Smetto di lottare e lascio che la marea mi sommerga.
Stanotte alle 2.30 mi sono messa a piangere.
Sento che sto cedendo.
Io e mio marito non esistiamo più come coppia, siamo solo due che dormono nello stesso letto. Alla sera, il primo che finisce di addormentare il gemello di sua competenza, se ne va a letto e si addormenta subito. Non ci diciamo più nemmeno buonanotte.
Devo spegnere il cervello, altrimenti rischio di crollare, come accadde diversi anni fa. Se penso al tempo che impiegai per riprendermi, mi sento male, quindi meglio che prenda provvedimenti prima che accada.
Sabato scorso sono uscita per andare all'iper, e improvvisamente ho sentito un peso sul petto. Lo riconosco, siamo stati amici intimi per tanto tempo, è un preavviso. Stanno per tornare gli attacchi di panico.
Quindi, devo smettere di pensare. Devo concentrarmi sul lavoro, ignorare gli occhi che bruciano, a casa fare finta che tutto sia ok, che le cose si sistemeranno presto, che tornerò presto a dormire, e che resisterò per tutto il tempo che sarà necessario.
Ne va della mia sanità mentale.
Quando sarò pronta per combattere, lo farò, come ho sempre fatto.
Non so se sia la scelta giusta, ma la strada che sto seguendo, e che seguo sempre, quella di prendere tutte le decisioni e tutta la responsabilità sulle mie spalle, non sta funzionando.
Adesso è il momento di sospendere tutto, aspettare, e stare a guardare.
(Scusate lo sfogo e perdonatemi la tristezza. So che è più divertente leggere post allegri e spiritosi, ma non sono in vena)