La zona tacchi a spillo mi ha riportato indietro di un bel po' di anni, all'era degli happy hour, che ora sono routine (per gli altri) ma che a quei tempi erano i primi e precedevano ogni nostra cena fuori. Da mamma alla guida di un passeggino, del tacco a spillo non so proprio che farmene e passo oltre. Vicini di casa sono i plateau, di sicuro più comodi (di poco eh!) ma comunque non opportuni alle otto di mattina, passo oltre. Gli stivali estivi. (così c'era scritto sul cartellino).. no dico stivali estivi: non comprendo il perché della loro esistenza e non mi è chiara la loro utilità nel mondo. Passo oltre.
"Signora posso esserle d'aiuto?" "Avete delle scarpe comode, con poco tacco, carine e di un colore che sia facile da abbinare?". E' stata lapidaria "No", poi qualcuno l'ha chiamata e mi ha lasciato sola con il mio dilemma.
Le ballerine a me stanno da schifo e comunque ho sempre l'impressione di camminare sui sassi. Passo oltre. Mi servirebbe un mezzo tacco e lo trovo tra le scarpe che nemmeno mia nonna si comprerebbe e poi ancora sandali e scarpe di tela, sotto i 12 cm neanche a sognarle. Più basse ci sono le "sneakers"ma con quelle al lavoro non è mica il caso, oppure le ciabatte, ma vige chiaramente lo stesso discorso. Chissà perché ho sempre pensato che qualcosa di "semplice" fosse "facile" da trovare?!
Certo è che il problema è solo mio perché qui di roba ce n'è tanta e a uscire a mani vuote c'è da passare per quella particolarmente esigente e che non è facile da accontentare, ma io so che per una mamma alle prese con tutto quello che questo termine racchiude, la scarpa non è solo un modo per coprire i piedi, né un accessorio per abbellire un vestito, è un’arma o meglio ancora un'attrezzatura essenziale per affrontare ogni giorno l'ignoto, soprattutto se lo deve fare correndo, è la base e il piedistallo su cui si sorregge il resto: la capocchia di uno spillo lungo 12 cm non può essere una soluzione perché munirsi dell'attrezzo sbagliato inciderà notevolmente sul risultato e non in maniera positiva. Su quegli scaffali per me, non c'era nulla che valesse la pena di essere comprato, per lo meno visto lo scopo che avrebbe dovuto perseguire e così usciamo. Giro infruttifero di sabato pomeriggio ed in realtà non si tratta di un episodio isolato bensì l'ennesimo di una lunga serie iniziata da un po’ e che non sembra dover finire a breve. Creare un paio di scarpe "da mamma" e "per una mamma" pare non essere un progetto del mondo della moda e nemmeno chi ha concepito gli abiti premaman, sembra averci pensato. Non ci sono punto ma un appello ai cari stilisti lo faccio lo stesso perché credetemi, anche se mi piacerebbe, non posso camminare scalza e comunque, nonostante questo, un risultato lo ho portato a casa lo stesso: "Hai visto Cicina?! Da un negozio del genere si può anche venir via a mani vuote: te lo ha insegnato la tua mamma ma nella vita non ti servirà a niente!"