'metereologicamente' morti: esistono colpe precise?

Creato il 06 novembre 2011 da Alessandro @AleTrasforini

I problemi metereologici stanno incrementando progressivamente la propria gravità, di pari passo ad una domanda importante ma di troppo difficile risoluzione: laddove il meteo provoca morti, con quanta e quale frequenza interferiscono le colpe umane?  L'architetto Vezio De Lucia riporta a ruolo, in un'intervista su L'Unità di oggi, un'amara ma purtroppo vera consapevolezza:  "[...]la sempre maggiore frequenza con cui si verificano eventi climatici estremi fa perdere quel carattere di eccezionalità per assumere quello di ordinarietà. Il mondo scientifico ci ha messo in allarme da tempo e per questo non ce la possiamo prendere con la natura, perchè sappiamo che si tratta di scenari con cui ci dovremo misurare sempre più frequentemente.[...]" Ciò che è stato straordinario fino ad oggi, dunque, dovrà forse trasformarsi in abitudine. Risolvere un problema serio come questo presuppone una lungimiranza che, all'attuale stato dei fatti, è forse venuta progressivamente meno. Ne è convinto lo stesso architetto ed urbanista, seguendo l'intervista in oggetto:  "[...]La messa in sicurezza del Paese ha potenzialità di densità occupazionale molto forti. Si tratta di operazioni anche minute, ci vorrebbe un piano del lavoro, [...] solo che oggi dovrebbe essere rivolto a ceti preparati per il recupero agricolo, per i centri storici, per l'assetto idrogeologico. Quanti partiti hanno considerato questo problema di difesa del territorio, che è anche un problema di difesa della vita umana, una priorità nazionale assoluta?[...]" Servirebbero lungimiranza ed attenzione, mettendo in conto la rinuncia a certe grandi opere per lasciare priorità a moltissimi micro-interventi da attuare a fini di tutela e prevenzione? "[...]Le spese si pianificano, non è una questione che si risolve dall'oggi al domani, ma un tema che riguarda intere generazioni future. C'è la priorità politica che [...] dovrebbe essere allargata al paesaggio. [...] Sicurezza, integrità fisica, difesa del suolo e delle acque: si devono intrecciare crisi economica e crisi ambientale in un grande tema nazionale.[...]" Le responsabilità potrebbero essere molteplici, derivanti da altrettanti anni di cattive priorità politico-tecniche a cui oggi, forse, è minimamente possibile porre rimedio. Quali colpe muovono la morte nel maltempo?  Incidenti e catastrofi come queste dovrebbero, in linea di massima, suggerire precise linee di azione alle massime classi dirigenti. Il condizionale è d'obbligo, seguendo la minima precauzione di questi tempi. 

Fonte: "Un piano del lavoro contro crisi economica e disastri ambientali", J.Bufalini, L'Unità, 6-11-2011

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