Io appartengo a questa seconda categoria probabilmente perché la passione non è solamente una e dunque solo la presenza di un traguardo da raggiungere fa in modo che buona parte della mia attenzione si concentri su di esso e non venga dispersa tra molte altre attività per me interessanti.
Per questo autunno-inverno 2015-16 il mio obiettivo sportivo è decisamente rappresentato dal completamento delle 50 lezioni del Metodo PIT, la cui spiegazione si può trovare Metodo PIT
Rispetto alle date del sito organizzatore sono già in ritardo di quasi due settimane e non sarà certamente la fatica che sto facendo a farmi recuperare terreno sugli altri, che dunque sono già virtualmente andati in fuga, bensì una completa ed organizzata costanza.
Sono comunque a tutta in questo momento e pensare che mancano ancora una decina di minuti.
All’inizio pensavo peggio, poi meglio, poi ancora peggio…
Un alternarsi di sensazioni molto legate al tipo di esercizio svolto al momento.
Comunque sia, il tappetino è zuppo, il fiato manca e il cuore viaggia attorno al 90% della frequenza massima.
Non è come dovrebbe essere, ma dalla tv Fabrizio mi sta dicendo, come riesca a parlare non ho idea, che sforare di qualcosa il famoso 85% per qualche secondo non è un grande problema, purché non diventi un’abitudine e purché il tempo di recupero riesca a fare scendere i battiti come previsto.
Vorrei rispondergli che il mio innalzamento del cuore trattasi di cosa non voluta, ma non sono ancora giunto al livello di parlare con la tv, e poi…chi mai ne avrebbe la possibilità anche potendo?
Risparmio il fiato e continuo a pedalare con un occhio al cardio-frequenzimetro ed entrambi gli orecchi sintonizzati su quanto esce dagli altoparlanti, nella speranza di udire un “Bene ragazzi, anche questa è fatta!”.
Inutilmente, visto che mancano ancora 30 secondi.
Cerco di distrarmi e pensare ad altro, cosa che aiuta a distogliere l’attenzione dalla fatica.
Allora un paio di parametri di mattina tanto per memorizzarli in modo da averli a portata di mano alla fine dell’inverno:
battiti a riposo: 58
peso: il mio (informazione riservata, solo le eventuali variazioni saranno comunicate)
Ok, qualcosa è contato, ho completato anche questa sezione.
Il tempo devo dire passa veloce.
Per come ero abituato io ai tempi dei miei allenamenti da autodidatta, seppur buon conoscitore di metodi e tabelle teoriche e pratiche, la presenza del video è fondamentale.
Lavorare seguendo una tabella su un pezzo di carta porta come conseguenza principale che il tempo non passa mai.
Invece seguendo i video del Metodo PIT ho trovato il giusto equilibro e la giusta variazione di intensità e di tipologia degli esercizi, cosa per me fondamentale.
Non ho mai avuto problemi nel fare fatica, ma costruirsi un piano di allenamenti fatto bene e poi seguirlo scrupolosamente per un periodo importante, è quasi sempre stato troppo per me.
Questa occasione però va sfruttata per bene almeno una volta, anche solo per curiosità, anche oggi che per me il tempo delle gran fondo è passato, proprio per avere un riscontro qualitativo della validità di questo piano di allenamenti.
Per questo motivo ho piena coscienza del fatto che in primavera mi attende la prova del 9: la mia salita di riferimento della quale ho tempi su tempi memorizzati sia su computer che nella mente.
Quale potrà mai essere il risultato raggiunto alla fine di un percorso iniziato da una situazione sedentaria che si protrae oramai da alcuni anni?
Vedremo.
Per intanto, dopo un pochettino di recupero, mi resta l’ultima sezione della superforza.
E pensare che il cosiddetto mesociclo si compone di otto lezioni a difficoltà crescente e questa è solo la prima.
Ci siamo, via con la superforza finale.
Resoconto lezione 01:
Tre le tipologie di lavoro in questa lezione per la costruzione della base atletica.
stabilizzazione del busto, forza-resistenza e superforza.
Durata lezione: 1h 10m
Calorie consumate: 776 cal