Mezzalama maratona di ghiaccio: intervista agli autori

Creato il 07 giugno 2014 da Bloggirl

Ho visto per la prima volta Mezzalama maratona di ghiaccio in una fredda serata di autunno su Deejay Tv. Il documentario è stato uno di quelli trasmessi nella serie Fino alla Fine del Mondo. Sono bastati i primi cinque minuti per farmi restare attaccata allo schermo fino alla fine, a seguire le imprese di una famiglia di atleti, i Cazzanelli, che si preparano ad affrontare una delle competizioni di scialpinismo più toste, il Trofeo Mezzalama, tra Cervinia e Gressoney. Fotografia spettacolare, ritmo veloce, quasi da video musicale, che però riesce a tratteggiare lo stesso bene i personaggi e a fartici affezionare. Insomma: uno di quei documentari di montagna che ti restano impressi.

Una delle spettacolari scene del documentario

Figuratevi la mia sorpresa quando scopro che a realizzarlo, per Giuma produzioni e con la collaborazione della Fondazione Mezzalama, sono stati Angelo Poli (regia), Gianni Manfredini, e Chiara Giuliani...una mia collega!

Sorpresa ancora più bella, quando ho saputo che il video ha vinto il premio Lorenzo Lucianer come miglior videoreportage televisivo al Trento Film Festival 2014.

Ecco quindi l'intervista a Chiara e Angelo, compagni sul lavoro e sulla vita, il trailer, e alcune foto di questo meraviglioso videoreportage che, se amate la montagna e le imprese, non potrà lasciarvi indifferenti. Buona lettura.


Angelo Poli , Chiara Giuliani e Gianni Monfredini: chi siete nel quotidiano?
A:Ho conosciuto Chiara e Gianni lavorando in tv, ora Chiara é la mia compagna nella vita e la madre di mia Figlia, Mia, mentre Gianni oltre ad essere un professionista di altissimo livello col quale collaboro ogni volta che posso, è anche il mio compagno di corse campestri e tapasciate.
C: Quando ci siamo conosciuti stavo lavorando su “Avere Ventanni”, una serie di documentari prodotti da Mtv Italia. E' in quel momento che è scattata la scintilla tra me e Angelo e la voglia di non smettere mai di raccontare storie e luoghi.
Come siete arrivati a lavorare assieme?
A:Io ho iniziato come montatore e mixer video, Gianni come Operatore e Chiara in redazione, ci siamo conosciuti lavorando sulla musica, ma da qualche anno stiamo provando a unire la passione per il nostro mestiere con quella per lo sport, la montagna e le storie di belle persone.
C: E' nata per caso, all'epoca lavoravamo tutti per la stessa azienda. Ci siamo trovati e abbiamo iniziato a condividere la voglia di raccontare quello che ci sta intorno con i mezzi che meglio conosciamo.
Come è nato Mezzalama maratona di Ghiaccio?
A:Diversamente dai nostri lavori precedenti l'idea di Mezzalama maratona di ghiaccio non é nata da noi, è stato Mario Barberi di GiUMa Produzioni, che ha trovato la storia e scritto il soggetto a proporcela. Noi abbiamo lavorato sulle pieghe della storia cercando di far affiorare più possibile l'aspetto umano, e appena conosciuta la famiglia Cazzanelli la cosa è stata molto facile.
C: Entrare nella vita della famiglia Cazzanelli è stata un'esperienza incredibile. Angelo li ha conosciuti per primo, io li ho presi per mano il giorno prima della gara e durante la gara e con loro ho vissuto la tensione e l'emozione di una maratona davvero oltre ogni limite.
E il premio? Come è arrivato? Lo dedicate a qualcuno o qualcosa in particolare?
A:Il premio é stato davvero inaspettato, soprattutto per il fatto che al Trento Film Festival eravamo fuori concorso nella sezione Alp&ism. Speriamo che sia un punto d'inizio, di certo a noi dà un bel po' di fiducia.

Curiosità da “profani”: ma quelle riprese in mezzo alla neve col vento e il fiatone, chi le faceva? Praticate scialpinismo? Che rapporto avete con la montagna e con gli sport da montagna?
A:Io amo la montagna, l'alpinismo e l'arrampicata, ma anche semplicemente passeggiarci con mia figlia. Ho una sola esperienza di gita scialpinistica nel mio curriculum, peraltro abbastanza ridicola..
La maggior parte delle riprese realizzate pre gara, gli allenamenti e interviste in quota le abbiamo fatte io e Gianni, mentre durante la gara ci siamo avvalsi degli operatori “aviotrasportati” che GiUMa produzioni aveva predisposto per la diretta web.
C: Per me è stato facile! Ho seguito il Mezzalama comodamente seduta su un elicottero! Ma ci sono stati molti momenti in cui avrei voluto essere lì con i nostri protagonisti.
C’è una storia che vi è rimasta particolarmente nel cuore tra i personaggi che avete raccontato nel documentario?
A: Il personaggio Walter Cazzanelli per me è una sorta di idolo, ha ripetuto il Cervino più di 150 volte e te lo dice con l'umiltà che può avere solo chi l'ha fatto per davvero.
C: Tutti i protagonisti del documentario, la famiglia Cazzanelli, hanno certamente lasciato un segno indelebile in tutti noi. Ognuno in modo diverso. Questa è la parte più bella nel fare documentari. Perché tutte le storie con cui vieni a contatto entrano a far parte del tuo vissuto.
Cosa vi è rimasto dei “campioni” del Mezzalama?
A:Per quanto mi riguarda tanta invidia nei mezzi fisici.
C: La soddisfazione negli occhi di chi ha fatto ciò in cui crede.
Come nasce un reportage di viaggio di questo tipo?
A:Mi piace immaginarlo e scriverlo prima, anche se poi non puoi piegare la realtà a tuo piacimento, è bello avere qualche certezza anche se tutto può cambiare radicalmente da un momento all'altro.
C: C'è dietro un lavoro di conoscenza dei personaggi e dei luoghi, di confronto e di scrittura. C'è l'adrenalina durante le riprese e la riflessione durante la fase di montaggio. Ci sono momenti in cui tutto fila liscio, momenti in cui ci si arrabbia, ma è proprio tutto questo il bello di lavorare con un team molto unito.
Quanto di quello inizialmente progettato è rimasto e quanto è stato un cambio di programma?
La gara è stata rimandata a causa del maltempo, e sempre per questo motivo Francois se è trovato a gareggiare con una squadra meno competitiva di quanto avremmo sperato, questo ha cambiato l'idea di fondo di seguire la storia di due squadre con obiettivi drasticamente diversi, una che puntava ad arrivare tra i primi e l'altra ad arrivare in fondo.
Fortunatamente il secondo posto della squadra di Alessandra ha rimesso più o meno tutto dritto.
C: Alessandra inizialmente non doveva nemmeno partecipare anche se lo desiderava tantissimo. La sua tenacia è stata premiata!
E’ stato difficile girare in quelle condizioni?
A:Girare in montagna non è poi così diverso da altre riprese in esterna, ti servono materiale, preparazione e gente idonea, e tanta pazienza.
Avete qualche aneddoto particolare da raccontare?
A:Il vino di Silvio Chatillard é buonissimo.
C: e la marmellata di mirtilli di Walter ci ha fatto impazzire!
Prossimi progetti assieme o da soli?
A:Stiamo facendo un percorso di crescita comune, alla fine credo che possiamo definirci un collettivo, a volte qualcuno non può partecipare perché ha un lavoro, ma alla fine ci rimettiamo sempre a ragionare assieme sulle prossime cose che ci piacerebbe realizzare.
Ci sono altre “imprese” che vi piacerebbe raccontare?
A:Molte, la maggior parte hanno a che fare con la montagna, ma a me piacerebbe parlare sempre meno di imprese e più di gente.
C: Ci sono molte storie che meritano di essere raccontate, a noi piace cercarle e facciamo il possibile per raccontarle.
Dove vi vedete da qui a 5 anni?
C: Mi vedo qui e altrove.


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