento climatico di un determinato periodo, mi sovvengono l'osservazione e lo studio dei ghiacciai, l'accrescimento degli alberi e via di questo passo. Va da sé che i dati dei primi vanno correttamente raccolti: se un anno particolarmente caldo e secco provoca lo scioglimento del ghiacciaio è evidente che i dati relativi agli anni immediatamente precedenti sono perduti. Quanto all'accrescimento degli alberi (i famosi anelli), ad esso concorrono molti fattori, quali la predisposizione della pianta alla luce esistono piante eliofile, sciafile ed emisciafile) e alla relativa collocazione. Peraltro le piante ultracentenarie sono piuttosto rare e dislocate in zone non abitate; quelle millenarie ancora peggio. Ma al di là di tutto la dendroclimatologia deve tenere conto del cosiddetto problema della divergenza ovvero della differenza di dati desumibili dai tronchi con i dati, decisamente più precisi tratti dalle stazioni di rilevamento.Anche dalla documentazione lasciata tempo addietro si possono attingere informazioni piuttosto relative. Infatti, la notizia di un'alluvione in un dato luogo può essere provocato sì da una particolare abbondanza di piogge, ma anche da un territorio sottoposto ad uno sfruttamento dissennato delle risorse (disboscamenti incontrollati, scavi e quant'altro) o, ad esempio, soggetto ad abbandono.Tali informazioni, comunque, sono in genere relative ad un territorio piuttosto delimitato (la penisola italica gode di climi piuttosto diversi tra di loro, da nord a sud, dai monti ai litorali, ecc). L'estate del 2007 ad esempio fu davvero molto calda nel sud italia, mentre al nord, cominciò con abbondanti piogge e temperature massime di poco al di sopra dei 18°: un po' poco per determinare l'estate più calda degli ultimi 200 anni come predetto e sbandierato da tutti i telegiornali, insieme ai soliti consigli su come evitare le scottature.Inoltre, un conto è lo studio dei cambiamenti climatici che coinvolgono una data area per periodi piuttosto lunghi, un conto è pensare di avere la media stagionale del luglio del 1648, tanto per fare un esempio, per poterli paragonare a quelli odierni.
Quest'anno la situazione si è fatta drammatica, con temperature record registrate in Russia, alluvioni da tempesta tropicale in centro Europa e via dicendo. Parlare di caldo record è quindi corretto, magari un po' meno parlare di estate più calda da 1000 anni a questa parte come ha fatto il direttore del servizio meteo russo Aleksandr Frolov (perché non di 1050 o di 1213?).
Insomma, nulla togliendo ai meteorologi e al loro delicato quanto ingrato compito (sono arrivati persino a minacciare di denunciarli per provocare falsi allarmi o come causa di disincentivazione al turismo !), un po' più di sobrietà nel diffondere le notizie evitando di somigliare a giornalisti alla "Studio Aperto", non sarebbe male. 

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