Mi è impazzito il bonsai…

Creato il 21 aprile 2012 da Lamagadioz

A volte  mi domando se per caso inizio a prendermi troppo sul serio. Inizio a pensare di essere vera. Perchè fino ad oggi la mia vita è sempre stata un “”si vabbè ora faccio questo, poi si vedrà, mica è per sempre, mica finisce tutto qui, e mica di qui e mica là”. E a forza di mica mi sono un attimo persa. Io non mi sono davvero mai presa sul serio nella mia vita. Per me è sempre stato tutto un gioco, tutto temporaneo, tutto un “ora va bene e poi dopo vediamo”. Mai mi sono messa a pensare al mio futuro, mai ho immaginato di dover iniziare a piantare qualcosa e vederlo crescere prima di smembrarlo da terra perché come al solito, mi stufavo.  Io ho seminato tanto nella mia vita, ma ho tagliato ogni pianta prima che iniziasse davvero a crescere. Ora so che è il momento di piantare qualcosa e continuare a dargli da bere, veder crescere quel qualcosa e raddizzarlo se diventa storto, un po’ come una pianta di Bonsai che devi potare, sistemare e legare in un certo modo se vuoi che prenda una certa forma.

E io adesso mi sento come il bonsai sul balcone di casa mia. E’ un melo, un regalo di compleanno del mio ragazzo (il regalo l’ho fatto io a lui) questo inverno era rattrapito con qualche sparuta melina rinsecchita che non ne voleva sapere di staccarsi. Oggi è un tripudio di foglie verdi e selvaggie, sparate alla cazzo di cane senza senso, e io non so se è ancora un melo. Per me si sta trasformando. Magari tra un po’ sputa un limone o inizia a parlare. Mi fa paura, cresce ogni giorno e bonsai non dovrebbero crescere! Giusto?

Mi è impazzito il bonsai. E io sono impazzita con lui. No anzi, il contrario. Dalla pazza isterica che cambiava a seconda del vento e delle emozioni sto provando a diventare una che si prende tanto sul serio e magari sta a vedere che stavolta è per davvero.

Ho provato pure io a legarmi un poco e a raddrizzarmi, proprio come si fa con i bonsai. E non sto esplodendo, al contrario del mio piccolo melo in crisi di identità.

Diciamo che mi sento a un bivio. Sento che da adesso non posso più fare errori. Sento che da oggi devo prendere una strada e seguirla fino in fondo, dare da bere a una pianta, curarla e assisterla nella buona e nella cattiva sorte, senza scappare al primo problema. Ma la domanda è: io sono in grado? Perchè un giorno mi vedo super seria, pseudo manager in carriera, troppo avanti, troppo cool, troppo con le redini della situazione in mano…e il giorno dopo mi sento come un pesce fuor d’acqua, una sognatrice che vaga tra le nuvole, altro che manager, pizza e fichi.

Come fanno le persone a rimanere focalizzate in quello che fanno, senza mettersi mai in discussione? Sono io la pazza o loro?

Come fai a percorrere una strada sempre con ferma convinzione e determinazione, senza ripensarci mai?

Io sono l’emblema del ripensamento. Sono l’incoerenza in carne e ossa. Io non faccio altro che guardarmi indietro e quando volgo lo sguardo in avanti mi sento ancora più persa perchè penso ai mille ripensamenti del passato che in qualche modo ho paura inficeranno il futuro.

Vorrei smetterla di guardarmi indietro, vorrei guardare solo in avanti, prendere una decisione e portarla avanti senza ripensamenti. Devo smettere di pensare “ora faccio questo e poi vediamo”. Perchè a furia di ragionare così “temporaneamente” non realizzerò mai nulla. Non ho più diritto di ripensarci, di cambiare di nuovo e per l’ennesima volta idea. Devo essere tanto forte da continuare sulla strada scelta, perchè forse è la volta buona che combino qualcosa!

Non è che non ho mai combinato nulla nella mia vita, solo che ne ho fatte talmente tante, ho disperso talmente tanto le mie energie che mi sembra di aver fatto nulla. E di aver raccolto molto, molto poco.

Si ha un buon raccolto quando si ha la pazienza di coltivare, curare e assistere una pianta. Il mio orto invece è impazzito, ho piantato patate e sono venute fuori delle carotine piccole piccole. Ho provato a curare un bonsai che a poco a poco sta diventando un albero. Oa qualcuno mi dirà che il mio problema è la totale mancanza di pollice verde e vi do ragione, ma non è solo quello.

Qualcuno dice che guardarsi indietro è inutile e dannoso, che non è guardando i traguardi che hai o non hai tagliato che puoi crescere. Miglioriamo solo guardandoci avanti, facendo tesoro se possibile degli errori commessi ed è inutile massacrarsi il fegato ripensando al passato.

Ho sbagliato, ho fatto un sacco di errori e ho avuto troppi ripensamenti. Ho voluto fare troppe cose per paura di non poterle fare tutte, perché la vita è una e va vissuta in pieno, facendo tutte le esperienze possibili. Ma non può fare tutto nella vita, non puoi passare la tua esistenza a provare, prima o poi devi fermarti e focalizzare su qualcosa, altrimenti avrai perso la tua vita a provare, senza realizzare davvero nulla.

Ho giocato con la mia vita, ho fatto la bambina che cambia idea ogni giorno su quello che vuole fare da grande e ora mi rendo conto che la pacchia deve finire.  Che è il momento di crescere. Di scegliere una nuova sfida, forse la più difficile che ho mai provato in vita mia: decidere una strada e percorrerla fino in fondo. Senza scappare a metà strada. Perché se scappo, non vedrò mai come potrebbe andar a finire.

Alla tenera età di 31 anni ho deciso di diventare grande. Ce la farò? Non lo so, intanto vado a sistemare il bonsai prima che tiri fuori le radici ed entri in casa….