E scopro che Mia Martini è una donna sola. I suoi genitori si sono separati da parecchio tempo, il padre vive a Gallarate, la madre a Roma.
E la sorella Loredana Bertè?
Ogni tanto ho sue notizie dai giornali, la vedo su qualche barca assieme a Borg, so che gira incessantemente per il mondo, ma non parlo con lei da quando eravamo bambine, non sono stata neppure invitata al suo matrimonio.
Una punta di amarezza traspare dalle sue parole. ContinuaNon credo nell’amore, è solo un equivoco, una finzione ed è per questo che non mi sono mai sposata. L’unica cosa che desidero è trovare un compagno di viaggio, con cui condividere momenti di vita.
Mia Martini porta ancora il segno della relazione durata dieci anni con Ivano Fossati.Sì, è stata una storia bellissima, travolgente, forse allora sono stata innamorata.
Non aggiunge altro, abbozza un sorriso e mi racconta parte della sua vita.Ho inciso il mio primo disco a tredici anni con Carlo Alberto Rossi, poi a sedici anni sono andata a vivere a Milano per tentare la fortuna e con in corpo una gran voglia di cantare.
Ricordi particolari?
Sì, una tournée con Charles Aznavour, che avrei voluto avere come compagno in occasione dell’ultimo Festival di Sanremo. La nevicata del ‘56 avrebbe acquistato un altro tono ma Aragozzini…e poi non è dato agli artisti scegliere il loro partner straniero.
No, assolutamente.
E‘ delusa dal risultato?
Lei che ne pensa?
Mia Martini in maniera elusiva evita ulteriori commenti, ma, nel contempo assume una strana espressione enigmatica, dice soltanto:Sanremo è un grande baraccone, una giostra e a me non va più di girare…
Ha mai pensato di tornare in Calabria?Un sospiro e poi:
Sì, qualche anno fa, attualmente vivo in provincia di Terni, a Calvi dell’Umbria, ma ho sempre nel cuore il rione Marinella di Bagnara, il sapore del mare, la visione meravigliosa dello Stretto, l’immagine della pesca notturna con le lampare, l’incredibile caccia al pescespada. Mi fermerò qualche altro giorno a casa di zia Sarina Bova per riscoprire assieme il calore del focolare domestico. Vorrei pregarla di una cortesia…non mi sento in grado di lasciare messaggi ai miei conterranei ma vorrei semplicemente dire loro di andare sempre avanti, con la forza di volontà che ci contraddistingue per superare i momenti di difficoltà che si presentano. E di avere sempre fiducia nel domani, in un domani migliore che premi le aspettative e i sacrifici compiuti. Ho dedicato alla mia terra la canzone “Lucy”, poco conosciuta, ma bella, cantata nel nostro tipico dialetto calabrese, anzi reggino, anche se tutte le mie canzoni hanno i colori del Mediterraneo, da Piccolo uomo a Donna, a Minuetto, a “nno, che riproporrò in un album che uscirà alla fine di ottobre, al termine della mia tournée.
Antonella Freno da Gazzetta del Sud - Settembre 1990
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