Ci sono momenti in cui sembra che vada tutto bene.
C'è quel silenzio fuori così incontrastato che sembra che ci sia silenzio anche dentro.
Tutti i pezzi a posto, il quadro sembra completo, eppure le figure non sono nitide.
Poi ad un tratto qualcosa si muove e la messa a fuoco migliora.
Ci sono sogni che non confessiamo a nessuno.
Ci sono sogni che nemmeno noi sappiamo di sognare, eppure sono quelli i più forti perché crescono senza la luce e senza l'appoggio di nessuno.
"Mi arrivi come da un sogno" di Diego Galdino [Sperling&Kupfer] contiene in sé i sogni dei protagonisti, Lucia e Clark, ma anche il sogno dell'autore di essere uno scrittore.
La storia è di quelle che si leggono tutto d'un fiato e non perché troppo semplici o semplicistiche, ma perché risulta davvero difficile staccarsi dalle pagine del libro.
Lucia parte dalla soleggiata Sicilia per un praticantato in un giornale di Roma. Fare la giornalista sarebbe il suo sogno e il condizionale, purtroppo, è d'obbligo, perché Lucia è troppo buona per imporre con forza le sue idee ad una famiglia tanto simile, per mentalità, a tante famiglie del meridione.
Arrivata nella capitale, però, qualcosa si scioglie dentro di lei, tanto da notare il fascinoso Clark, americano a Roma e giornalista della sua redazione.
Clark di cognome fa Kent e con Lucia si comporta da vero super eroe, soprattutto quando ci si mette il destino a separarli e lui deve sfoderare tutti i suoi poteri per riaverla.
Quello che però né Lucia né Clark sanno è che l'amore è il super potere più potente di tutti, quello che può sconfiggere qualsiasi male, anche quando la speranza sembra scomparsa.
"Mi arrivi come da un sogno" è il secondo libro di Diego Galdino dopo il bestseller "Il primo caffè del mattino" che ha conquistato migliaia e migliaia di lettori in giro per il mondo.
Con questo libro, lo scrittore - barista a tempo pieno - conferma il fatto che la sua passione per la scrittura è una passione sincera e forte che dà i suoi frutti.
Più di una volta mi è capitato di leggere il paragone tra Galdino e Nicholas Sparks, ma permettetemi di dissentire [la mia opinione su Sparks l'ho espressa qui].
La scrittura di Diego possiede la semplicità delle cose belle, quelle che si spera che finiscano bene e, in effetti, nei suoi libri avviene. E a volte si ha voglia solo di questo, che un libro ci doni un sorriso e un pizzico di speranza.
E io credo fortemente che i libri siano portatori di speranza, altrimenti non scriverei quello che scrivo, vi pare?