a Calabriaonweb, l’organo di informazione di Palazzo Campanella, una richiesta di dimissioni, che più chiara non si può, al Garante regionale (Onorevole, Onorevolissima) Dottoressa Marilina Intrieri. [*]
”Le dimissioni sarebbero un gesto importante e consapevole” dice Talarico, che subito dopo aggiunge una sua valutazione di contesto parlando della vicenda come ”una polemica di cui la Calabria, regione dai tanti e seri problemi, avrebbe volentieri voluto fare a meno”. Un ragionamento impeccabile e, per una volta, in un contesto politico regionale non certo adatto a stomaci delicati, un tocco di stile degno di una politica d’altri tempi. Una politica che mette davanti l’etica dei comportamenti ed il rispetto dei ruoli istituzionali rispetto alle norme ed i codici. In effetti la Intrieri (che, ci consenta, in questa vicenda di Onorevole ha dimostrato ben poco) non ha commesso alcun reato, non ha violato alcuna norma, ma si è resa responsabile di un comportamento orientato, come dice lo stesso Talarico, ”ad un’idea di Calabria girata verso i tempi, finiti o mai esistiti, dei privilegi e degli onori di memoria spagnolesca”.
”La Calabria è altro” prosegue il Presidente. Ed ha ragione. E non si pensi alla vicenda come una questione di carattere secondario. Non è certo una questione di bon ton, né di gossip da ombrellone (in questo caso neanche l’ombrellone c’è rimasto), ma una faccenda di sostanza, di impostazione e di pratica per una politica che dovrebbe essere intesa come servizio e che sempre più spesso ormai viene percepita come privilegio, quasi un’investitura dello status di intoccabile.
E’ vero. Marilina Intrieri non ha commesso alcun reato. E per altro non si è spinta molto oltre il classico ”Lei non sa chi sono io” che pronunciato in italiano forbito, ma spesso anche in dialetto, non è certo una novità tra le locuzioni maggiormente utilizzate per regolare distanze (e gerarchie) nei rapporti e nelle interazioni che si registrano alle nostre latitudini, e di certo non solo in politica.
Ma il gesto di Talarico va sottolineato, perché affatto scontato. Il buon senso ci dice che in occasioni come queste l’etica ha una sua importanza, la prassi politica deve saper andare oltre i protocolli previsti dalla normativa. Ed in effetti Talarico proprio sul piano della politica l’ha messa. Sul piano dell’etica politica e dei comportamenti. Il suo è un invito garbato, ma deciso, affinché Marilina Intrieri valuti la possibilità, l’opportunità, di dimettersi.
Una procedura ineccepibile. La stessa, giusto per fare un esempio, che avrebbe potuto essere applicata nella tragicomica vicenda che ha visto protagonista il duo Rappoccio/Chizzoniti. Onorevoli anche loro certo, ma ad intermittenza. Un doppio avvicendamento che ha fatto ridere, ma anche amaramente sorridere, l’Italia intera. Una vicenda che assomiglia tanto ad un incontro di pugilato andato in scena sul tetto di Palazzo Campanella, una sorta di duello rusticano, per il quale secondo un’antica legge non scritta, a coloro che non sono della partita non è consentito fare il tifo né per l’una né per l’altra delle parti in causa. E’ proprio di queste ore la notizia della sospensione di Rappoccio (la seconda) da parte del Governo Letta, che sarà a breve trasmessa all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale ed diventerà esecutiva nei prossimi giorni.
Non avrebbe fatto meglio il Presidente Talarico ad utilizzare lo stesso rigore etico e morale evidenziato oggi nella vicenda della Intrieri per dirimere quel ridicolo tira e molla che ha provocato per ben due volte l’avvicendamento tra i consiglieri regionali Rappoccio e Chizzoniti? Non si è fatto due domande il Presidente Talarico quando il Consiglio ha accolto a braccia aperte il rientro di un Consigliere imputato in un processo per truffa elettorale aggravata e associazione per delinquere in cui la Regione si è perfino costituita parte civile ed indagato per peculato in un altro procedimento in cui la Regione è parte offesa? Non si è chiesto il Presidente Talarico, se era opportuno che il Consiglio avesse tra le sue fila per quasi due mesi un Consigliere destinatario di un provvedimento restrittivo di dimora fuori dalla Calabria? Un Consigliere che risulta tutt’oggi in carica considerando che le sue dimissioni saranno operative a partire dal 24 settembre!
Non si tratta anche in questo caso, Presidente, di ”una polemica di cui la Calabria, regione dai tanti e seri problemi, avrebbe volentieri voluto fare a meno” ? E non parliamo certo di procedure amministrative, della titolarità o meno del Consiglio di fare pulizia al suo interno utilizzando gli strumenti normativi a disposizione. Parliamo di una questione di opportunità politica. Di etica, Presidente. La stessa etica che le consente oggi di chiedere le dimissioni della Intrieri, avrebbe consentito al Consiglio Regionale, intero e compatto, di chiedere che il duello Rappoccio-Chizzoniti fosse risolto ben prima, evitando che l’Italia intera ci ridesse sopra, alla faccia di quella che Talarico, parlando alla Intrieri, definisce ”concretezza dell’agire e cultura del fare”.
O che forse in questo caso all’etica dei comportamenti e dell’opportunità politica sia prevalsa la logica del ”chi è senza peccato scagli la prima pietra” ?
[*solo per i più distratti ricordiamo che la Signora Intrieri, Garante per l'Infanzia della Regione Calabria, si è distinta in una caduta di stile degna di una vera Onorevole, andando su tutte le furie per la lettera indirizzataLe da un Funzionario della Prefettura di Crotone che ha avuto l'ardire di darLe della Dottoressa! - qui la ricostruzione di Angela Corica su Il Fatto Quotidiano - qui quella di Antonio Ricchio sul Corriere della Sera - infine qui l'editoriale del Direttore Giusva Branca su Strill.it]