Scoperta la cosa incresciosa si sono mobilitati Leoluca Orlando e Radio Cento Passi, oltre ai parlamentari Pd Michele Anzaldi, Laura Cantini ed Ernesto Magorno per chiedere che sia Letta, sia la Bonino intervengano con le autorità austriache contro l’inquietante menù. Non si sa bene in che termini, ma è del tutto evidente che il problema è di fondo: consiste nel fatto che la criminalità organizzata è ormai l’unica cosa di rilevante che il nostro Paese produce e che persino il suo cibo che dopotutto dovrebbe avere una certa fama di per se stesso, ha bisogno di essere trainato dai misteri dolorosi della mafia.
Però escludo che un qualsiasi viennese sia così addentro alle vicende italiane per pensare di fornire una mappa così particolareggiata delle vicende mafiose, molte delle quali direbbero assai poco all’avventore comune. Quindi è assai probabile che, al di là di eventuali prestanome, il locale che serve oltre ai panini solo cibi e vini italiani anche con ordinazioni online, sia di proprietà di qualche nostro connazionale che non si fa poi tanti scrupoli a sfruttare la peggiore immagine del suo Paese e che anzi fa probabilmente apologia della mafia nascondendola tra le fette di pane. Come suggeriscono i parlamentari sarebbe interessante sapere da sono arrivati i soldi per l’apertura del locale.
Del resto è quello che succede ogni giorno con i problemi, le speranze e i diritti di cui non si discute, ma che vengono tagliati festeggiando poi gli inciuci a tarallucci e vino. Quindi mi meraviglio che non ci siano anche i Don Silvio, i Don Letta, i Don Quirnale: ma con gli ingredienti assolutamente coperti.