“Mi accompagni in bagno?”: metafora di un’amicizia

Da V

L’equilibrio nella vita è importante. Specialmente se sei in un bagno pubblico,con le chiappe all’aria e la voce di tua madre nella testa che ti ripete:”Fai in modo di non toccare mai,MAI,le superfici!”. E questo è uno dei primi insegnamenti con i quali una fanciulla in tenera età viene istruita e ciò avviene molto prima del “Gli uomini vogliono solo una cosa” e il “Lascia che paghi lui”. Perchè tua madre,al tuo culo,almeno per un po’ ci ha tenuto veramente e ti metteva strati e strati di carta igienica sull’asse e a volte,quando era proprio in vena,ti sosteneva lei stessa tutto il tuo peso.

Ma arriva il momento in cui al tuo culo ci devi pensare da sola e sei stata così brava a cercare di non diventare come tua madre che hai perso la grazia con cui lei ti aveva insegnato a fare pipì. E le gambe ti tremano per lo sforzo -riesci perfino a vedere il tacco 12 che oscilla un po’-senti,dietro la porta scassata,lo sguardo incazzato delle altre donne in fila (c’è sempre la fila) con le gambe incrociate per non farsela addosso e non puoi certo biasimarle visto che un attimo prima eri una di loro. Che poi c’è puntualmente quella che,noncurante della leggendaria solidarità femminile,deve testare tutte le porte casomai le donne in fila fossero idiote e non si fossero accorte di un bagno non occupato. E tu,piegata in posizioni che non sapevi di poter riuscire ad assumere,senti i suoi passi pesanti avvicinarsi seguiti dalla scia di “occupato!” dei bagni accanto. E sai che sta per arrivare il tuo turno. La porta non reggerà mai alla forza bruta di quella donna,devi cercare di bloccarla con la mano:quale mano? Una è impegnata a reggere i pantaloni e l’altra la tua costosissima borsa,la scelta è impossibile. Tu volevi solo fare la pipì,non mettere in discussione tutta la tua vita. Mentre sei ancora li a pensare al da farsi,la porta viene scossa con violenza:istintivamente sbatti la mano con la borsa contro la porta gridando o ruggendo- non lo sai nemmeno tu-”Occupato!”. Nel fare questo gesto qualcosa finisce puntualmente sul paviemento lercio:il telefono,i pantaloni,il portafoglio o una delle qualsiasi mille cose che una donna porta sempre con se. Ed imprechi. Tua madre non sarebbe fiera di te,no proprio no:non hai fazzoletti (la carta igienica tanto non c’è mai). E tu preferiresti raccontarle di tutti gli uomini con cui sei andata piuttosto che confessarle una mancanza simile,preferiresti insegnarle ad usare uno smartphone piuttosto che farti vedere come molto elegantemente ti “scrolli” in mancanza di un’alternativa migliore. Ed esci da quel buco infernale con la faccia sudata e il trucco sbavato,mentre le altre-sempre in fila-ti lanciano sguardi disperati da “Non aprire l’acqua per lavarti le mani o lo faccio qui!”.

Ed ecco perchè nascono le pipì di gruppo.

Dietro la porta sgangherata ci sarà un volto amico,che impedirà a chiunque di avvicinarsi alla tua maledettissima porta;la tua amica sarà li per te,ad evitare che qualcuno ti veda con il sedere all’insù e le mutande con i maialini volanti alle caviglie. Protegge i tuoi segreti e la tua biancheria imbarazzante,come nella vita. E sarà sempre lei che ti sorreggerà nei momenti difficili nello stesso modo in cui tiene saldamente tra le mani non solo la sua borsa,ma anche la tua, cosa che un volo rayan air-per esempio- non approverebbe nemmeno pagando la sovrattassa. L’amica è colei che ti impedisce di fare delle grandi cazzatte e ti propone la soluzione,nello stesso modo in cui ti passa da sotto la porta il (suo) pacchetto di fazzoletti e tu puoi uscire da quel buco infernale un po’ meno sudata e sfatta. E passerai davanti alle altre donne senza timore,con spavalderia e sorriso beffardo. Salvo poi accorgerti di essere andata in giro con un pezzo di carta attaccato alle scarpe,senza che l’amica-la stronza-ti abbia detto nulla!

V.