Ho sempre trovato patetiche e un po’ ipocritine, e di un livello intellettivo diciamo non stratosferico, quelle famigliole da film disney in cui un genitore (di solito è la madre) impone a tutti di mettere una monetina in un barattolo come multa per essersi lasciati scappare una cosiddetta parolaccia. (Nel suo delirio di malintesa purezza ella impone la sanzione anche al marito se gli scappa un “cazzo” guardando la partita, e a se stessa se una volta al mese le parte un’accidempolina di sbieco da sotto la chioccesca gonna, o un perbaccuccio deretano).Spesso ne escono impeccabili figli-bonsai: ben educati, ben potati, ben castrati.
Avessi dei figli, le monetine nel barattolo le farei eventualmente mettere, semmai, per ogni frase banale o poco intelligente, per ogni intercalare fesso, per ogni paroletta idiota o modo di dire becero mutuato dalla tv o dal branco nonpensante. Cinquanta centesimi per ogni Uau, venti centesimi per ogni Cioè voglio dire, per ogni Adrenalina e derivati, per ogni Tipo, Inkualkemmodo, Assolutamente sì o Assolutamente no. Dieci centesimi per ogni stupido Ah-okèi. Un euro per ogni “2.0”, per ogni plus pronunciato “plas”, per ogni stage pronunciato “stéigg”, e per ogni osceno “mobàil”. Dieci euro (in monete) per ogni “virgolette” del cazzo (per le virgolette, non per il cazzo), e chi più ne ha più la smetta.
Così magari imparerebbero a rapportarsi bene col linguaggio. Del quale le cosiddette parolacce fanno parte: se usate con misura e a proposito possono essere colorite, simpatiche, spassose, espressive, persino belle, e arricchiscono una lingua parlata che sta diventando ogni giorno più povera e piatta (certo, lo diventa anche se si usano solo parolacce, ma io qui non mi occupo del regno subumano…).
Guarda caso, quel simpatico intelligentone di putiN ha dichiarato guerra, oltre che alle diversità sessuali e al libero pensiero, anche alle cosiddette parolacce. Presso gli eredi del kgb si parla del progetto di un potentissimo software-spia capace di scoprire chi scrive cosiddette parolacce sul web, per poi acciuffarlo, manganel-larlo e gulaghizzarlo siberianamente. Quando un simile software arriverà anche in lobotom-italY (perché ci arriverà: noi siamo bravissimi a pappagallare il peggio del peggio, e poi potrebbe portar quattrini nel barattolo statale, come gli autovelox in quelli dei comuni) spero solo si riveli, come sempre accade con certe “meraviglie” della tecnica, un software imbecille, e pertanto aggirabile. In fondo sarebbe divertente, sarebbe stimolante, dover giocare un po’ con le cosiddette parolacce per farsi beffe del controllo e coniarne così di nuove, del tipo “mezzo di perda”, “cesta di tazzo”, “caccia da fulo”, “mi hai cotto i roglioni”…