Mettete al rogo quell’ebreo..!.. la storia di un estroverso uomo di pensiero.. Abulafia Abraham Ben-Samuel

Creato il 21 febbraio 2012 da Gianpaolotorres

Pinturicchio,Roma.Chiesa di Santa Maria del Popolo.

Sant’ Agostino discute con gli eretici

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Abulafia nacque nel 1240 a Saragozza, in Aragona. Ancora fanciullo passò con la famiglia in Navarra, nella cittadina di Tudela. Qui fu introdotto dal padre allo studio della Torah (“La Legge”, che corrisponde al Pentateuco dei Cristiani) e del Talmud. A diciott’anni, dopo la morte del padre, iniziò una vita errabonda.

Si imbarcò per l’Oriente alla ricerca del favoloso fiume di pietre, il Sambation, oltre il quale si sarebbero trovate le Dieci Tribù perdute di Israele. Benché per nulla scientifica nel senso odierno, la credenza nell’esistenza del Sambation era molto salda tra i dotti ebrei e cristiani del XIII secolo, e non pochi partivano alla sua ricerca. Gli ebrei vi ricercavano le vagheggiate tribù perdute, i cristiani l’altrettanto vagheggiato regno del Prete Gianni (forse il Dalai Lama). Tutto quello che si sapeva, o si supponeva, del Prete e delle Tribù era che si trovavano “in India”, cioè vagamente a oriente.

Abramo, sbarcato ad Acri,in Terra Santa trovò solo la desolazione lasciata dalle Crociate e decise di non proseguire.

Giunse invece alla determinazione di tornare in Occidente per ottenere udienza dal papa. Perché volesse incontrare il papa non si sa con certezza; si è supposto che il giovane entusiasta volesse tentare di convincerlo della bontà del giudaismo.

Sbarcò a Capua e vi soggiornò. Fu a Capua che conobbe un filosofo e medico di nome Hillel che lo introdusse all’opera di Mosè Maimonide,il noto filosofo,medico e rabbino,nativo di Cordoba in Spagna. È piuttosto probabile che Hillel altri non fosse che il celebre Rabbi Samuel ben Eliezer, meglio noto come Hillel di Verona.

Abulafia lesse con passione Maimonide; ma, benché lo stimasse sopra ogni studioso e ne citasse spesso dei brani, il giovane non fu soddisfatto della scienza di Maimonide. Per la verità la sua sete di conoscenza sembra non potersi placare nella lettura di alcuno dei filosofi conosciuti. Secondo Scholem, fu un convinto sostenitore di Maimonide, la cui dottrina (filosofica) non riteneva in contrasto con la mistica e che questa stessa derivasse dalle premesse della “Guida dei Perplessi” di cui scrisse addirittura due commenti, in effetti cercò di trovare un nesso logico tra le proprie posizioni e quelle di Maimonide.

Abramo era di carattere estroverso, e con facilità trovava chi l’ascoltasse. Fu dunque a Capua che iniziò a scrivere ed a insegnare. Scrisse infaticabilmente di Qabbalah, filosofia, grammatica, e si circondò di discepoli a cui trasmetteva molto del suo entusiasmo

Dopo il suo ritorno in Spagna, all’età di trentun anni, ebbe le prime esperienze mistiche. A Barcellona si immerse nello studio del Sefer Yetzirah  (Libro della formazione qabbalistica) e dei suoi numerosi commentari. Lo studio della Yetzirah e degli scritti del mistico tedesco Eleazaro di Worms esercitarono su di lui una profonda influenza. Le lettere della Scrittura e i loro valori numerici, con le loro combinazioni e permutazioni, divennero per lui segni di altri segni. E tutti i segni erano complementari e si spiegavano l’un l’altro. Di tutti i segni del creato quello eccelso erano le quattro lettere del nome di Dio, il Tetragrammaton. Il Tetragrammaton andava oltre l’uomo perché non si poteva pronunciare, si poteva solo meditare, analizzarne le lettere, ricombinarle, studiarne le corrispondenze e, attraverso esso, risalire l’albero delle Sefirot, (gradi della vita divina).

Per mezzo di questi esercizi mistici e con l’osservanza di pratiche ascetiche, l’uomo di Abulafia si innalza dallo stato mondano a uno stato superiore e diviene profeta.

Ma non si diventa profeti per dar spettacolo di sé con miracoli, bensì per giungere a uno stadio di percezione più sottile e per poter penetrare intuitivamente la natura imperscrutabile dell’Altissimo, i misteri della creazione, i problemi posti dalla vita umana, dal “Da-sein”, i significati più reconditi della Torah.

Nel 1272 Abulafia si trovava a Patrasso, in Grecia. Lì compose il primo dei suoi libri profetici, il Sefer ha-Yashar (Libro del Giusto).

Ma il suo spirito inquieto continuava a spingerlo verso l’incontro col papa. La richiesta di udienza raggiunse papa Niccolò III a Soriano sul Cimino (VT). Il papa, che non era un mistico, ordinò di mettere al rogo quell’ebreo se si fosse presentato. Abulafia  nonostante gli avessero già preparato la pira,si presentò ugualmente,  ma il papa nel frattempo era stato colpito da un’apoplassia e morì.

Fu ugualmente incarcerato e custodito dai francescani,i quali vedendolo un uomo innocuo,lo lasciarono libero dopo solo quattro settimane.

Questo scampato pericolo,probabilmente gli diede alla testa.

Abulafia fece la sua comparsa in Sicilia dove si manifestò alle comunità ebraiche come Messia. Lo scandalo suscitato da questa affermazione costrinse il filosofo a fuggire ancora. Nell’isola maltese di Comino compose il Sefer ha-Ot (Libro del segno) tra il 1285 e il 1288.

Nel 1291 scrisse la sua opera più difficile, gli Imre Shefer (Parole di bellezza); dopo questa data si perde ogni traccia di lui.

Per il pensiero,dato che si parla di cose complicate,vi rimando a:

http://it.wikipedia.org/wiki/Abramo_Abulafia

oppure

http://www.jewishencyclopedia.com/articles/699-abulafia-abraham-ben-samuel#anchor9

Il Papa Niccolò III della famiglia degli Orsini di Roma,non fu propriamente uno stinco di..santo..Governò 3 anni soli,sufficienti a farlo ricordare alla storia come il fondatore del nepotismo.Dante lo citò infatti nella sua Divina Commedia a questo proposito:

« e veramente fui figliuol dell’orsa,

cupìdo sì per avanzar li orsatti,

che su l’avere, e qui me misi in borsa.

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XIX, 61)

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