Metti #ManiedelLettore una sera a cena

Creato il 28 aprile 2014 da Diletti Riletti @DilettieRiletti

Prima che iniziate a leggere, sappiate che tutto quello che avete detto sarà usato contro di voi.

Quando ho scritto il pezzo da cui è nato tutto questo –Sette ottimi motivi più uno per non vivere con una lettrice- pensavo di essere un pizzico spostata, con le mie manie relative ai libri e alla lettura che probabilmente mi rendono un pizzico asociale giacché –come mi lasciai sfuggire una volta con una mia fiamma del momento- tra un uomo e un libro, vince quasi sempre il libro. La fiamma si spense all’istante, inutile dirlo.
Tornando a noi, dopo l’articolo @CasaLettori mi propose con la sua cortesia innata di crearne un argomento di discussione su Twitter: da cui il recente #ManiedelLettore che ha avuto un gran seguito, come vedrete. Ma prima di continuare vorrei ringraziarvi tutti, amici e colleghi di lettura. Da quando ho letto i vostri tweet mi sono resa conto di non essere più sola, anzi che ci sono al mondo diverse categorie di spostati, di cui cercherò qui di tracciare un breve elenco.

I sensoriali: li troverete in libreria, in biblioteca, persino in edicola a toccare, sfiorare, palpeggiare pagine e copertine, soppesandone consistenza e rilievo, ficcando il naso tra le pagine e aspirando rumorosamente. Avviso per i librai: i sensoriali vedono il libro come oggetto sacro, perciò state tranquilli. Nessuno farà danni, anzi, ho visto io stessa un sensoriale rimettere al suo posto una fascetta un pochino gualcita, accarezzandola a lungo. Tuttavia compreranno solo libri a condizione che “la copertina sia in perfette condizioni” e comunque mai “il primo libro della pila, ma il secondo-terzo”.
Una volta arrivati in casa con il bottino costoro evolvono in genere nei terribili conservatori: i libri sono catalogati, per colore, per casa editrice, per data di acquisto, per serie e per autore, in un ordine imprescindibile noto solo a loro. Mettono “sempre nome e data sulla prima pagina” (“non si sa mai” ha aggiunto un’altra); “lo scontrino d’acquisto prima dell’indice, in ogni libro”, dice uno e un altro rincara: “all’interno del libro letto lascio il segnalibro/calendario con mese e anno in cui l’ho iniziato” (da qui ho iniziato a sentirmi meno matta del solito, lo ammetto). I conservatori possono manifestare tendenze violente se qualcuno osa toccare o leggere i libri senza permesso, farne scricchiolare le coste o –orrore supremo- fare le “orecchie” alle pagine: “mi spiace ma i miei libri non li presto mai, son pieni di appunti e note personali, vivo il libro come se fosse una donna”, basta come esempio?
All’estremo opposto troviamo i tantrici, sì, quelli che con il libro ci fanno l’amore in ogni posizione, ma lo strapazzano, ci scrivono sopra, sottolineano le frasi e le imparano a memoria, tolgono la sovracoperta e torcono la copertina, gli fanno scricchiolare le coste in un amplesso passionale, lo segnano con molteplici orecchiette e addirittura lo tatuano: “Sottolineare qualsiasi frase ci ispiri e poi scriverla su: – Diario – Twitter – Tumblr – Fogli – Corpo proprio e altrui” e anche “da 1ciondolo ho creato timbro “ex libris” con cui ‘tatuare’ la prima pagina e non solo”. Da brividi.
Chi di noi poi non ha mai avuto la sensazione di parlare con qualcuno non proprio di questa realtà? A tale categoria appartengono i Matrix, lettori che immaginano, studiano, ricercano, creando visioni alternative. C’è chi confessa di “cercare tra la gente il volto del protagonista, così come l’ho immaginato”, o chi dice Prima di dedicarmi alla lettura di un nuovo libro, leggo assolutamente l’ultima parola(frase, capitolo). Non ne posso fare a meno ” seguendo leggi che noi umani… (sì, sono pure un po’ Blade runner). Insomma lo schema che questo lettore segue assecondando la sua passione è noto solo a lui, tanto da “immaginarsi lo scrittore proprio nel momento in cui stava facendo nascere quella storia, quell’episodio, quella pagina” o“pensare di essere gli unici ad aver individuato la corretta interpretazione di un episodio della storia. Spesso secondario”, “Leggere libri di un autore nell’ordine esatto in cui li ha pubblicati (che poi spesso non è lo stesso con cui li ha scritti)”:  Standing ovation e medaglia d’oro per Fabrizio Moscato (direttore di Liberi sulla Carta, ho scoperto poi). Un consiglio: non chiedete spiegazioni a questa categoria, quelle capriole alla Keanu Reeves fanno venire la sciatica.
Una particolare categoria si è rivelata essere quella dei nemici pubblici, croce nera di tutti gli altri: gli sciattoni (una delle collaboratrici di questo blog è la regina delle sciatte, ahimé) sporcano, piegano, macchiano, perdono. Il solo vederli avvicinare ai vostri amati tomi provocherà travasi di bile e svenimenti. Infatti mentre alcuni scrivono “Se leggo in spiaggia, sfilo la copertina esterna di carta per non farla rovinare” lo sciattone riporterà a casa tra le pagine del suo libro un pezzo del litorale di Ostia, perciò immaginare l’incontro tra uno sciattone e un sensoriale o un conservatore può avvenire solo a patto di immaginare che avvenga con in sottofondo il Dies Irae. Ma pure il tantrico non è che proprio lo sopporti. In genere, tacciono, consapevoli delle proprie colpe: quando infatti una gentile tuitteratrice ha tentato di ammettere “il rumore dei libri che scricchiolano a me piace” abbiamo dovuto rianimare un conservatore sventagliandolo con Proust in edizione originale. Incellofanato, per non sciuparlo.
Ci sono poi alcuni lettori così sensibili che li si potrebbe definire soltanto poetici. I poetici sono delicati e sognanti e hanno cura di non offendere mai nessuno, tanto da patirne spesso le conseguenze. Non riescono infatti a eliminare certi sentimenti come “sentirsi in colpa quando non si finisce un libro. Pare brutto, come se si mancasse di rispetto nei confronti dell’autore” o anche “Finire un libro anche se dopo metà lo vorreste buttare dalla finestra perché magari poi si riprende”. Tuttavia i loro bisogni non si limitano a questi, i poetici sono amanti dolci e appassionati e dichiarano “non prendo mai libri in prestito. Temo poi di sentirne la mancanza” e di “Comprare le letture prese in prestito per averne una copia tutta per sé”. Se vi sentite investiti da troppo zucchero siete caduti in un tranello, provate a criticare dritto sul muso di un poetico un autore da lui amato, provvederà egli stesso a condurvi in uno dei gironi del sommo poeta.
Le categorie non si esauriscono qui, naturalmente; alcune caratteristiche si riscontrano insieme in un solo soggetto, e lì, scappate, non c’è altro da fare. Alcune piccole stravaganze valgono invece per tutti noi come “Sentire il bisogno di raccontare il libro a chi non lo ha letto” o la “Depressione postlibro” e ancora “Andare in libreria con una lista ben pensata, e poi comprare un romanzo che sulla lista non c’è”.

A qualunque categoria apparteniate non abbiate paura di dirlo al mondo, magari non ad un colloquio di lavoro o alla suocera, ma state tranquilli, in questo luogo sicuro siete tra amici. Amici, certo, non proprio sani di mente.


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