Mi ritorni in mente sempre perché non ho mai imparato a scegliere cosa pianificare e cosa no. E ad un certo punto certe cose hanno deciso di pianificarsi da sole, e certe pagine che sarebbero restate bianche le abbiamo dovute comunque riempire. Mentre altre che le avremmo volentieri strappate sono lì in bella vista, bella grafia ordinata, poche sbavature, nessuna correzione. E allora abbiamo imparato a non star fermi, ad aprire la testa e svuotare sulla scrivania tutte le frasi che accumuliamo di notte, guardando negli occhi degli sconosciuti, ascoltando dischi a cui augureresti tutto il male del mondo, fagocitando canzoni che vorresti fossero tue, conoscendoci in posti impossibili, che qualcosa alla fine torna sempre buono. E così abbiamo imparato ad apprezzare una cosa stabile che ha la faccia di un fruttivendolo, a cercarti con lo sguardo in mezzo alla gente come fosse un gesto naturale, al lato di letto sbagliato. Prestandoti parti di me che è bello vedere quanto ti stiano bene addosso.
Mi ritorni in mente quando ho bisogno di credere che sia giusto così, quando non ho la forza di girarmi e di contare i passi, quando ho bisogno di essere buono con me stesso prima che con gli altri, che sì questo si può fare no questo non è possibile, cazzo pensi di essere Nick Cave? ma detto in maniera molto più gentile. Quando vorrei che qualcuno certe cose le dicesse a me. Quando sostituisco frasi con altre frasi che non dicono niente per mascherare un qualcosa di troppo vero e di troppo scoperto perchè rimanga lì, ma senza avere il coraggio di selezionare in azzurro tutte le parole, premere il tasto canc e bona lè, come direbbe un saggio che abita non troppo lontano da me. Tipo adesso. Quando mi guardo fabbricare favori disinteressati con il desiderio che siano semplicemente questo, niente di meno, niente di più, che magari nell'economia del mondo un giorno mi torneranno indietro ma anche se non tornano non staremo lì a piangere sulla riva del fiume. Mi ritorni in mente quando penso a canzoni che non mi piacciono più, o a canzoni che mi piacciono ancora tanto ma che parlano di papere. Ah, anche quando finito un concerto ho bevuto troppo e mi chiudo in un bagno e prendo il cellulare per fare il tuo numero a memoria e il telefono quasi mi cade dentro la tazza del cesso, ma per fortuna questa cosa statisticamente non mi succede quasi mai.
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