Bei tempi abbiamo trascorso dal ’94 ad oggi. Mi mancano. Sono stati anni in cui era bello sentirsi tutti uniti da un comune sentire, dalla necessità condivisa di combattere un uomo che rappresentava quanto di peggio l’Italia aveva prodotto. Questo sentimento affratellava e faceva superare barriere che fino ad allora sembravano invalicabili. Accomunava comunisti, cattolici, laici, liberali, persino qualche fascista. Per un lungo periodo ci siamo sentiti tutti uguali, uniti nell’odio sincero, totale e sviscerato contro quell’uomo piccolo piccolo, e non mi riferisco alla statura. Abbiamo per un po’ accarezzato il sogno di aver finalmente unificato la sinistra. Sbagliato.
Appena è tramontata quella stella nera che ci aveva accomunato nel disprezzo eccoci tutti confusi, smarriti, persi. Alcuni, forse i più fortunati, sono tornati alle antiche posizioni, agli integralismi politici, ai credi totalitaristi. Altri, i più, hanno perso il punto di riferimento, il collante, la ragione per cui lottare. Chi ha preso il suo posto non è all’altezza, per quanto detestabile. E allora siamo passati dalla certezza di un credo che reputavamo solido e invece era indotto solo dal disprezzo a nessun credo. Siamo passati dalla sicurezza su da che parte stare all’unica certezza su quale parte non stare.
Luca Craia