Metropolis pt.2: Scene from a memory (Scene 5-9)

Da Scriptomanti

Quando torna a casa, nel proprio appartamento di Metropolis, Nicholas è solo; Lizzy è partita per il weekend, portando il bambino a trovare i nonni per qualche giorno.
La luce del tardo pomeriggio filtra attraverso le fenditure delle saracinesche, abbassate nel tentativo di impedire alla calura di invadere le stanze della casa.
È seduto sulla poltrona, in salotto, con una birra ghiacciata in mano e la sigaretta accesa in bocca; fissa con intensità lo schermo del televisore al plasma, nero, spento.
Riflette.
La notte della sua morte, la ragazza non ebbe alcuna possibilità di scampo; una vittima designata, un agnello sacrificale immolato sull'altare delle circostanze.
Eppure era così bella, così giovane.
Che ingiustizia.
Ciò che ha scoperto sul destino di Victoria gli ha appiccicato addosso una tristezza più pesante del piombo ma, allo stesso tempo, gli ha fornito una nuova prospettiva sulla sua vita come Nicholas.
Un nuovo punto di vista.
Si corica sul letto che è ancora molto presto; non ha cenato, non ha per niente fame, anzi, il solo pensiero di mandare giù del cibo gli fa venire la nausea; col caldo, il giungere del sonno è più simile a uno svenimento, una lenta perdita di sensi verso una soffocante incoscienza che, al risveglio, si risolverà di sicuro in un'emicrania accompagnata da un bagno di sudore.
Oltre i cancelli della chiesa si trova un cortile abbandonato; l'erba è alta, ma non abbastanza da nascondere le superfici sgretolate delle pietre tombali; Nicholas procede lentamente, leggendo i nomi, le date gli epitaffi; quando alla fine raggiunge il lotto in cui è sepolta Victoria, nell'angolo sud-est del giardino, la scritta incisa nel marmo gli mozza il fiato, e si sente soffocare:

"In amata memoria della nostra bambina.
Innocente, e dagli occhi sempre aperti"

Nicholas non riesce a resistere, e scoppia in lacrime.

Si sente vuoto, come se gli avessero strappato una parte di sé; e mentre le immagini del volto sorridente di Victoria gli riempiono la testa, la transizione tra il sonno e la veglia s'inumidisce, questa volta non per il sudore, ma per il pianto.

In posizione fetale, senza accorgersene, ha iniziato a singhiozzare come un bambino affranto, devastato dalla stessa angoscia che si prova quando si perde una persona cara, amata con tutto il cuore.

Nel pieno della notte, Nicholas comprende: lei non ha mai avuto una possibilità; il destino crudele non le ha mai concesso voce in capitolo, mentre lui, lui ha avuto così tanto dalla vita: una moglie amorevole; un figlio sano e felice; per un istante gli sembra che tutto ciò sia sbagliato, di avere ottenuto troppo senza esserselo meritato davvero.

Per ritrovare la pace, capisce di dover piangere Victoria un'ultima volta; dirle addio e lasciarla andare per sempre.

Pervaso da un senso di catarsi, atto a rivendicare la propria identità, Nicholas chiude gli occhi, pronto a sopportare per un'ultima volta la sofferenza dei ricordi, e si abbandona, lasciandosi trasportare dalla marea del passato.

Julian il dormiglione, così lo chiamavano da ragazzino.

Pigro, viziato, scansafatiche; tra i due, lui era il fratello ribelle, la pecora nera della famiglia; abbandonata la scuola, era diventato un adolescente sfaccendato: di giorno, a bighellonare agli angoli delle strade, scroccando sigarette, dando fastidio alle persone per bene; di notte, nei locali malfamati, a suonare la musica dei neri, e a borseggiare le tasche degli ubriachi.

Col tempo, poi, arrivarono le prime birre, che presto divennero whisky, il poker, la droga.

Diceva scherzando che, con un tiro di coca, era in grado di vedere la luce, quella di cui gli avevano parlato alla scuola domenicale, da bambino; poi scoppiava in una ragliante risata e proseguiva, sostenendo che, per gente come lui, l'unico bagliore possibile oltre la morte era quello del lago di fuoco dell'inferno.

Uno spirito tormentato, quello di Julian: dilaniato dal desiderio di tornare a casa, redento; rimettersi in sesto e vivere una vita appagante, serena, con l'unica donna che avesse mai amato; ma troppo debole per resistere alle lusinghe della città; al suo fascino proibito, alle sue tentazioni.

Spesso, da sbronzo, descriveva la metropoli come un demone di cemento e acciaio; una bestia dal sangue freddo il cui unico obiettivo fosse divorarlo, trascinarlo in profondità, tra le proprie spire, mentre lui lottava con tutte le forze per liberarsi da quella morsa di autolesionismo, e risolvere lo strano indovinello senza risposta che era la sua vita.

Edward Miracle Baynes ricorda bene la prima volta che Victoria venne a bussare alla sua porta.

Come potrebbe dimenticare?

Il suo volto angelico era rigato dalle lacrime.

Pianse sulla sua spalla, in cerca di conforto, per tutta la notte, mettendo a nudo la propria anima: aveva lasciato Julian, questa volta per sempre; non ce la faceva più ad assistere impotente, mentre l'uomo che amava si riduceva ogni notte in uno stato pietoso.

In quel momento, nella mente del senatore tornarono a galla le parole di un adagio che sua madre era solita recitare quando erano bambini:

I remember I was told there's a new love that's born
For each one that's has died

Ricordo quando mi dicevano che per ogni amore che muore, uno nuovo ne nasce.

All'inizio, le visite di lei creavano un certo disagio: anche se sapeva di sbagliare, erano ore bellissime da trascorrere insieme; ogni volta che la vedeva andare via, si riprometteva che quella sarebbe stata l'ultima volta; ma a ogni nuovo invito, era impossibile resistere.

Col passare dei giorni, un nuovo pensiero si fece strada nella testa di Ed; un ragionamento razionale, confortante: le vita insieme di Victoria con Julian non poteva essere reale: era un'illusione, una pagliacciata che non avrebbe portato da nessuna parte.

Lui, invece, era una persona onesta; un membro rispettabile della comunità: era persino riuscito a farsi eleggere senatore, nonostante tutto l'imbarazzo che il Dormiglione era riuscito negli anni ad attirare addosso alla famiglia Baynes.

Sì, era deciso; l'avrebbe sposata: avrebbe reso Victoria Page sua moglie e, insieme, avrebbero messo su casa.

Un nido d'amore in cui crescere degli onesti e responsabili figli americani.

Nient'altro che scuse e giustificazioni.

Perché lui la desidera; l'ha sempre fatto, sin dall'inizio.

E mentre ricorda con bramosia il sorriso pensieroso di lei, mentre gli prende la mano e lo trascina nella sua alcova, nel suo letto, l'uomo cerca disperatamente un modo di scaricarsi la coscienza; perché sa, non ha alcun dubbio a riguardo, che pur di partecipare di nuovo a quell'estasi, i lunghi capelli dorati sparsi sul corpo nudo, la testa all'indietro, gli occhi chiusi e la bocca spalancata, attraversata dai mugolii della passione, è disposto a soffocare il disonore nella menzogna.

Rinnegare il proprio sangue.

Tradire il proprio fratello.

L'intensità delle sensazioni che la giovane donna prova in questo momento della storia, hanno sbloccato nuove testimonianze, nuovi sogni, che hanno permesso a Nicholas di svelare ulteriori aspetti del mistero che si cela nella propria memoria.

Ma il turbine di emozioni è troppo potente; non riesce a resistere e, alla fine, ne viene travolto: s'immerge in prima persona; si confonde, diventa anche lui schiavo del tocco di Victoria fino a quando il vortice della regressione non si ferma, abbandonandolo per l'ennesima volta sul selciato che conduce alla casa.

Scene Seven: I. The Dance Of Eternity

Galleggiare in un flusso di coscienza è un'esperienza difficile da raccontare: è come una pioggia estiva, di quelle col sole; gocce rade ma gonfie d'acqua; ognuna di esse è un'immagine, un ricordo; una sinestesia che ti bagna la pelle e gli occhi. Narici piene dell'odore intenso del tabacco e sangue saturo di adrenalina e alcol; un lancio di dadi, risate e
È come un vento che ti soffia intorno, sollevando le foglie in piccoli vortici circolari.
Trovare le parole giuste è un'impresa ardua quanto cercare di descrivere della musica per immagini.
Diversi i canoni, diversi i sensi coinvolti.
Tutto ha inizio con il ritmo: il metronomo, lo studio avvolto nel silenzio, la cadenza pacata dell'ipnotista; le sue parole calme che appesantiscono le palpebre come i versi di una ninna nanna.
La regressione poi, l'esplorazione del sogno: la casa, il vialetto, le scale; gli edifici si fondono, le camere si collegano tra loro in un tesseratto d'immaginazione e memoria; le parole del vecchio, i primi indizi e la sua omertà nel raccontarci l'intera vicenda.
Per ogni passo avanti che si compie, nuove ombre s'infiltrano da dietro gli angoli ciechi; generando confusione, nascondendo la verità.
Ancora ritmo, questa volta più serrato; la batteria accelera: sono i martelletti della macchina da scrivere; la carta stampata ci circonda, siamo investiti da fiumi d'inchiostro che riportano testimonianze, ricostruiscono fatti.
Amore, omicidio e tragedia.
La trasmigrazione è istantanea: siamo nei ruggenti anni Venti; il pianista pesta sui tasti; le ragazze ballano.
Sappiamo solo che alcune banconote sono rigide; ancora appiccicose per le macchie di sangue rappreso.
Siamo giocatori; non si può sempre vincere.
Ma se la sconfitta diventa l'abitudine e puntare grana in prestito un automatismo, allora le cose iniziano a farsi pericolose.
All'inizio non lo capisci: i famigliari si allontanano, ti ostracizzano; la donna che ami ti lascia perché non ce la fa più; e tu ti giustifichi, dicendo che è colpa loro, che sono dei bigotti, soltanto degli ipocriti.
snake eyes: abbiamo sempre qualche soldo in tasca per un giro a carte, anche se la loro provenienza è sconosciuta. Tu vai avanti per la tua strada e continui a puntare al raddoppio.
La prospettiva vacilla, si sdoppia; e inizi a seguire la trama su due binari paralleli come un testo a fronte che narra la stessa vicenda usando frasi differenti: da un lato gli inseguimenti nei vicoli bui; i pestaggi per mano e piede di energumeni al soldo di qualche creditore impaziente; dall'altro, gli incontri furtivi; il rotolarsi nel letto tra le lenzuola umide e scottanti.
Il ritmo si fa frenetico: ti manca il fiato, e non sai se sono le fughe notturne attraverso i bassifondi della città a portarti via il respiro, o l'eccitazione del contatto con lei, Victoria; il suo corpo nudo che sussulta al pari con i colpi dei tuoi lombi, mentre ti muovi dentro di lei.
È un crescendo: il piacere irrefrenabile del basso ventre, unito al dolore insopportabile dei pugni e delle mazzate allo stomaco, alle coste, alla testa.
Il climax è annichilente e contemporaneo: la testa che sbatte con violenza contro il marciapiede e l'orgasmo; seme e vomito espulsi dal corpo, in un convulso riflesso fisiologico, mentre ci si perde tra le pieghe della carne della persona bramata, o si sviene in un mucchio di rifiuti, sul retro di un ristorante cinese.
Ritorna la calma, e le voci da due che erano si fanno tre.
Non può andare avanti così; questa volta per poco non ci restavo.
Ma ho imparato la lezione: mi rimetterò in sesto e tornerò da lei, pulito, in ginocchio.
Supplicherò se sarà necessario, perché Victoria è l'unica per cui voglio essere un uomo onesto.
Non può andare avanti così; se ci scoprissero la mia carriera politica non resisterebbe allo scandalo.
Ma la desidero, Dio quanto la desidero, e quel balordo di Julian non se la merita.
Ecco la soluzione: farò di lei mia moglie, così potrò avere Victoria ogni volta che vorrò.
Non può andare avanti così; sono una persona debole e meschina.
Edward è stato per me di grande conforto nei momenti più bui e disperati.
È un uomo fantastico.
Ma io amo Julian, adesso l'ho capito; voglio stare con lui costi quel che costi.
Mi sono cacciata da sola in questo orrendo triangolo, e adesso devo avere la forza per porvi rimedio.
Dovrò trovare il coraggio di spiegare a Ed che la prossima volta sarà anche l'ultima.

Tornato in possesso della propria coscienza, nel sogno Nicholas viene colto da dubbi; e nonostante le prove che ha ottenuto finora, c'è ancora qualcosa che gli sfugge.

Sono solo dicerie, pettegolezzi, ma possibile che un senatore degli Stati Uniti abbia sfruttato la propria posizione per avvantaggiarsi in questioni private?

Come ha reagito Edward di fronte all'abbandono da parte della ragazza?

Il suo cuore si è spezzato?

Cosa è accaduto quando Victoria gli ha detto addio una volta per tutte?

Un'ultima volta, oggi, noi giaceremo insieme. Un'ultima volta, finché non scompariremo nel nulla.
Un'ultima volta, oggi, noi giaceremo insieme.
Un'ultima volta, mentre lentamente svaniamo.

Il sogno che perseguita Nicholas, non è altro che la somma dei ricordi di Victoria; del tempo che ha passato con Edward.

Quella è la sua abitazione e, in essa, sono presenti gli indizi restanti, necessari a svelare l'intera verità.

Una verità che, in fin dei conti, ha sempre sospettato sin dal principio.

Mentre sale le scale, si accorge che la porta è già aperta; ma quando sta per entrare nella camera da letto, all'improvviso le mura spariscono e dell'aria fredda gli schiaffeggia il volto.

Si trova di nuovo all'esterno, sul viale che conduce alla residenza.

Il silenzio della sera viene infranto dall'urlo di una donna e dalla voce piagnucolosa di un uomo che implora perdono.

Parole che Nicholas, però, non riesce a sentire.

Scene Eight: The Spirit Carries On

Di nuovo.
E solo alla fine appare evidente come tutto ciò sia servito allo scopo; anche se la ragione è del tutto diversa da ciò che ci si aspettava all'inizio.
Nicholas finalmente sa; e le risposte che ha trovato non hanno nulla a che fare con l'assassinio della ragazza.

Da dove veniamo?
Perché siamo qui?
Dove si va quando si muore?
Cosa ci sarà oltre, e cosa c'era prima?
Esiste qualcosa di certo nella vita?

Le frasi fatte, le banalità.

Ci è data una sola occasione.

Nicholas, come tutti noi, è stato un uomo terrorizzato dall'idea della morte; che lasciare questo mondo significasse la fine di tutto; il nulla eterno.

Ma attraverso questa esperienza personale e spirituale, ha scoperto di aver vissuto altre vite passate e che l'anima è in grado di trascendere il tempo.

Anche se non esisteranno mai prove scientifiche, e in nessun modo riuscirà a comprendere appieno un fenomeno tanto complesso e universale, Nicholas, in cuor suo, sa di avere ragione.

E non ha più paura.

Se dovessi morire domani, andrebbe comunque bene, perché sono convinto che una volta che ce ne siamo andati, lo spirito continui il proprio percorso.

Ed è sempre stato questo il messaggio che Victoria voleva recapitargli attraverso le visioni notturne: la fine di un'esistenza non si verifica per opera della mera morte fisica; la vita è un ciclo che si ripete all'infinito; ciò che conta davvero per l'individuo è che ne venga conservato il ricordo.

Solo così si può essere immortali.

Vai avanti e sii coraggioso, non fermarti a piangere sulla mia tomba perché tanto io non sono più qui; ma per favore non lasciare che il mio ricordo svanisca.

Nicholas è di nuovo circondato da un fascio di confortante luce che spazza via, come l'oscurità della notte scacciata via dall'alba di un nuovo giorno, ogni timore e sofferenza; gli interrogativi e i dubbi nella sua mente gli hanno permesso di portare a termine il viaggio interiore che l'ha premiato con la comprensione del senso della sua vita.

Victoria è reale, lo è sempre stata e adesso fa parte di lui; con l'aiuto della ragazza, le due parti sono diventate una, riconciliandosi definitivamente.

È tempo di tornare nel mondo reale, perché ormai, in sogno o da sveglio, non ha più nulla da temere.

Ancora addormentato, le parole dell'ipnotista formano il sentiero che riconducono Nicholas al risveglio.

"Sei di nuovo circondato da una brillante luce bianca.
Lascia che la luce ti allontani dal passato, riportandoti alla vita reale.
Mentre la luce si dissipa, tornerai lentamente cosciente, ricordando tutto ciò che hai imparato.
Quando ti dirò di aprire gli occhi, tornerai al presente, sentendoti rinvigorito e in pace con te stesso.
Apri gli occhi Nicholas".

È venerdì sera, e il sangue imbratta ancora le mani di Edward Miracle Baynes.

Quella sgualdrina l'avrebbe lasciato per tornare con un uomo tanto indegno.

Ma per fortuna è già stato tutto risolto: è rimasto l'unico sopravvissuto a un incontro di cui nessuno era a conoscenza; chi mai metterebbe in dubbio la testimonianza di un senatore degli Stati Uniti d'America?

Ha tempo a sufficienza per mettere in scena una storia convincente; un tragico caso di omicidio-suicidio a sfondo passionale: lui un fallito, un ladruncolo drogato senza arte né parte; lei una poco di buono, una sciacquetta disposta a tutto pur di ottenere un po' di attenzione.

Nella nota che scriverà lo farà passare per un poveraccio senza alcuna speranza, e il pubblico penderà dalle sue parole:

Questo sentimento dentro di me; avevo finalmente trovato l'amore che era riuscito a liberarmi.
Mai più diviso in due.
Piuttosto che perderti, preferisco togliermi la vita.

È stato un venerdì pomeriggio stupendo.

Ho incontrato Julian e gli ho fatto sapere che presto saremo di nuovo insieme.

Oh, è lui l'amore della mia vita.

Ho fatto un errore a lasciarlo, ma adesso l'ho capito: il mio cuore è suo; lo è sempre stato e sempre lo sarà.

Oggi ho intenzione di parlare a Edward: è tempo di porre la parola fine ai nostri incontri; lui capirà, è un uomo così maturo.

Julian non dovrà sapere mai nulla di ciò che è successo; se lo scoprisse, di sicuro ucciderebbe il fratello senza troppe esitazioni.

Sono così felice che mi sento scoppiare il petto!

Alla fine ho riscoperto l'amore e mi sento così libera!

Io e quel dormiglione non ci separeremo mai più.

L'incontro romantico tra i due piccioncini avvenne lungo una strada poco trafficata, perché da quelle parti il nome di Julian non aveva un suono piacevole nelle orecchie della gente.

Non volevano destare scalpore, le malelingue possono essere un ostacolo duro da superare nelle prime fasi di una relazione tormentata come la loro.

Quando si abbracciarono, pensavano di essere soli; ma qualcuno li aveva seguiti.

"Allontanati da lei!" L'urlo perentorio di Edward risuonò amplificato nel silenzio della notte.

"Chi va là? Ed? Fratello, sei tu?" la voce di Julian era acuta, piena di stupore.

"Lui non ti merita!" incalzò il senatore Baynes.

"Ma che cazzo stai dicendo?" e nella mano del dormiglione comparì, come per magia, la lama di un coltello a serramanico.

"No!" Supplicò Victoria, presagendo la catastrofe.

"Lei è mia!" quale dei due fratelli pronunciò queste parole, fu impossibile capirlo, perché in quel momento Julian si gettò in avanti, un affondo al petto di Edward.

Ma fu troppo lento.

E il proiettile lo prese in pieno.

Victoria cadde in ginocchio, iniziando a urlare in preda all'isteria.

Mentre il corpo del fratello cadeva a terra, Miracle Baynes si girò verso la ragazza, la donna di cui si era perdutamente innamorato; sollevò la rivoltella e, con il dito sul grilletto, sentenziò:

"Apri gli occhi Victoria!"

Edward se n'è andato; ma non riesce a sentire Victoria: le sue grida, il suo pianto, il suo respiro.

Il dolore al torace è insopportabile; la vista offuscata; il freddo sta iniziando invadergli mani e piedi.

Ma non importa, non si lascerà sconfiggere, non questa volta.

Aveva giurato di non giocare mai più d'azzardo, ma questo non significa che è disposto a perdere.

Trascinarsi fino al suo corpo, quel corpo così bello, è una tortura che pare interminabile.

Per l'ultima volta insieme.

Un'ultima volta giaceremo insieme; un'ultima volta finché non svaniremo nel nulla.
Un'ultima volta giaceremo insieme.
Un'ultima volta e poi scompariremo.

E mentre i due corpi rimangono immobili, uno vicino all'altro, in un abbraccio degno di una tragedia shakespeariana, i loro spiriti si sollevano nel cielo, danzando insieme nell'aria avvolti soltanto da amore e luce accecante.

Due esistenze, opposte e complementari, infine si fondono, legate per sempre.

E da un'anima vecchia, una nuova ne scaturisce.

Nicholas è a casa.

È ancora solo, ma presto Lisa e il bambino saranno di ritorno.

Attraversa tutte le stanze, spalancando le finestre: è pervaso da una sensazione di liberazione totale; continua a pensare all'immensa scoperta di cui è stato testimone.

Niente più dubbi, niente più angosce: grazie all'aiuto di Victoria ha imparato a non esitare e a vivere la propria vita appieno.

La morte della ragazza non lo rattrista più: sa che quel senso di perdita che sentiva in passato è solo un'illusione e che, quando arriverà il momento, potranno riunirsi altrove, in un nuovo tempo, o in una nuova realtà, come buoni amici.

...la loro notizia principale, tutti pronosticando il risultato dell'uomo considerato membro della nobiltà americana.
E come puoi immaginare, mentre il cielo si rabbuia su Washington, la luna s'incupisce altrettanto e la popolazione qui sta cominciando a rassegnarsi alla possibilità di essere testimoni di un'altra tragedia in una lunga serie di eventi sfortunati.
Reazioni da ovunque, da Washington e certamente da tutto il mondo si sta ipotizzando...

Nicholas non ricorda di aver lasciato la televisione accesa, anzi, sono parecchi giorni che non s'interessa più delle notizie che riguardano il resto del mondo.

Raccoglie il telecomando dal divano; spegne l'apparecchio e decide di godersi un po' di musica in attesa della cena.

Si prepara un drink, whisky con ghiaccio, e mette sul piatto del giradischi un vecchio vinile, appartenuto a suo nonno, appassionato ascoltatore di musica classica.

Quando l'anta di vetro del mobile si richiude, il riflesso dell'ipnotista alle sue spalle lo coglie del tutto impreparato.

"Apri gli occhi Nicholas".


"Aaah!"
La lama lo trafigge con facilità, spaccandogli in due il cuore.